Un traffico d'auto rubate e camuffate rivelò i convegni galanti di una cameriera a Mondovì

Un traffico d'auto rubate e camuffate rivelò i convegni galanti di una cameriera a Mondovì COMINCIATO IERI IL PROCESSO AL TRIBBIALE PENALE Un traffico d'auto rubate e camuffate rivelò i convegni galanti di una cameriera a Mondovì Gli imputati sono diciassette - Fra quelli a piede libero, otto devono rispondere di atti immorali in luogo pubblico: di notte, su un'auto, si incontravano con la bella ventenne . I due principali accusati (un autista di 34 anni e un operaio di 27) sono in stato di arresto e negano tutti gli addebiti: furto, violazione della legge Merlin, sfruttamento della prostituzione - Oggi parla il P. M. (Nostro servizio particolare) Mondovì, 9 febbraio. Diciassette imputati sono comparsi, stamane, al tribunale di Mondovì per un processo dove le accuse vanno dal furto alla contraffazione di auto rubate, dal lenocinlo a violazioni della legge Merlin. I principali imputati — entrambi in stato d'arresto — sono l'autista Giovanni Ramondetti di SI, anni e l'operaio Michele Rossi, di 27, entrambi di Villanova Mondovì. Il Ramondetti deve rispondere di lenocinlo, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, furto, contraffazione di auto rubate, truffa, contrabbando, detenzione abusiva di armi; il Rossi di furto, lenocinlo, favoreggiamento e atti immorali. Gli altri quindici accusati si trovano tutti a piede libero. Il carrozziere Lino Soma di 22 anni, il meccanico Aldo Bellino di 21, (anch'essi di Villanova Mondovì) e l'ambulante Remo Pasquale, ventisettenne, di Moncalieri, sono imputati di contraffazione di auto e ricettazione. Il barista Francesco Bodrito di 21 anni, di Savona, deve rispondere di concorso in furto; Alda Bonelli di 1,1, anni, che all'epoca dei fatti dirigeva un albergo di Mondovì, è imputata di omessa denuncia di persone alloggiate nell'esercizio; il ventiseienne Giuseppe Cappellino, di Villanova Mondovì, è accusato d'aver pilotato un'auto rubata. Infine altri nove giovani devono rispondere di atti immorali in pubblico: la ventenne Titti Saiitin (una cameriera di origine veneta attualmente ospite di un centro di rieducazione); il ventiseienne Francesco Porta, di Mondovì; Renato, Antonio e Giuseppe Fenoglio, di 29, 24 e 27 anni (ma non sono parenti); Carlo Preve, trentenne; Giancarlo Pasquale di 29 anni, Nello Rulfi e Giuseppe Soma, di 25, tutti di Villanova Mondovì. Le indagini dei carabinieri presero le mosse, all'inizio dello scorso anno, da un'auto rubata a Ceva e ritrovata poche settimane dopo in possesso di un autista che l'aveva acquistata da uno degli imputati: la vettura era provvista di targa falsa e di una nuova piastrina di riconoscimento sul telaio. Venne cosi alla luce un'.dtraffico di macchine di provenienza furtiva che venivano camuffate in una carrozzeria della zona. I carabinieri accertarono che nell'officina di Lino Soma le vetture erano state portate dal Bellino, il quale a sua volta eseguiva l'ordine per conto del Ramondetti e 'del Rossi. In una perquisizione fseseguita in casa del Ramon ■111111111 immillili 1 mimmi drttì furono scoperte armi da fuoco e seicento pacchetti di sigarette di contrabbando. L'inchiesta si allargò e venne alla luce uno squallido traffico imperniato sulla Santin. Risultò che il Ramondetti e il Rossi avevano favorito i convegni della ragazza con parecchi giovani che frequentavano gli esercizi pubblici di Mondovì e Villanova. In istruttoria la Santin dichiarò che il Ramondettì pretendeva una parte dei suoi guadagni come «compenso per i clienti che le aveva procurato». Oggi, durante l'interrogatorio, la. ragazza ha mitigato le proprie accuse. Sentiti a loro volta, il Ramondetti e il Rossi hanno cercato di negare e respingere la maggior parte degli addebiti. Riferendosi alla Santin, il Ramondetti ha dichiarato: « Ho perso la testa per quella ragazza ». Il presidente, dott. Bruno, gli ha ricordato: « Ma lei ha " ceduto " la ragazza ad altri per denaro ». .1 queste parole l'imputato ha chinato la testa senza ribattere. L'autista è anche accusato di truffa. Pagò alla Santin il conto dell'albergo, ma poi le procurò (per 21, mila lire) tre scatole di fiale ricostituenti, dicendole che si trattava di iniezioni capaci di procurarle un aborto. Il Rossi ha ammesso di avere avuto anch'egli rapporti con la bella camerierina e di aver pilotato l'auto un giorno e una notte per condurla nel Veneto per ritirare un documento al paese d'origine. Il giovane ha tuttavia negato con decisione di avere favorito l'attività immorale della ragazza. Gli otto giovani accusati di atti immorali hanno dichiarato concordemente che, quando si appartarono con la Santin, i vetri dell'auto sulla quale si trovavano erano appannati. La difesa sosterrà la tesi che, con i cristalli appannati a causa dell'umidità e del fumo delle sigarette, dall'esterno non era possibile scorgere nulla: la precisazione dovrebbe far venire meno l'elemento del luogo pubblico indispensabile per la sussistenza del reato di atti immorali. Domattina parlerà il Pubblico Ministero e sabato si avrà forse la sentenza. n. Hi. / due principali imputati Ramondetti, a sinistra, e Rossi in aula ieri a Mondovì