La Puglia di Cantatore

La Puglia di Cantatore MOSTRE D'ARTE A TORINO La Puglia di Cantatore Probabilmente la simpatia che subito, appena vista, ispira la pittura di Domenico Cantatore — e che adesso si ridesta nei torinesi con le quaranta bellissime opere da lui esposte alla « Bussola » — deriva dalla schiettezza dei suoi motivi e dalla chiara semplicità delle sue forme. Su queste qualità del sessantenne artista pugliese trapiantato giovanissimo a Milano e dal 1950 docente all'Accademia di Brera la critica è concorde. Sinisgalli parla dell'evidenza di « un linguaggio pulito, terso, senza bava, senza balbuzie, senza improvvisazioni »; Vallecchi della nitidezza di un disegno « largo e conciso »; Bellonzi di una luce non esterna ma « dentro 1 personaggi e le cose »; Venturoli di « umanissima adesione ai motivi della vita quotidiana»; noi stessi per l'ampia mostra presentata nel 1960 al « Piemonte artistico e culturale » dal Cantatore accennavamo alle sue «meditate accentuazioni dei volumi ». Il suo tema prediletto, divenuto quasi l'indice del suo gusto, e adesso tradotto anche nella tecnica del mosaico, è una donna sdraiata di vaste forme che si direbbero immobilizzate in una pigra attesa, il volto largo e tondo, gli occhi scuri e profondi da orientale: l'Odalisca, com'egli di preferenza l'intitola. Questo tondeggiare di carni vestite o nude, senz'ombra di sensualità malgrado l'inerte procacità del voluttuoso atteggiamento, gli è pretesto a una rappresentazione straordinariamente calma e limpida, dove talvolta certi bizzarri aggrovigliamenti delle membra tradiscono la sua antica ammirazione per Picasso. L'immagine si fissa sulla tela con una specie di atonia, e quella quiete, quella nitidezza pittorica fatta di curve armoniose e di luminosi timbri cromatici modulati sulle ampie superfici, si trasfonde natural¬ mente e placidamente nella sensibilità del riguardante. Non altrimenti agisce la pittura di Cantatore quando il motivo passa alla gente della sua terra (qui c'è una monumentale Donna del Gargano, scabra, rugosa, che pare il simbolo d'un dolore antico che continua), al paesaggio mitico di Puglia, alla natura morta. E' ancora pacatezza, immobilità, silenzio persino quando il cielo s'infosca sui colli e divampa di porpora sulle ombre del tramonto; ed è sempre, inscritta in un grande ordine intellettuale e morale, chiara e aperta umanità. Forse per questo il poeta Quasimodo ha scorto in Cantatore « un pittore della tenerezza umana ». mar. ber.

Persone citate: Bellonzi, Brera, Cantatore, Domenico Cantatore, Gargano, Picasso, Quasimodo, Sinisgalli, Venturoli

Luoghi citati: Milano, Piemonte, Puglia, Torino