Accuse di peculato per due miliardi nella Confcommercio e nell'Enalc di Guido Guidi
Accuse di peculato per due miliardi nella Confcommercio e nell'Enalc L'istruttoria affidata alla magistratura romana Accuse di peculato per due miliardi nella Confcommercio e nell'Enalc Tra le persone denunciate i presidenti delle due organizzazioni Casaltoli e Rapelli Le irregolarità riguardano i corsi di addestramento per i lavoratori del commercio dWo.tr» servizio particolare) ]MRoma, 1 febbraio. Un altro scandalo è all'esame della magistratura. Gli enti accusati sono I'Enalc (Ente nazionale addestramento lavoratori del commercio) e la Confederazione generale italiana del commercio e del turismo; gli imputati sono 12 e tra questi i maggiori dirigenti ed ex dirigenti del due enti; le accuse sono quelle di peculato con l'aggravante del danno rilevante, quella di abuso d'ufficio e per taluni quella di interesse privato in atti d'ulficio. Le somme che sarebbero state disperse ed avviate verso fini diversi da quelli cui erano destinate ammonterebbero a quasi due miliardi di lire. L'istruttoria è in corso da ormai due anni, ma trascorreranno alcuni mesi ancora prima che giunga a conclusione; il magistrato ha firmato gli ordini di comparizione per ciascun Imputato ma non sono ancora giunti a destinazione. Gli imputati sono da dividersi in tre gruppi. Al primo appartengono i dirigenti dell'Enalc: il presidente Giuseppe Rapelli, già deputato democrl stiano dì Torino, Novara e Vercelli sino alla penultima legislatura; l'ex direttore ge nerale dott. Luigi Filippi; il direttore generale dott. Man lio Desidera; il consigliere di amministrazione dott. Pietro Natalinl che è anche consigliere della Federazione nazionale cassa mutua malattie degli esercenti attività commerciali. Al secondo gruppo invece appartengono 1 dirigenti e gli ex dirigenti della Confederazione del commercio: l'ex presidente Gian Maria Solari di Genova; l'ex segretario generale avv. Corrado Bertagnolio che dal 1960 è direttore generale dcll'Inail; l'attuale presidente avv. Sergio Casaltoli che è anche consigliere d'amministrazione dcll'Inail, dell'Enpi e del Cnel; il segretario generale dott. Edoardo Porena. Infine vi è un terzo gruppo composto da Giuseppe Berardi, Bruno Marchetti, Camillo Pandolfi e Tommaso Casili. Per avere una idea delle accuse è necessario ricostruire la situazione. L'Enalc è un ente pubblico, la cui sede cen frale è a Roma in via Lucullo, che ha lo scopo di promuovere lo sviluppo ed il miglioramento dell'istruzione professionale dei lavoratori del commercio Per questa attività l'ente riceve dei fondi dallo Stato. Dieci anni or sono I'Enalc (che tra l'altro ha costruito e gestisce un albergo ad Assisi, uno a Rimini, uno a Merano ed uno a Castelfusano) stipulò un accordo con la Confederazione del commer ciò affidandole questi corsi. Secondo l'accusa — i dettagli non sono noti per evidenti motivi di segretezza istruttoria — sarebbero stati am messi a frequentare questi cor si non soltanto i lavoratori del commercio, cioè coloro che compiono una attività coni nierciale alle dipendenze di terzi; ma anche i dettaglianti, i cosiddetti piccoli commercianti. L'aver destinato i fondi dello Stato a scopi diversi da quelli per cui erano stati stanziati costituisce peculato per distrazione. Secondo il j 2sidente della Confcommercio dott. Sergio Casaltoli, che a assistito dagli avvocati Fer ruccio Liuzzl e Filippo Ungerò, tutto si è svolto seguendo i criteri della più assoluta liceità: «I corsi sono stati organizzati ed eseguiti dalle associazioni provinciali dei commercianti con l'autorizzazione del ministero del Lavoro che tra l'altro approvava anche il programma e il piano di finanziamento. Inoltre sono stati sempre eseguiti dei controlli da parte degli Ispettori provinciali del ministero del Lavoro ». Dal canto suo l'ex deputato Giuseppe Rapelli, presidente dell'Enalc, ha dichiarato: «I corsi furono organizzati dall'Enalc di intesa con la Confederazione generale italiana del commercio per nove anni, dal 1954 al 1963, in base alla legge del 21-6-1938, non ancora abrogata, che dà facoltà a tutte le confederazioni ed agli enti creati dalle stesse confederazioni di indire corsi sia per i lavoratori sia per i datori di lavoro. Tale legge, a mio avviso — ha continuato Rapelli — è conforme alla nostra Costituzione che prevede il lavoro per tutti indistinta- mente> Guido Guidi dlfilpppbdcncd«Bacslczd
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