«Luv»: una satira sul' amore moderno con Walter Chiari e la Valeri a Milano

«Luv»: una satira sul' amore moderno con Walter Chiari e la Valeri a Milano Il debutto del popolare attore comico nel teatro di prosa «Luv»: una satira sul' amore moderno con Walter Chiari e la Valeri a Milano La commedia dell'americano Schisgal è una paradossale vicenda con tre personaggi - Un uomo, per liberarsi della moglie, se la fa portare via da un amico; e per riconquistarla più tardi getta il rivale in un fiume - Applauditi i due attori con Gianrico Tedeschi (Dal nostro inviato speciale) Milano, 10 febbraio. Un polite sull'Hudson, in lontananza i grattacieli di New York. Su questo sfondo di maniera dello scenografo Coltellacci, tre attori soltanto: è Luv, una novità americana di Murray Schisgal giuntaci abbastanza fresca da Broadway, dove 6 rappresentata da oltre un anno, e da Parigi dove Terzieff la recita da qualche mese. L'autore è uno degli ultimi galletti dell'avanguardia americana, la sua biografia è, come d'obbligo, intessuta di strani mestieri e di singolari esperienze, la sua opera mescola, inevitabilmente, gli echi di Cecov e dei suoi nipotini, Wilder ad esempio, con le cerimonie verbali del teatro dell'assurdo. Ma Schisgal è anche autore fresco e originale. Satira dell'amore, come dice il titolo dove «Luv» c un idiotismo per «Love», la commedia s'avventa nello stesso tempo contro tutti gli altri miti della società contem-ì poranea: la psicanalisi, il sesso, l'intellettualismo, il successo. Per demolirli, bastano a iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiilliiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii Schisgal tre personaggi: Harry Berlin, tra il « beatnik » e il fallito, carico di complessi più che di idee, sull'orlo di una disperazione che gli offre un comodo alibi per sottrarsi alle proprie responsabilità; Milton Manville, ritratto ironico dell'uomo arrivato,' sicuro di sé, di giorno lavora in Borsa, di sera incetta roba usata; Ellen, sua moglie, sentimentalmente e sessualmente insoddisfatta, in ogni caso insopportabile. Quando si apre il sipario, Harry è sul parapetto del ponte, in procinto di buttarsi sotto. Milt, suo ex compagno dì scuola che non lo vedeva da quindici anni, passando casualmente riconosce Harry e lo dissuade dal suicidio vantandogli la gioia e la bellezza dell'amore. Harry si convince e subito dopo, con gli sfessi argomenti, impedisce a Milt, innamorato di un'altra donna e cui la moglie nega il divorzio, di commettere pazzie. A Milt balena allora un'idea: perché Harry non gli porta via la moglie f Detto e fatto. Ellen capita a proposito, tra lei e Harry è il colpo di fulmine. Nel secondo tempo, sono tra scorsi alcuni mesi, Ellen e Milt s'incontrano sullo stesso ponte e confessano la loro reci proca delusione. Vorrebbero tornare insieme, l'ostacolo è Harry, ma Milt pensa di liberarsene scaraventandolo nel fiume. Risultato: per due voi te finisce lui in acqua. Finché Harry non provvede a togliere l'incomodo con un suicidio. Naturalmente per burla, co. me tutti gli episodi, i « gags », i fitti dialoghi che danno poi pa allo scheletro di una vicen da volutamente banale e stra vagante insieme: raccontata come abbiamo tentato di farlo, potrebbe anche essere la trama di un film drammatico hollywoodiano o magari di un « musical » impegnato, ai quali Luv fa spesso, e argutamente, il verso. Se questa è la commedia di Schisgal. altra è la rappresentazione offerta questa sera al Teatro Nuovo. Uno spettacolo divertente, anche molto, come indicavano le grandi e ininterrotte risate di un pubblico foltissimo, ma del tutto estraneo allo spirito di un testo che — si ricordino i lavori di Ionesco — esige dagli interpreti la più grande serietà e compostezza, dovendo la comicità scaturire irresistibilmente dal contrasto tra le sciocchezze e i luoghi | comuni che i personaggi snoc|cio!a»io uno dopo l'altro e la te o adattate n'. nostro gusto— in maniera da scatenarel'ilarità degli spettatori (menoconvinzione e il sussiego con cui tengono detti. Ma la Valeri. Chiari e Tedeschi, favoriti dalla regìa assai accomodante di Giuseppe Patroni Griffi, hanno subito buttato tutto in parodia e in caricatura strizzando l'occhio alla platea e sottolineando atteggiamenti e battute - alcune probabilmente interpola nella seconda parte, senza dubbio non altrettanto felice come la prima), e da lasciare sulla loro sete coloro che avrebbero desiderato di approfondire la conoscenza su un nuovo e interessante commediografo americano. Dei tre interpreti, Gianrico Tedeschi (Milt) è quello più a suo agio e più intonato al per'sonaggio; Franca Valeri è as sai brava e spassosa, come \suole, ma è pur sempre Fran- ca Valeri capitata in una commedia non scritta da lei (la seconda volta in quindici anni); Walter Chiari (Harry), esordiente in prosa, vi porta le esuberanze e le intemperanze ginniche e vocali della sua frenetica comicità. Ma prò. prio ai suoi urli e alle sue acrobazie il pubblico si sganascia di più dalle risa. Molti applausi agli attori e al regista, al tenni ne dello spettacolo. a. bì. t o è l é . . , a a i i Gianrico Tedeschi, Walter Chiari e Franca Valeri in una scena di Luv a Milano

Luoghi citati: Milano, New York, Parigi