Esposto alla Procura d'Aosta contro il presidente avv. Marcoz

Esposto alla Procura d'Aosta contro il presidente avv. Marcoz DOPO L'ULTIMA RIUNIONE DEL CONSIGLIO REGIONALE Esposto alla Procura d'Aosta contro il presidente avv. Marcoz Tredici consiglieri (de, psdi, campagnards) lo accusano di «rifiuto di atti d'ufficio» Sospendendo la riunione avrebbe impedito al Consiglio « l'esercizio delle sue funzioni » Oggi nuova riunione - Il segretario regionale del pei denunciato dalla Procura: in un manifesto del partito vi era una frase di una istruttoria penale avvolta dal segreto (Dril vostro corrispondente) Aosta. 11 febbraio Undici consiglieri regionali della de, uno dei psdi e uno del movimento Ligue-Campagnards hanno presentato oggi al procuratore della Repubblica d'Aosta un esposto per denunciare il comportamento tenuto dal presidente del Consiglio regionale, avv. Oreste Marcoz, nell'ultima seduta. L'avv. Marcoz, a loro giudizio, si sarebbe reso responsabile di « rifiuto di atti d'ufficio ». reato che comporta la reclusione fino a un anno o la multa fino a 400 mila lire. Hanno inoltre richiesto la requisizione del nastro magnetico riguardante la seduta. La notizia non ha destato molta sorpresa. Il consigliere regionale della de. avv. Cesare Bionaz, infatti, mercoledì scorso, aveva annunciato in Consiglio che avrebbe presentato una denuncia nei confronti del presidente Marcoz, per il reato di «attentato contro le assemblee regionali», art. 289 dei Codice Penale. Invece, dopo una riunione del direttivo della de e degli altri partiti alleati in questo momento (psdi e Ligue), si è ripiegato sull'articolo 238, « omissione o rifiuto di atti d'ufficio », e non si è fatta una vera e propria denuncia, ma un esposto. « L'adunanza — si dice fra l'altro nel documento — aveva carattere straordinario, su richiesta del presidente della Giunta, e veniva convocata con telegramma. Alle 9,30 circa la seduta veniva aperta dal presidente del Consiglio con l'appello nominale dei consi glieri, che risultavano presenti i7i numero di trentatré su trentacinque componenti (N.d.R.: mancavano i due socialisti). Ultimata l'operazione dell'appello, il presidente del Consiglio si è rifiutato di procedere oltre nella discussione dell'ordine del giorno, assumendo che la presenza in consiglio dei con siglieri dott. Francesco Gheis e avvocato Giuseppe Torrione, rinviati a giudizio in data 86 gennaio ultimo scorso con sentenza del giudice istruttore 7)resso il Tribunale di Aosta per il reato di tentata concussione, rendeva invalida la seduta e non consentiva l'ulteriore funzionamento del Consiglio ». Con il suo atteggiamento, dice il documento, il presidente del Consiglio Marcoz. abbandonando l'aula con l'ufficio di presidenza e dichiarando sospesa la seduta, « ha impedito al Consiglio l'esercizio delle sue funzioni e l'assunzione delle sue decisioni sugli argomenti posti all'ordine del giorno e l'integrazione della sua forza numerica ». In quel momento gli union-comunisti erano in minoranza: sedici contro diciassette. Non è questa però la sola denuncia o esposto presentata oggi ad Aosta. Dal canto suo, la Procura della Repubblica, per pubblicazione arbitraria di atti dì un procedimento penale, ha denunciato il segretario della federazione regionale del pei, Pietro Germano, che ha fatto pubblicare e affìggere un manifesto con la effige dei due consiglieri Gheis e Torrione, riportando fra virgolette una frase della requisitoria di rinvio a giudizio del P. M., dott. Bruno Caccia. Domani pomeriggio il Consiglio regionale è nuovamente convocato per trattare tutti gli argomenti all'ordine del giorno della precedente riunione, a cominciare dalla sospensione dei consiglieri Gheis e Torrione, i quali dovranno comparire dinanzi al Tribunale di Aosta il 15 giugno prossimo, per rispondere del tentativo di concussione dei seicento milioni nei riguardi del Casinò di St. Vincent. Intanto un periodico, aderente al pli, in un editoriale a firma del consigliere regionale commendator Ennio Pedrini, oggi scrive: «Al di fuori delle battaglie — è il caso di dirlo — politiche, di fazioni e di uomini, delle intemperanze, delle menzogne, degli insulti, in un clima che spesso chiama alla mente medioevali gazzarre di rioni e di sètte, il fattore più grave è che si sta assassinando, per inconfessabili interessi di colore, la dignità e il buon nome della Valle d'Aosta>. Aasas

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