Concerti di Händel per organo e orchestra

Concerti di Händel per organo e orchestra Concerti di Händel per organo e orchestra Il programma al Conservatorio, per l'Unione Musicale, con il «Collegium Academicum » di Ginevra e l'organista Lionel Rogg La fortuna di Hàndel, che fino al principio del nostro secolo era affidata soltanto o soprattutto a qualche oratorio, s'estese in Germania, verso il '20, ad alcuni melodrammi, e continua e s'amplia dovunque, anche in Italia, promossa dalla Sagra Umbra, per la parte oratoriale, e da parecchi teatri, a Napoli, a Roma, a Milano, recentemente a Venezia. Da qualche lustro ha favore pure la produzione concertistica, mentre le riedizioni totali e parziali accompagnano le rinnovate ricerche biografiche e gli studi tecnici. Quelle e questi non sono agevoli, sia per le travagliate condizioni della randagia vita di lui, sia per lo stato della musicologia, scarsa, allora, perfino nella cronaca. Gli studiosi che volsero l'attenzione ai Concerti per organo e orchestra, dovettero denunciare più d'una difficoltà nella sistemazione cronologica, nel riconoscimento e nella distinzione delle pagine originali da quelle rielaborate, traslocate da^ una composizione all'altra, ~o incompiute, o soltanto in abbozzi o schizzi. E' noto che, essendo egli stesso esecutore, e secondo la consuetudine, improvvisatore, lasciava qua e là senza note più d'un pentagramma, grave impedimento agli odierni concertisti. Non è opportuno annotare qui in particolare la consistenza dei venti Concerti, riuniti in quattro raccolte inglesi, due, stampate nel 1738 e nel '40, e due, dopo la morte, nel '60 e nel '97. Quelli eseguiti iersera nel Conservatorio per l'Unione musicale sono stimati tra i più indicativi della genialità di lui, tanto per la propria concezione dell'abbinamento dell'organo, o dell'arpicordo, ossia del cem|baio, con l'orchestra, quanto per la qualità dei mezzi sonori e i risultati artistici. Mezzi sonori, melodici e armonistici, di rado contrappuntistici, e in ogni caso semplici, miranti alla chiarezza e alla piacevolezza, anche alla popolarità. La contrapposizione, specifica nella forma del Concerto, del Solista e del « Tutti », ha carattere decisamente mondano, evita il rigore scolastico, tradizionale nella «musica chiesastica », e si espande piuttosto nel gusto Italiano, e strumentale e vocalistico. Tenerezza, grazia, delicatezza, brio, vivacità, alacrità scherzosa, pomposità, solennità, s'alternano nel Larghi, nei Larghetti, negli Adagi, negli Allegretti, e un'energia drammatica circola costante, varia e avvincente. In realtà la confluenza di più stili ed in ispecìe di quello italiano è evidente, accertata, anche in questi Concerti. E tuttavia la proprietà hàndeliana del sentire e dell'esprimere è parimenti palese, determinata. Con il Collegium Academicum di Ginevra, una ventina di bravi strumentisti, era iersera l'organista Honel Rogg. Questi mostrò competenza e buon gusto nella registrazione, correttezza nel legato, sufficiente agilità. Fu perciò calorosamente applaudito insieme col maestro Robert Dunand, valente concertatore e direttore del Collegium. a. d. c.

Persone citate: Allegretti, Lionel Rogg, Robert Dunand, Rogg

Luoghi citati: Adagi, Germania, Ginevra, Italia, Milano, Napoli, Roma, Venezia