La "ragazza della droga,, e altri 4 sospettati in libertà a Igneo su cauzione di 500 mila lire

La "ragazza della droga,, e altri 4 sospettati in libertà a Igneo su cauzione di 500 mila lire Deciso dal magistrato "perché mancano gli indizi„ La "ragazza della droga,, e altri 4 sospettati in libertà a Igneo su cauzione di 500 mila lire Soltanto l'impiegato Carlo Tonet (dipendente della Provincia) ha trovato in tempo il denaro necessario - Per la ragazza non è stata richiesta alcuna somma - Gli altri tre lasceranno le prigioni domani - Rimangono in stato d'arresto i due di Ceva Marina Marenco si è rifugiata in casa della nonna, a Vicoforte - Dice: «Sono stata sincera, non ho calunniato nessuno» (Dal nastro inviato .speciale) Mondovì, 29 >:ennaio. Colpo di scena nell'inchiesta sul traffico di droga a Cuneo. 11 magistrato inquirente ha firmato stamane l'ordine di scarcerazione nei confronti di cinque dei sette arrestati. Si tratta di Carlo Tonet, di 48 anni, segretario della sezione lavori pubblici doli' amministrazione provinciale; Giovanni Fontana, di 47, mediatore di alloggi; Riccardo Frivoli, di 46, panettiere, tutti da Cuneo; Vittorio Raso, di 47, rappresentante di commercio, da Boves, e Marina Marenco, di 20 da Mondovì, Restano in prigione 1 due di Ceva: Mario Muratore e Bruno Porasso, che sono sospettati di reati contro la morale. Nella tarda mattinata il Procuratore della Repubblica dott. Squarotti ha comunicato ai legali la notizia dell'imminente libertà per i cinque. La ordinanza fa riferimento agli articoli 270 e 282 del codice di procedura penale: premesso che sarebbero venuti a mancare sufficienti indizi di colpevolezza nei confronti degli arrestati, ne ordina la scarcerazione, previo versamento d'una cauzione di mezzo milione ciascuno (tranne la Marenco, forse per le sue attuali condizioni e la sua impossibilità di garantire la cifra essendo minorenne). L'inchiesta resta aperta: per gli accusati è possibile un proscioglimento in istruttoria. Ecco la cronaca della giornata. Sono passate da poco le 12 quando il magistrato comunica ai legali la notizia. Come trovare in tempo il denaro della cauzione da depositare all'Ufficio del Registro? L'avv. Bertone, legale del Tonet, trova il denaro per il pronto intervento della moglie dell'arrestato, da vari anni separata dal marito. Si compila un assegno in conto corrente intestato ad Aldo Draperis, collega d'ufficio e amico del Tonet, ma purtroppo occorre un assegno circolare. Rimedia la segretaria dell'avv. Bertone, che per un caso fortunato ha in ufficio un assegno di 500 mila lire che doveva servire per una operazione bancaria a Nizza. Il Draperis e l'avv. Bertone si precipitano ill'Ufflcio del Registro pochi istanti prima della chiusura. Prima delle 14, Carlo Tonet finisce piangendo nelle braccia del legale e dell'amico e dopo pochi minuti varca la soglia dell'abitazione della moglie, in corso Dante 10 Qui lo attende la consorte e la figlia Claudia, studentessa liceale diciassettenne. Un lungo abbraccio a distanza di otto anni con la moglie suggella forse la ricomposizione di una famiglia. < Perdonami — sussurra fra le lacrime il Tonet alla mo glie —. Ti ringrazio per ciò che hai fatto per me-». Il funzionario della Provincia riceve parenti e amici, poi spossato va a dormire. In carcere ha mangiato pochissimo, ha dormito anche meno. Più tardi un suo parente — noto" uomo di legge — illustrerà al giornalisti la storia della vita di Tonet, l'incubo di questi giorni, ribadirà la sua disperata prò testa di innocenza. Carlo Tonet forse riprenderà da lunedi il suo posto di lavoro. Gli altri legali non hanno fatto in tempo a trovare il denaro per la cauzione, ad ef fettuare l'operazione bancaria ed a completarla col versamento. Frivoli, Fontana e Raso (ma qualcuno asserisce che questi è riuscito ugualmente a lasciare il carcere di Fossano dove da quarantotto ore era stato trasferito) do vranno attendere che lunedì l'Ufficio del Registro riapra i battenti. Nessun problema invece per Marina Marenco. Il suo patrono, avvocato Costa, si precipita da Mondovì a Cuneo per recare alla cliente la bella notizia. Ma non riesce a portar via subito la ragazza che potrà uscire dal carcere soltanto se scortata da una assistente sociale. A sera si apprende che Marina Marenco è stata vista uscire dal carcere di via Leutrum e infilarsi in un tassi accanto ad una signora in pelliccia. Corriamo alla caccia di Marina Marenco. Prima tappa, Mondovì, via Piave, dove abitano la mamma e il patrigno. Cadono dalle nuvole, non ne sanno nulla. Una lunga attesa, ma il tempo incalza. E se si fosse rifugiata in casa della nonna a Moline, piccola borgata di Vicoforte vicino a Mondovì? Via allora su questa pista, che si rivela buona: Marina è Infatti nella casa della nonna la quale, appena l'ha vista, è scoppiata in lacrime ed è stata colta da malore. Siamo cosi a colloquio con la ragazza. Sembra che sia stata diffidata a rilasciare dichiarazioni sulla vicenda processuale. Marina, fedele alla consegna, dice: «.Tutto ciò che sapevo l'ho detto al Procuratore. Ma tengo a precisare che non ho e non avrò ripensamenti. So detto la verità e desidero mantenerla ». A poco a poco l'atmosfera si sgela e, badando a non interfe rire nel segreto istruttorio, le rivolgiamo alcune domande. — Non ignorerà che coloro cìie sono stati da lei accusati, hanno ritorto su, di lei l'accusa di menzogna! — Non mi spavento per que¬ sto, quei signori sanno che sono stata sincera. —yLei sa che se l'istruttoria o il processo si concluderà con un proscioglimento generale potrebbe essere perseguita per calunniai — iVou credo che ciò accadrà. Non vi ho mai pensato né ci penso. Sono conscia di ciò che ho affermato e di conse guenza assolutamente tran quilla. Marina è tornata da due ore In libertà, e ha già trovato lavoro, sempre come assicuratrice. Non le risulta di essere stata licenziata dai suoi antichi principali, comunque ha già accettato il posto offertole da una compagnia di assicurazioni. E' ancora lei che parla: x Desidero ringraziare chi mi ha dato la possibilità di ritornare a un lavoro onesto, in cui senza voler peccare di immodestia me la cavo benino. Voglio dire anche il mio grazie a quelli, forse non molti, che mi hanno espresso la loro comprensione. Soprattutto il magistrato che è stato molto umano con me, un vero padre di famiglia s>. Marina narra brevemente la storia della sua vita: «Non so cosa significhi la parola affetto. Soltanto la noma mi ha voluto bene e me ne vuole ancora. Non ho mai conosciuto mio padre, e conservo un vago ricordo di mia madre (di cui non saprei dire neanche l'età precisa) la quale, quando avevo un anno, si sposò con un altro e mi affidò alla nonna. Mi ha fatto lei da mamma, come poteva e sapeva. Ho studiato all'avviamento e ho lavorato ad Albisola nelle ceramiche artistiche: si, dipingevo a mano. Poi, a Ih anni, sono finita in collegio a Torino, e ne sono uscita dieci mesi fa. Che ricordi ho dell'istituto? Ne belli né brutti. Certo ne uscii con una gran voglia di vivere. Brutta non sono, ma so di non essere bella come vogliono farmi apparire. Bo avuto la disgrazia di essere sempre stata troppo notata, ecco, sì. Ho vergogna di ciò che ho fatto, e sono pentita. Non voglio che ciò si ripeta mai più*. Le domandiamo: <Ha progetti per il futuro? ». «Cercherò di non fare più colpi di testa. Purtroppo non sono portata a sognare: è un lusso che la mia fanciullezza non ha mai conosciuto. Non credo nell'amore a prima vista e non considero ti matrimonio una sistemazione. Tuttavia se ci sarà chi riuscirà a comprendermi non sarò io a respingerlo ». E' quasi mezzanotte. Marina rientra nella modesta casetta della nonna, unico rifugio dei suoi affetti. Nino M anera La ventenne Marina Marenco, abitante a' Mondovì, principale protagonista del presunto traffico di droga scoperto a Cuneo, è stata scarcerata ieri e si è rifugiata in casa della nonna a Vicoforte. L'inchiesta era cominciata una ventina di giorni fa sulla base delle sue dichiarazioni: la ragazza aveva infatti confessato ai carabinieri di avere distribuito a diverse persone di Cuneo bustine contenenti cocaina che ella ritirava da misteriosi distributori in uno «chalet» alla periferia della città. Gli inquirenti avevano arrestato nove persone. Di queste, sette sono state scarcerate (compresa la ragazza) perché «manca qualsiasi indizio di colpevolezza». Rimangono in carcere .due giovani di Ceva che, coinvolti nell'indagine, sono anche accusati di atti immorali. Nella foto: la Marenco subito dopo la scarcerazione