Attualità di Romain Rolland

Attualità di Romain Rolland Centanni ia la nascita dei creatore di Jean' Attualità di Romain Rolland Visse isolato, sempre «contro corrente» ma vicino alla cultura più viva della sua epoca, fu insegnante, giornalista, romanziere - Soprattutto fu un moralista, convinto che il mondo potesse migliorare -EU suo messaggio, l'aspirazione ad una fratellanza universale che si elevi « au dessus de la mélée », è ancora vivo Il centenario della nascita (29 gennaio 1866) riporta Romain Rolland a vivere tra noi una nuova fortuna. Mutati i tempi, dimenticate tante polemiche, zittiti dai fatti gli oppositori, una prospettiva più adeguata permette di rivalutare uno scrittore che durante una vita, per nulla facile e sempre contrastata, visse isolato fra coetanei che coglievano onori e allori. Colui al quale, nel 1916, venne contestato il riconoscimento pur meritato del premio Nobel, riceve oggi un'attenzione generale del tutto significativa. L'isolamento passato e l'attuale attenzione si spiegano quando si consideri che Romain Rolland iniziò la sua attività letteraria assimilando egli pure quella profonda influenza di Nietzsche che, nell'ultimo decennio dell'Ottocento, operò fruttuosamente su tutta una generazione di scrittori francesi. La presenza del filosofo tedesco è evidente nel socialismo di Sorel come nel razionalismo di Maurras, nelle tendenze nazionalistiche di Péguy, anche nelle preoccupazioni romantiche di Suarez e sensualistiche di Gide. Tuttavia, il nostro scrittore si distingue dai suoi coetanei precisamente per il modo sicuro con cui ripensa una influenza comune, l'adatta al suo temperamento, trasforma una dottrina in un messaggio per il nostro tempo. Se Nietzsche fu un maestro di pensiero per la generazione di Romain Rolland, il biografo di Beethoven, di Tolstoi, di Michelangelo e di Péguy è un nostro compagno di vita. Un compagno di vita lo scrittore si manifestò fin dai primi anni della sua attività letteraria. Convinto da un particolare clima culturale a valorizzare i suoi interessi storici e musicali, presto egli fu conquistato dal fascino dei talenti di eccezione. Il giovane avvertì quanta ricchezza poteva trarre dalla consuetudine con alcuni grandi spiriti, diversamente da altri suoi coetanei non li isolò in una loro astratta grandezza, li senti vicini e fraterni, ormai convinto che « eroi non sono quegli uomini che hanno trionfato con il pensiero e con la forza, ma coloro che furono grandi per il cuore ». Intrattenne per anni il dialogo con Beethoven e, non soltanto mise in luce nel compositore i valori musicali, ma dalla sua vita trasse la certezza che « la musica non deve essere un divertimento, ma una forza morale ». In un secondo tempo passò a Tolstoi, altrettanto sicuro che il romanziere russo poteva essere un altro esempio di vita per un mondo alla ricerca di un ideale eroico. Venne, poi, il momento di Michelangelo, dei principali esponenti della Rivoluzione francese, finalmente di Péguy: sempre, di anno in anno, Romain Rolland sviluppò il suo proposito di scrivere meditazioni storiche su destini eccezionali al fine di sospingere i suoi lettori a « trasferirsi », a dialogare con essi nella certezza che un solo eroismo autentico è possibile nel nostro tempo, precisamente quello che . sa vedere il mondo nella sua realtà concreta e amarlo come tale ». Nell'impegno di esprimere un simile ideale di verità storica e di simpatia umana, Romain Rolland raggiunse la certezza che « l'aspirazione alla felicità realizzata dalla fraternità degli uomini è la coscienza religiosa della nostra epoca ». Questa convinzione tanto guidò il lavoro dello scrittore che, già all'inizio della prima guerra mondiale, egli aveva deciso di dedicare tutta la sua attività nella difesa di una così impegnata posizione sociale. Per anni la « Villa Olga » di Villeneuve diventò il centro dove le vittime di tutte le calamità del mondo potevano trovare comprensione e aiuto. Romain Rolland non scrisse soltanto nel 1915 Au dessus de la mélée in difesa di un patriottismo che non intendeva esprimere odio e menzogna. Fra i primi incoraggiò Tagore e aiutò Gandhi, denunziò il martirio di Sacco e Vanzetti, convinse nel 1933 un editore a stampare VHistoire de ma mori di Lauro de Bosis sacrificatosi nel cielo di Roma per testimoniare il suo desiderio di libertà contro il fascismo. Nel '19 con Croce, Einstein e Gorki firmò la celebre Déclara- Romaìn Rolland nel 1926 tion de l'indépendance de l'esprit, nel '40 fu vicino ai Francesi travolti e occupati. Guidato da una disinteressata passione per il vero e dal desiderio di comprendere le menti più lontane ed opposte, il moralista meditava gli avvenimenti storici ai quali partecipava con lo scopo dichiarato di alimentare il suo ottimismo. Questo ottimismo maturò nella mente di Romain Rolland quando egli comprese che la catastrofe del nostro piccolo mondo mediterraneo non rappresenterebbe per nulla la fine del mondo; quando intuì che altre civiltà hanno diritto ad un uguale rispetto e alla stessa sollecitudine. Tuttavia, lo scrittore fu anche più convincente quando, sollevando lo sguardo dal tavolo di lavoro, non si limitò ad osservare il piccolo borgo di Villeneuve e, più tardi, di Vézelay, ma oltre la Francia e l'Europa, sentì fraterni altri popoli, vicini e lontani; più fraterni gli oppressi e i meno fortunati perché di questi intendeva difendere l'importanza e la dignità. Nel desiderio di comprendere e aiutare le menti più diverse Romain Rolland fu guidato dalla volontà di rispettare l'indipendenza di ogni pensiero e dalla co scienza di dover accettare i rischi che questa indipendenza comporta. Così generoso temperamento era il frutto di una lunga educazione incominciata presso l'Ecole Normale Supérieure di Parigi, proseguita negli anni del soggiorno romano, approfondita nel lungo tirocinio, tra il 1901 e il 1912, quando il marito sfortunato, l'insegnante senza entusiasmo, il giornalista d'occasione prepararono il romanziere e il moralista. Jean-Christophe (1904-12) non è la prima, ma la più nota rivelazione di questo temperamento che nel celebre -personaggio sintetizza il suo ideale. Un ideale che, allora come in seguito, approfondisce il contrasto tra la sua aspirazione eroica e la mediocrità dell'Europa contemporanea, ne segna i limiti e coltiva le prime aspirazioni verso un più vasto ed armonico mondo. Lo sguardo di Romain Rolland incominciò presto a spaziare oltre i nazionalismi e gli imperialismi; presto egli riuscì persino a comprendere quanto vi era di limitato nell'óme européenne così congeniale al suo temperamento. Non a caso il suo primo amore fu per Victor Hugo, poi per Tolstoi, infine per Gandhi; il suo pensiero maturo fraternizza con i problemi sociali che la rivoluzione sovietica impone e con quelli che l'opera di Gandhi richiama. Sensibile ad ogni mutamento della coscienza storica, egli registra il progresso degli uomini verso il ricupero della loro dignità e con piena consapevolezza affronta quanti ostacoli si oppongono ad un lungo cammino. In modo essenziale, Romain Rolland ricorda alla Germania le sue responsabilità democratiche e come ne difende i meriti, condanna senza riserve le aberrazioni e i crimini. Già al principio del secolo, il padre di JeanChristophe afferma la necessità di ricostruire una più grande Weimar, una patria intellettuale in cui sia possibile riunire gli uomini di buona volontà nella mutua comprensione delle loro differenze. Fra i primi, l'amico di Péguy intuì come la tradizione culturale francese fosse un altro elemento fondamentale di questa nuova « anima » da creare e da difendere. Finalmente l'ammiratore di Michelangelo e di Beethoven comprese come per una simile creazione, culturale e politica, fosse indispensabile la volontà di chi ad una causa si dedica con forza e convinzione. Questa aspirazione all'eroismo che, secondo la critica più avveduta, caratterizza la creazione letteraria di Romain Rolland, è l'aspetto più autentico che rende attuale il messaggio morale e sociale del nostro scrittore. L'autore del Journal des années de guerre non si è mai sdegnosamente allontanato dagli uomini, sempre li ha avvicinati per meglio comprenderli, unirli, affratellarli. Franco Simone

Luoghi citati: Europa, Francia, Germania, Parigi, Roma, Villeneuve