L'amica di Beltramini torna in Italia Aggirata la legge con nozze di comodo

L'amica di Beltramini torna in Italia Aggirata la legge con nozze di comodo Era stata espulsa dopo l'avventura di Caracas L'amica di Beltramini torna in Italia Aggirata la legge con nozze di comodo Josefa Ventosa Jiménez si è sposata a Lubiana con un italiano di 58 anni, ex miliziano: testimoni il dott. Beltramini e la segretaria ■ La giovane donna dichiara che non aveva altra via per ottenere l'ingresso nel nostro Paese ■ «Mio marito può stare sicuro che non gli darò fastidi: continuerà a vivere da scapolo come prima. Lo ringrazio della sua generosità » (Nastro servizio particolare) Milano, 19 febbraio. Il dott. Beltramini, ex consigliere comunale comunista di Milano, proprietario e direttore di una rinomata casa di cura, conosciutissimo dai frequentatori di San Siro per lo stile con cui la domenica, in pista, indossava il lucido blusotto di gentleman driver, ma soprattutto noto per un altro suo indumento personale, il panciotto nel quale la primavera scorsa, quando arrivò a Caracas in compagnia della sua bella e giovane amica spagnola Josefa Ventosa Jiménez, tentò inutilmente di nascondere 271 mila dollari, circa 170 milioni di lire, è ritornato improvvisamente alla ribalta della cronaca come ideatore, regista e comprimario di un'altra vicenda, molto meno drammatica ma non meno paradossale della precedente. Con un artifizio, che a tutta prima sembra collegarsi con certe trovate della vecchia commedia dell'arte, egli è riuscito ad annullare definitivamente il provvedimento con cui la bella « Pepita », dopo l'avventura venezolana, era stata espulsa dal nostro Paese come «straniera indesiderata». Per farla rientrare in Italia'c'era un'unica via: farle assumere la cittadinanza italiana. Automaticamente non sarebbe più stata «straniera» e, desiderata o no, avrebbe potuto rimettere piede sul nostro suolo a pieno diritto. Ma come ottenerla, questa benedetta cittadinanza? Se «Pepita» l'avesse chiesta, la sua domanda, dopo quel che era successo, sarebbe stata certo respinta. C'era un'unica via: la legge del 13 giugno 1912 in base alla quale la donna straniera che sposa un cittadino italiano diventa automati camente cittadina italiana, Bastava dunque che « Pepita» sposasse un italiano e il gioco sarebbe stato fatto, Già, ma quale italiano? Alessandro Beltramini sa rebbe stato felicissimo di pronunciare con le sue lab bra il rituale « sì », ma malauguratamente c'era un impedimento: era già sposato. Sebbene viva sepa rato dalla moglie da oltre ventotto anni, la legge ita liana non ammette dubbi in proposito: se avesse con tratto nuove nozze sarebbe finito in galera per bigamia Se Josefa Ventosa Jiménez voleva proprio diventare italiana, non le restava dunque altra via che sposa re un « altro » italiano. Na turalmente la scelta di que sto secondo italiano deve essere stata piuttosto labo riosa. Alla fine Alessandro Beltramini riuscì a trovarlo nella persona di un suo vecchio compagno cui lo legavano fra l'altro profonde affinità ideologiche: Pao 10 Balli, 58 anni, esiliato dal fascismo, combattente in Spagna nelle file antifranchiste, residente a Cor mano e impiegato a Milano presso il comitato di solida rietà democratica. Detto fatto, nel novero, bre scorso Beltramini, la sua segretaria signora Gallinari, Josefa Ventosa Ji ménez e Paolo Balli partirono alla volta della Jugo slavia, arrivarono a Lubiana e si presentarono al con sole italiano dove il Balli e « Pepita » chiesero di essere uniti in regolare matrimonio secondo il rito civile Poiché non esisteva alcun impedimento, e poiché non mancavano neppure i testimoni — Beltramini e la signora Gallinari, appunto — 11 matrimonio fu celebrato rapidamente. Qualche stretta di mano, qualche ringraziamento, la raccomandazione di mantenere il segreto più assoluto, poi la piccola comitiva riprese la via del ritorno : « Pepita » a Lugano, Paolo Balli alla sua metodica vita di scapolo ormai anziano, Beltramini e la Gallinari alla clinica milanese. Per tre mesi la vicenda è restata segreta tanto che ormai i suoi protagonisti pensavano se ne sarebbe parlato soltanto il giorno in cui «Pepita», ricevuto il suo passaporto nuovo fiammante, avrebbe potuto raggiungere Beltramini a Milano. Invece la notte scorsa la notizia è trapelata, i giornali hanno risfoderato le vecchie fotografie di Caracas, il caso è sulla bocca di tutti. Tanto rumore non potrà ini ogni caso impedire che la pratica giunga regolarmente in porto: dal punto di vista legale il matrimonio è perfettamente valido, per il nostro Stato Civile « Pepita » è ormai la signo¬ ra Balli, italiana a tutti gli effetti, e quindi non appena le verrà consegnato il passaporto — pare sia questione di giórni — ^nessuno potrà impedirle di ritornare fra noi. Il dott. Alessandro Beltramini ha subito confermato la notizia: « Quanto hanno scritto i giornali è vero. La questione mi riguarda solo in modo indiretto in quanto lo sposo non sono io. D'altra parte fino a che in Italia non cambieranno le leggi con l'istituzione del divorzio queste " scappatoie " saranno prese da tut ti. Noi avevamo esaurito tutte le possibilità legali Avevamo presentato un ricorso al Consiglio di Stato, era stato presentato un esposto al Presidente della Repubblica, sono state tentate tutte le strade: si è battuto a tutte le porte ma nessuno ha risposto, nessuno è intervenuto ». Josefa Ventosa Jiménez, raggiunta telefonicamente a Lugano dove vive in un elegante appartamentino di via Caccia 1, ha dichiarato: « Era l'unica soluzione, soltanto così ho smesso di essere una indesiderabile per le autorità italiane, e potrò finalmente ritornare a Milano. Per dieci mesi abbiamo tentato invano di far revocare il provvedimento che mi espelleva dall'Italia per avere violato le norme di sicurezza e di ordine pubblico dello Stato ". Ma non c'è stato niente da fare: sono stati irremovibili. Così abbiamo deciso di aggirare l'ostacolo. Paolo Balli sa che non avrà nessuna seccatura. Ha rinunciato da tempo a farsi una famiglia, e questo vincolo con me non gli peserà di certo. Lui continuerà a fare la sua vita, 10 la mia ». Quello contratto da « Pepita » e Paolo Balli è il più clamoroso ma non è certo l'unico caso di matrimonio « in bianco ». Anzi, in questi ultimi tempi, le nozzescorciatoia, le nozze-grimaldello celebrate soltanto al fine di aggirare qualche norma di legge si son venute facendo sempre più numerose. E' capitato più di una volta che una mondana, di fronte al « foglio di via » che le imponeva di ritornare immediatamente al pàesetto natio, desiderosa di restare nella metropoli e di con tinuare ad esercitare la sua attività abbia sposato, previo congruo compenso, qualche vecchietto dell'ospizio, riportandolo immediatamente, subito dopo la frettolo sa cerimonia, fra i suoi vec chi compagni. E guardan dosi bene dall'andarlo a trovare mai più. Ad analoghi espedienti sono ricorse anche facoltose straniere cui, per una ragione o per l'altra, era stato ingiunto di abbandonare immediatamente 11 nostro Paese. g. t. Josefa «Pepita» Ventosa, la giovane spagnola che si è sposata a Lubiana (Tel.)