Venti anni alla bella ragazza di Caselette che uccise il fidanzato dopo un convegno

Venti anni alla bella ragazza di Caselette che uccise il fidanzato dopo un convegno Processata alla Corte d' Appello di Torino Venti anni alla bella ragazza di Caselette che uccise il fidanzato dopo un convegno L'imputata, ventiduenne, in primo grado era stata condannata a 18 anni - Ridotta a 16 anni la pena all'uomo che le fornì la rivoltella - La tragedia avvenne una notte del gennaio 1964: la giovane sparò sei colpi di pistola al fidanzato che voleva abbandonarla per sposare un'altra La Corte d'Assise d'appello d: Torino, ha pronunciato ieri sera alle 18,45, dopo un'ora e mezzo di camera di consiglio, la sentenza nel processo del delitto di Caselette: la bella Giuseppina Schiesaro, venti duenne, che uccise con sei colpi di pistola il seduttore An gelo Russo, dopo un ultimo convegno amoroso, è stata condannata a 20 anni di reclusione Angelo Tunno di 26 anni, che fornì l'arma alla ragazza, le in segnò ad usarla, gliela fece riparare perché non funzionava e, infine, le avrebbe persino fis sato l'appuntamento fatale, ha avuto 16 anni. Nel processo di primo grado, pur ritenendola colpevole di omicidio premeditato, i giudici avevano contenuto la pena della Schiesaro in 18 anni, concedendole anche l'attenuante di aver agito per motivi «di particolare valore morale e sociale». Il Tunno, recidivo, ave va invece avuto 24 anni, con l'attenuante dell'articolo 116 del Codice penale, che prevede una diminuzione di pena per il coni plice che concorre in un reato avendone voluto uno di minor gravità. In altre parole, si era affermato che il Tunno, pur avendo armato la mano della Schiesaro, non si era proposto l'uccisione del Russo. La sentenza suscitò commenti soprattutto perché non sembrava accettabile che il Tunno a parte i suoi precedenti non gravi, dovesse subire una pena maggiore di colei che material mente, da sola, aveva sparato sei colpi di rivoltella contro l'ex fidanzato in una strada solita ria nei pressi di Caselette. Il p. g. dott. Benedicti, dopo l'intervento della parte civile rappresentata dall'avv. De Marchi, ha proposto un aumento di pena per la Schiesaro fino a 20 anni ed una lieve diminuzione — 21 anno — per il Tunno per un errato calcolo della recidiva. Secondo 11 rappresentante della pubblica accusa, quello di Caselette fu « un delitto freddamente premeditato e suggerito soltanto dalla sete di vendetta ». Ben diverso, naturalmente, 11 parere dei difensori della ragazza, gli avvocati Astore e Delgrosso, i quali hanno rievocato il dramma di Giuseppina Schiesaro, « vittima di un bellimbusto di periferia ». La ragazza conobbe il Russo verso la fine del 1963 e se ne Innamorò. Tuttavia, quando comprese quali erano le intenzioni del giovane, decise di lasciarlo. Si rividero dopo alcuni mesi e il Russo, questa volta, le promise di sposarla. Lei finì per cedergli e, da allora, i loro incontri amorosi divennero frequenti. Sotto le feste di Natale 1963 il Russo scomparve improvvisamente. SI rifece vivo ai primi dell'anno soltanto per dire alla Schiesaro che avrebbe sposato un'altra: «Afa fu rimarmi sempre la mia donna ». Da quel momento, secondo la Schiesaro, cominciò una vera e propria persecuzione morale, che indusse la ragaz- damcntalmcute onesta, rigida, gelosa della sua illibatezza e desiderosa di formarsi una famiglia su basi ancestrali di assoluta fedeltà ». Gli avvocati Da) Fiume e Punzi si sono soprattutto preoccupati di separare le responsabilità della Schiesaro da quelle del Tunno. « Vi sono alcune verità che non contestiamo: Tunno fornì l'arma, la fece riparare, e, forse, servì di tramite per l'ultimo appuntamento tra la Schiesaro e il Russo. Ma per trasformare il Tunno in un concorroite nel¬ l'omicidio premeditato bisogna dargli un movente. L'accusa non ne ha trovati: ha parlato di < oscuro sfondo amorale», di tcomplesso di inferiorità», di «spirilo di vendetta». Noti ha avuto il coraggio di sostenere, perché non è vero, che il Tunno era l'amante della Schiesaro. Questo sarebbe stato un motivo valido per dare il proprio ap-\lpoggio alla donna nel delitto. Ma Tunno non aveva alcun interesse olla morte di Angelo Russo. Tanto è vero che, in un primo momento, fornì anfipclepAleds1Imu l'altra volta alla Schiesaro un'arma che non funzionava. Questo significo che una cosa sola gli importava: avere le 70 mila lire contrattate ». Giuseppina Schiesaro, alla lettura della sentenza, è scoppiata in un pianto sommesso. Angelo Tunno è parso più sollevato, ma non del tutto soddisfatto: « Va già meglio «"ciba detto ai suoi avvocati —, ma anche 16 anni mi sembrano troppi. Io non c'entro niente con l'omicidio, non ho mai voluto uccidere nessuno». g, a. Giuseppina Schiesaro ascolta la sentenza della Corte d'Assise d'Appello di Torino Angelo Tunno: la pena gli è stata diminuita za a procurarsi un'arma per difendersi dalle ingiuste pre tese del Russo. « La sera del SS gennaio 196.'/ — hanno det to i difensori —, la Scliiesaro voleva avere una definitiva spiegazione con l'ex fidanzato Non aveva alcuna intenzione di uccidere, ma il Russo, con freddo cinismo, abusò ancora una volta di lei, strappandole addirittura alcuni 'ndumenti. E fu allora che la Schiesaro, umiliata ed offesa nei suoi sentimenti più profondi, estrasse la pistola e sparò Non vi fu premeditazione, ma piuttosto provocazione, in una delle sue forme più brutali ». L'aw. Delgrosso ha ricorda'.o che la stessa perizia d'uffl::o definisce la Schiesaro </o»i-

Luoghi citati: Caselette, Fiume, Torino