Un paese instabile e turbolento di Ferdinando Vegas

Un paese instabile e turbolento QUINDICI COLPI DI STATO USI DICIASSETTE AMIMI Un paese instabile e turbolento Il nuovo colpo di Stato in Siria è il quindicesimo, se 1 conti sono esatti, dall'inizio della serie, nel 1949, cioè poco dopo che la Siria aveva acquistato l'indipendenza. L'ultimo, prima dell'attuale, era avvenuto tre anni fa, l'8 marzo del '63, quando i militari rovesciarono il governo civile che era stato restaurato il 28 settembre 1961 con la rottura dell'Unione tra Siria ed Egitto (Rau). Dietro 1 militari, nel colpo del '63, stavano elementi favorevoli a Nasser e soprattutto il Baath, il « partito socialista della rinascita araba » Queste stesse forze esattamente un mese prima l'8 febbraio 63, si erano impadronite del potere nell'Irak Sembrava quindi che dovesse riprendere il movimen to unitario arabo; e infatti solenni documenti furono firmati al Cairo tra Egitto. Siria ed Irak, solo per essere ripudiati entro pochi mesi, ancora nel '63. Questa oscillazione tra tendenze unitarie e tendenze nazionali separa¬ tiste è uno dei motivi fondamentali dell'irreauietezza della vita politica siriana; ed è un motivo che opera all'interno dei partiti, fra 1 quali è il già citato Baath, che per la sua stessa essenza dovrebbe essere il portatore delle aspirazioni unitarie panarabe. Il Baath è sorto da un nucleo iniziale, fondato nel 1940 da Michele Aflak e da Salah Bitar (entrambi fra gli arrestati di ieri a Damasco): due insegnanti animati dal nazionalismo arabo, che si proponevano, come dice il nome dato al partito, di propugnare la rinascita della nazione araba, considerata come un tutto unitario, al di là degli esistenti confini statali. Il Baath infatti, è organizzato su basi panarabe. con < comandi regionali » nei singoli paesi; ma solo in Siria può operare apertamente, mentre è costretto alla clandestinità in tutti gli altri Stati, compreso l'Irak, dopo l'effimero trionfo del febbraio '63. Venuto dunque il Baath al potere a Damasco nel marzo del '63, si verificò ben presto quanto aveva previsto uno studioso occidentale in un saggio apparso qualche tempo prima sulla rivista Orient: « Il mantenimento dell'imitò del Baath sarebbe irrealizzabile nell' esercizio del potere »; perché « le sue finalità e le sue dottrine... erano formulate in termini così vaghi e generali che i suoi membri potevano sottoscriverle finché erano nella clandestinità, senza trovarsi con ciò impegnati in un'azione precisa una volta pervenuti al governo». A complicare le cose intervengono inoltre i militari, fra t quali l'ideologia del Baath si è diffusa, ma che, avendo in mano l'unica vera forza si servono del partito per 1 ben più che ser- loro fini, virlo. Così, nel corso degli ultimi tre anni, la Stria è passata senza soste attraverso una serie di vicende quanto mai agitate e confuse, con alter- nanza al potere ora dell'uno ora dell'altro gruppo di aderenti al Baath, civili e militari. Semplificando all'estremo, si può dire che erano in contrasto un gruppo di moderati, capeggiati dal generale El Hafez (capo dello Stato) e da Aflak e Bitar, ed un gruppo di estremisti, il cui esponente principale era il generale Jedid. ex capo di stato maggiore. I moderati in politica interna erano l'autori di misure socialiste, sì, ma con grande cautela e gradualità; in politica estera mantenevano buoni rapporti con Nasser, del quale condividevano in particolare la prudenza di recente mostrata nei riguardi di Israele. Di conseguenza gli estremisti ac- ausavano i moderati di ave re tradito il socialismo iscrit to nel programma e nella denominazione del Baath, e di avere ugualmente tradito la causa della lotta a fondo degli arabi contro Israele. Il 21 dicembre scorso il gruppo moderato riusciva ad affermarsi su quello estremi¬ sta, eliminandolo completamente dal partito con un abile colpo di mano. La direzione generale (panaraba) del Baath aveva sciolto la direzione regionale siriana, ne aveva estromesso il generale Jedid e aveva costituito la nuova direzione tutta con elementi moderati. El Hafez era rimasto capo dello Stato e Salah Bitar era ritornato ancora una volta alla presidenza del Consiglio. Il trionfo è stato di assai breve durata e oggi i vincitori di due mesi fa sono stati a loro volta sconfitti, arrestati e minacciati di essere processati. Data la turbolenza della vita politica siriana e l'estrema frequenza dei bruschi capovolgimenti, nessuno può dire se gli ultimi vincitori abbiano prospettive consistenti di durata al potere. Per quel tanto che vi resteranno, comunque, il loro estremismo non è certo fatto per giovare alla tranquillità della Siria e del Medio Oriente Ferdinando Vegas

Persone citate: Aflak, Bitar, El Hafez, Michele Aflak, Nasser, Salah, Salah Bitar