La corsa verso la morte di Gino Mazzoldi

La corsa verso la morte Wjo sport itaiiama iti tutta pei* ia sviai/uva di Brema La corsa verso la morte I sette nuotatori della nazionale, più l'allenatore Costoli stavano partendo in treno da Milano per Zurigo • Avevano già acquistato i biglietti - A questo punto sono stati avvertiti che avrebbero potuto usufruire di un volo della «Swissair» in partenza da Linate alle 11,26 (in ritardo) - I giovani sportivi si precipitarono allora all'aeroporto andando cosi incontro alla morte - Dalla Germania giunse notizia che fra le vittime vi era anche Gianni Gross che in realtà non era partito - Questo spiegherebbe il riserbo della compagnia aerea (Dal nostro corrispondente) Milano, 29 gennaio. I sette azzurri del nuoto con l'accompagnatore Paolo Costoli erano partiti ieri mattina da Linate in aereo per Zurigo. La conferma è stata data soltanto questa sera. Non si capisce perché tanto silenzio da parte delle autorità aeroportuali. La versione ufficiale è che i nomi degli atleti sarebbero stati scritti all'ultimo momento senza controllo, quindi con la possibilità di errori, e si temeva di diffondere notizie non esatte; soprattutto dopo che dalla Germania era stato comunicato che nella lista dei passeggeri figurava an- che Gianni Gross, il quale invece si trovava a Firenze. Il concentramento dei nuotatori era fissato ieri mattina all'albergo Splendido nei pressi della stazione centrale. C'era con loro l'accompagnatore. Mancava il giornalista Sapio che già si trovava a Francoforte. Il programma prevedeva il viaggio in aereo da Linate alle 9,30. Ma la nebbia era così fitta che l'Alitalia si vedeva costretta a sospendere il volo. Si pensò di partire dalla Malpensa, ma si apprese che la nebbia paralizzava ogni attività anche in quell'aeroporto. Il tempo incalzava e l'accompagnatore Costoli decise allora di rinunciare all'aereo per il treno, e fece acquistare otto biglietti di prima classe per Zurigo. La comitiva alle 10,25 stava salendo le scale mobili della stazione Centrale che portano ai binari, quando un funzionario deH'Alitalia ansimante per una lunga corsa li raggiunse e li avvertì che un ap parecchio della « Swissair » (S.R. 621) sarebbe partito da Linate alla prima schiarita. Aggiunse che li avrebbe potuti attendere sino alle 11,20. L'allenatore e gli atleti uscirono dalla stazione e con un pullman velocemente raggiunsero Linate, poi correndo si avviarono all'aereo. Mentre i sette nuotatori e l'accompagnatore viaggiavano sull'apparecchio della « Swissair », il presidente della Federazione nuoto Aldo Parodi ed il tesoriere dott. Francesco Muzio pensavano che si trovassero sul treno. A mezzogiorno erano a Zurigo e salirono sul primo aereo in partenza per Francoforte sperando di arrivare a prendere la coincidenza con il volo che finalmente avrebbe dovuto portarli a Brema. Invece giunsero a Francoforte con 12 minuti di ritardo, persero la coincidenza e dovettero prendere posto sull'aereo successivo, il tragico Convair. Un viaggio maledettamente difficile e pieno di contrattempi, concluso con la morte. La notizia del disastro è giunta a Milano ieri nelle prime ore della sera. Ma soltanto a tarda notte si è appreso che tra le vittime figuravano i nostri atleti, perché, come si è detto, la Federazione nuoto credeva che avessero compiuto il viaggio in treno. Tra le vittime, la milanese Daniela Samuele, di 17 anni. In un primo tempo era stata esclusa dalle gare di Brema, poi, a titolo di premio, le avevano concesso di far parte della comitiva. Quando mercoledì scorso, per telefono, l'avevano avvertita di tenersi pronta per la partenza, aveva accolto la notizia con un urlo di gioia. La giovane « farfallista » si era affrettata a preparare la valigia e vi aveva rinchiuso un abito bianco nuovissimo, da indossare durante il « gala » a conclusione del festival internazionale del nuoto. Daniela Samuele abitava a Milano, in via Colleoni 9, con il padre, funzionario della Federconsorzi, la madre ed un fratello maggiore, diciannoven¬ ne. La prima a sapere della sciagura fu la madre che ascoltava il telegiornale. Era sola in casa, il marito si trovava ad Asti per servizio, il figlio era andato al cinema. Disperata, si aggrappò al telefono per chiedere qualcosa di più preciso, e alle 21 le confermavano che la figlia era morta. Gino Mazzoldi II radiocronista Nico Sapio, morto coi nuotatori Un mazzo di fiori sul banco vuoto di Carmen Longo nell'aula del Liceo Minghetti di Bologna. Così le compagne di classe hanno voluto ricordare l'amica (Tel. Villani)