«Il Faga non è un assassino» dicono i suoi difensori: stasera la sentenza

«Il Faga non è un assassino» dicono i suoi difensori: stasera la sentenza f>« tiioffiffcitio m«»c»I*« «i loriiio In fi ri riposti gì io «Il Faga non è un assassino» dicono suoi difensori: stasera la sentenza Per l'imputato, trentottenne, il P. M. ha chiesto l'ergastolo - I patroni aggiungono: «La colpì con uno schiaffo ma non aveva intenzione di sopprimerla » - I legali dei due fratelli (accusati di sfruttamento) sostengono: « Dodici anni ciascuno è una pena astronomica » - Invocata l'assoluzione degli imputati minori - Oggi pomeriggio parla l'ultimo avvocato del Faga; poi il verdetto Entro stasera la Corte d'Assise di Torino emetterà la sentenza nel processo per il delitto di corso Napoli 26. Ieri è stata la giornata delle difese e, per primo, ha preso la parola l'avv. Gino Balestra, che assiste, insieme, con l'aw. Salza, 11 principale imputato, Giovanni Faga di 38 anni, per il quale il P. M. dr. Silvestro ha chiesto l'ergastolo, ritenendolo responsabile di omicidio a scopo di rapina della mondana Vittoria Gabri, ventottenne. L'avv. Balestra, anzitutto, ha respinto l'ipotesi della rapina. « II Faga si è impadronito di un orologio della Gabri ed è andato a impegnarlo, quel giorno stesso, al Monte di Pietà. Non sappiamo nemmeno dov'era quell'orologio. L'imputato sostiene di averlo raccolto, macchinalmente, perché era caduto a terra, quando ormai la Gabri giaceva inanimata. Ma come si può sostenere che la rapina dell'orologio fu lo "scopo" per il quale il Faga uccise? E perché, allora, non si impadronì anche degli altri valori, gli anelli e la catenina d'oro che la donna portava al collo? « Senza contare che l'accusato sapeva, e lo sapevano tutti, che Vittoria Gabri non aveva mai un soldo. Tutti i suoi guadagni finivano nelle tasche di Ugo Margoni» dice il difensore del Faga. < Per pagare le cambiali dei mobili e degli indumenti, con impegni che non superavano le 15 mila lire al mese, la Gabri era costretta a "far la cresta" sul suoi guadagni di prostituta o addirittura risparmiare sulle 1000 lire al giorno che il "protettore" le lasciava. Per quattro o cinque mila lire, perché questo, al massimo, fu l'utile dell'orologio, non si uccide». Il difensore ha poi affrontato l'imputazione principale, quella di omicidio volontario. « Faga è indubbiamente credibile quando sostiene di aver dato un solo schiaffo alla Gabri, durante un banale litigio, senza alcuna intenzione-di ucciderla. Quando egli %diede. questa versione alla polista — e non la modiflcb più —" non poteva sapere che il perito prof. Tovo avrebbe dichiarato che le cause più probabili della morte della Gabri erano appunto lo strangolamento o un "meccanismo da inibizione". Quest'ultima ipotest è proprio quella che si adatta alla confessione del Faga: un solo schiaffo, nemmeno troppo forte, in un punto particolarmente vulnerabile e delicato. Non dimentichiamoci che la Gabri. alta un metro e cinquanta, era macilenta e sofferente ». L'avv. De Marchi ha difeso 1 due fratelli Margani e il Gattuso Per i due Margani il P. M. ha chiesto 12 anni più 2 anni di casa di lavoro ciascuno; per il Gattuso 3 anni più un anno di casa di lavoro. « Sono pene astronomiche — ha rilevato ii difensore — che risentono dell'atmosfera della Corte d'Assise. L'assassino della Gabri non è Ugo Margani ». Per il Gattuso l'avv De Marchi ha chiesto l'assoluzione con formula piena « E' un giovane incensurato, che incontrò la Gabri " se ne innamorò. E' vero, egli ricevette dei vaglia dalla donna, quando era ospite di case chiuse. Ma ha potuto dimostrare che quei quattrini servirono per l'acquisto di una macchina, che egli intestò a se stesso temporaneamente, per far piacere all'amica. Quando si lasciarono, non solo restituì l'auto alla Gabri, ma le versò anche la differenza del denaro ricevuto in più». Per Ernesto Margani, secondo il difensore, non esistono prove circa lo sfruttamento della moglie Anna Gioco. «Lo stessa Gioco dichiara di non aver mai dato del denaro al marito. Persino il padre della ragazza, di fronte a voi, ha ammesso che le sue presunzioni non erano suffragate da alcuna certezza. Sappiamo, invece, che Ernesto Margani e sua moglie vissero quasi sempre diuisi. E' ben curioso il comportamento di uno sfruttatore che va a lavorare in Lombardia, mentre la sfruttata rimane a Torino». Il caso di Ugo Margani è diverso. Il difensore lo ha trattato con discrezione, sottolineando soprattutto il fatto che c non abbiamo la prova delle aggravanti contestate dal P.M. Non risulta, infatti, che egli sfruttasse anche la Lonardi e, per quanto riguarda le percosse, possiamo ritenere che furono dettate dalla gelosia. Si può essere gelosi anche di una prostituta ». L'avv Delgrosso ha parlato per Nullo Giungi, accusato di favoreggiamento del Faga e di complicità in alcuni furti commessi dal maggiore imputato durante il periodo in cui era ricercato « Il Giungi non ha nulla che fare con gli sfruttatori o gli omicidi E' un povero disgraziato, caduto suo malgrado in una vicenda più grande di lui. Non sapeva che idlcssbc il Faga aveva commesso un delitto così grave e, quando lo arrestarono con il pericoloso compagno, si affrettò a giustificarsi: " Non sono un assassino, sono un ladro". Avrebbe ammesso di aver rubato anche la Mole Antonelliana pur di allontanare da sé lo speltro di quella morta. Ma le sue " confessioni " non concordano con la realtà. I furti, che egli disse di aver commesso, non sono stati accertati. Qualcuno non venne nemmeno denunciato. Potete al massimo condan¬ narlo perché trovato in possesso di un cacciavite ». E' poi cominciata l'arringa dell'avv. Salza, ancora per il Faga II difensore si è Interrotto alle 19 e riprenderà oggi alle 15- in serata avremo la sentenza. g. a. Giovanni Faga, da destra, Ugo ed Ernesto Margani ài termine dell'udienza di ieri niiiiiitMiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiuiiiiiifiiiitiuiiiitiiiMiri niiiMitiiiifiitiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiniiiiiiMiKiiiiii iiiiiiiiiiMititiiiiiiiiiiiiiiiiiin

Luoghi citati: Lombardia, Torino