Poliziotto mentre indaga sul caso Ben Barka ucciso da un evaso sorpreso in un «night-club» di Sandro Volta

Poliziotto mentre indaga sul caso Ben Barka ucciso da un evaso sorpreso in un «night-club» Poco dopo l'alba di ieri nei bassifondi di Parigi Poliziotto mentre indaga sul caso Ben Barka ucciso da un evaso sorpreso in un «night-club» La vittima è un commissario - Feriti altri due agenti - L'assassino è riuscito a fuggire - I poliziotti avevano riconosciuto per caso il gangster mentre cercavano in un locale uno dei rapitori del capo marocchino - Il bandito, fermato, ha chiesto di prendere l'impermeabile al guardaroba: accontentato, ha estratto la pistola e ha sparato a bruciapelo (Dal nostro corrispondente) Parigi, 2 febbraio. Nuove vittime si sono avute in margine all'affare Ben Barka: un poliziotto è stato assassinato e due altri feriti in circostanze che denotano un'incredibile imprudenza da parte del servizio di pubblica sicurezza che ha condotto la operazione conclusasi così tragicamente. Tutto ha avuto origine da una falsa segnalazione pervenuta alla brigata mobile stamane all'alba, secondo la quale Julien Le Ny, uno dei gangsters ricercati per il rapimento del capo ' dell'opposizione marocchina, si sarebbe trovato in quel momento al « Saint-Clair Club», un locale notturno ai margini di Monimartre, frequentato dalla malavita. Quattro poliziotti vi andarono mbito; bloccarono l'ingresso del locale ed esaminarono i documenti dei presenti: erano tutti gente dei bassifondi, ma avevano le carte in regola. Ad ogni modo, gli agenti fecero presto ad accertarsi che Le Ny non c'era. Però uno dei clienti destò qualche sospetto: un poliziotto lo frugò da capo a piedi e si assicurò die non fosse urinato, poi lo invitarono a seguirli per maggiori accertamenti da corninere al commissariato. L'uomo on oppose resistenza, fece qualche passo con loro, ma, arrivato sulla porta del locale, chiese di ritornare indietro per andare a prendere l'impermeabile die aveva lasciato al guardaroba. Venne accontentato. Con l'impermeabile buttato negligentemente sul braccio, uscì all'aperto con I quattro poliziotti e, tutti insieme, fecero un centinaio di metri a piedi per raggiungere l'automobile della polizia. Però, al momento di salire in macchina, l'uomo tirò fuori ad un tratto la iitstola da una tasca dell'impermeabile e aprì il fuoco sulla sua scorta. Sparò sei colpi quasi a bruciapelo, poi si diede alla fuga scomparendo nel groviglio di straducole del '.uartiere, de¬ serte a quell'ora. A terra era rimasto il commissario Maurice Galibert, 35 anni, capo del gruppo di repressione del banditismo della prima brigata territoriale di Parigi, fulminato da una pallottola che gli aveva attraversato il fegato. 1 due feriti, non gravi, sono gli agenti Gibbeaux e Couzier. L'assassino, Christian David, è uno dei più pericolosi personaggi dei bassifondi parigini, dov'è conosciuto come « il bel Sergio »: a 3.'i anni, ha già subito ventun condanne e avrebbe dovuto trovarsi ora in carcere se non .'osse stato da più, di tre anni latitante, dopo una delle sue innumerevoli evasioni. E' una lista interminabile quella delle aggressioni, delle rapine, dei furti compiuti durante la sua carriera, non soltanto a Parigi, ma anche nella regione di Bordeaux, di Tolosa e, soprattutto, sulla Costa Azzurra, dove aveva organizzato una banda di svaligiatori di ville, nove dei quali sono stati arrestati di recente. Fra le imprese del « bel Sergio », una delle più clamorose fu la rapina della paga degli operai delle officine Breguet a Anglet, per un importo di 270 mila franchi (35 milioni di lire), da lui compiuta il 1" giugno dell'anno scorso. La sua maggiore abilità si manifesta tuttavia nelle evasioni e nell'arte di rimanere uccel di bosco nonostante le ricerche della polizia. Protetto da una vastissima omertà degli ambienti della malavita, circola liberamente sotto svariate identità, facendosi chiamare di volta in volta Soler, Manolo, Dupeux, Mesnard o con altri nomi suffragati da documenti falsi. Evase la prima volta nel 1960 dal carcere di Besanvon, ma si fece riprendere pochi mesi dopo a Bordeaux, il 27 febbraio 1961, mentre stava per rubare un'automobile. Venne allora rinchiuso nella fortezza di Ha, dove la fuga sarebbe stata praticamente impossibile, però, simulando la pazzia, riusci a farsi trasferire nel manicomio di Cadillac-surGaronne, dal quale non gli fu difficile ritornare in libertà. Un'altra sua evasione sensazionale avvenne poi dal palazzo di giustizia di La Rochelle mentre stava per incominciare un processo a suo carico. Il Quartiere in cui e avvenuto il delitto è stato immediatamente circondato da enormi forze di polizia, che per tutta la giornata hanno perquisito le sordide abitazioni, ma del « bel Sergio » non è stata trovata traccia. Sono stati pure fermati gli equivoci clienti del « Saint-Clair Club», che però non hanno potuto o non hanno voluto dare indicazioni. Oltre a Christian David, la polizia ricerca un certo Michel Cunse, che era seduto con lui a un tavolo del locale e si è eclissato appena udita la sparatoria. L'imprudenza, dei poliziotti, che hanno lasciato prendere l'impermeabile al « bel Sergio » senza controllarne le tasche, è evidente se si tien conto che nessuno può ignorare come i malviventi, quando entrano nei locali pubblici, lasciano sempre le armi al guardaroba. E' una regola osservata costantemente nei bassifonùi, non foss'altro per non farsi sorprendere armati quando avviene una retata. D'altra parte, se è vero che i poliziotti, come sembra accertato dalle dichiarazioni dei sopravvissuti, avevano riconosciuto subito Christian David nel personaggio fermato, perchè non gli hanno messo le manette? Sandro Volta Il luogo ove è caduto ucciso a Parigi il commissario della polizia (Tel. A. P.)

Persone citate: Ben Barka, Christian David, Maurice Galibert, Mesnard, Michel Cunse, Rochelle, Soler

Luoghi citati: Bordeaux, Parigi, Tolosa