Una gaia composizione ripresa dopo 400 anni

Una gaia composizione ripresa dopo 400 anni Una gaia composizione ripresa dopo 400 anni «Il cicalamento delie donne al bucato» di Alessandro Striggio eseguita al Conservatorio dalla «Stefano Tempia» Gli amici della musica, quelli, buoni, che non restringono il loro interessamento a speciali campi di cultura e d'arte, hanno avuto in pochi giorni due non frequenti occasioni di piacere e di istruzione: Le. Veglie di Siena del Vecchi e iersera Il Cicalamento delle donne al bucato, 1567, di Alessandro Striggio seniore, della cui esecuzione non si aveva in Torino memoria o notizia. La lode va stavolta all'Accademia corale Stefano Tempia, che nella studiosa e tenace attività, del tutto volontaria e liber.i, strettamente s'associa al suo maestro, Virgilio Bellone, competente quanto entusiasta. S'è or ora scritto: occasioni di piacere e di istruzione. In realtà questi due elementi, congiunti e presenti in ogni caso artistico, desiderati dalle persone colte, si ritrovano particolarmente attraenti nelle composizioni di quei cinquecentisti che tentarono o presunsero di esprimere con voci corali sentimenti di individui diversi, o nominati, come nell'A»j.fTp«rnaso, o sommariamente descritti, come nelle Veglie, o anonimi e accomunati, secondo lo stato sociale, come le « donne al bucato ». Poiché gli autori di tali cori sono pregiati maestri, è viva la curiosità di intendere lo scopo e il modo e il risultato, nel loro momento. In poche parole. Da una parte la crescente esperienza del teatro letterario favoriva la distinzione dei personaggi e il canto solistico con armonie vocali o strumentali; dall'altra la pratica appunto del cantar solistico sembrava inferiore a quella della dotta coralità. Parve perciò ad alcuni ammissibile il tentativo di musicare coralmente dialoghi di due o più personaggi, anche dissenzienti. Assurdità, vana resistenza alla prorompente insorgenza dell'io rinascimentale, che subito, nei primi melodrammi, di Peri, di Caccini, di Monteverdi, die a ciascun personaggio voce e carattere proprio, e al coro la somma sonora d'una moltitudine interloquente quando occorre. Ben altro è il coro di queste « donne al bucato ». Presentate mentre bagnano i « lor candidi veli presso a un chiaro e vivo fonte», chiacchierano, pettegolano, come servacce, degli amori delle loro compagne, discutono del più e del meno, cantano canzonette, sciacquano i panni, lì stendono al sole, pòi litigano furiósamente, perché una ha preso la..., come suol dirsi, biancheria intima d'un'altra, e si strappano 1 capelli, si vituperano con grosse parolacce, alfine s'acquetano e con saluti e sorrisi si danno l'a rivederci. Un dialogo, distinto? Neanche per sogno. Il coro, da quattro a sette parti, consta non solo di voci femminili, anche di due tenori e un basso, quali dicono e cantano tutto iiiiiiiiiiitiiiiiiiMiMiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiin ciò che è propriamente donnesco, e perfino intervengono a disputare sulla loro... biancheria femminile... Ma i polifonisti, retorici infatuati, non s'accorgevano di siffatte ridicolaggini. L'interesse e il compiacimento derivano dalla maestria del compositore e dal diletto auricolare. Le armonie frequenti iù dei contrappunti, sono scorevoli, agili, varie, nei ritmi, a vivace melodiosità recitatia accentua le parole e le frasi, i giova di superflue esclamaioni («A! fatti», «Ch'hai, tu?», Non certo» «Dite il ver?»), si istende in freschi motivi di popolari canzoni, accoglie il tono sentimentale nel brioso ntreccio. Insomma, a parte la iscussa dialogicità, son madrigali, seppur influenzati da Janequin, costrutti come tanti altri dì quel tempo. Grato alla corale, cui parteipavanò B. Bosio, R. Canepa, . Bogliettl, N. Verri, G. Pace, G. Poletti, W. Azzarelli, il pubblico applaudi anche parecchie amene * Canzonette » di cinquecentisti, e festeggiò con insistenza la fruttuosa operosità leì direttore. a. d. c.

Persone citate: Alessandro Striggio, Azzarelli, Caccini, Canepa, Monteverdi, Poletti, Stefano Tempia, Virgilio Bellone

Luoghi citati: Siena, Torino