Sparito il «nastro» che registra come fu assassinato Ben Barka di Sandro Volta

Sparito il «nastro» che registra come fu assassinato Ben Barka l'inchiesta delia magistratura sui clamorose scandalo Sparito il «nastro» che registra come fu assassinato Ben Barka Era stato inciso dal «gangster-intellettuale» Figon, che partecipò al rapimento e all'uccisione Il bandito fu poi trovato morto - La polizia parlò di suicidio ma c'è chi pensa a un delitto: sarebbe stato soppresso per far sparire «prove compromettenti» contro «persone altolocate» (Dal vostro corrispondente) ' Parigi, 25 gennaio. U giudice istruttore conosce ora il nome di quattro persone che assistettero alla confessione di Georges Figon, quando il giornalista Jean Marvier la registrò con un magnetofono l'il novembre- Quella confessione, pubblicata il 10 gennaio dal settimanale L'Express, rivelava nei più minuti particolari il rapimento e l'assassinio di Ben Barka, e offrì così all'autorità giudiziaria la base necessaria per far progredire l'istruttoria, che si era fino a quel momento arenata a causa dell'ostruzionismo di certi ambienti polizieschi, interessati a soffocare lo scandalo. Stamani Marvier, che eb be numerosi incontri con Figon durante il tempo che il « gangster intellettuale » era latitante a Parigi, ha fatto una lunga deposizione al giudice Zollinger, confer mando tutto ciò che aveva pubblicato nel numero di ieri dell'express e fornen do nuovi elementi. Ha detto al giudice istruttore, fra l'altro, che il nastro del magnetofono era rimasto in possesso di Figon e che perciò deve trovarsi ora con gli in dumenti sequestrati e messi sotto sigillo dalla polizia quando venne scoperto il suicidio. Il collaboratore dell'itopress ha poi affermato che il testo pubblicato sul setti manale era una trascrizione dell'originale eseguita dal giornalista americano Edward Behr, corrispondente di Newsweek. Ciò ha una certa importanza perché, se avessero fondamento i sospetti di chi non crede che Figon si sia ucciso, è facile capire che chi ha avuto interesse a sopprimere l'uomo ne aveva ancora di più a fare scomparire la sua confessione. In questo ca so, dunque, come sola prova rimarrebbe la trascrizio ne di Behr. Un'altra rivelazione di Jean Marvier al giudice istruttore è che Figon conservava gelosamente tre lettere dei servizi segreti marocchini e che con quelle tre lettere si proponeva di ricattare il ministro degli Interni del Marocco, gene rale Mohamed Oufkir, e suoi accoliti, i quali non gli avevano pagato il compen so che gli avevano promes so per la sua partecipazio ne al delitto. A mano a mano che il giudice istruttore procede nella inchiesta giudiziaria non più ostacolata ormai dalla polizia, il racconto dell'Express appare sempre più sostanzialmente esatto Ciò che non ha impedito pe rò al prefetto di polizia di Parigi di dare querela per diffamazione al settimana le, associandolo a un'altra pubblicazione, Minute, che aveva diffuso invece informazioni del tutto arbitrarie A questo proposito, il di rettore dell'Express, J. J Servan-Schreiber, dopo un nuovo breve incontro con il giudice Zollinger, ha di chiarato stamani : « Non c'è più dubbio che ciò che abbiamo rivelato sullo svi luppo dei fatti dopo il rapimento di Ben Barka pos sa essere smentito ». Un'al tra clamorosa conferma di quelle rivelazioni è venuta infatti dall'interrogatorio al quale il giudice istrutto re sottopose ieri per sei ore l'avv. Pierre Lemarchand deputato gollista all'Asserti blea nazionale, che molti ritengono capo di una organizzazione di polizia parallela. Finora, l'avv. Lemarchand aveva sempre sostenuto di non avere più incontrato Georges Figon, suo vecchio amico e cliente, dopo il ra pimento del 29 ottobre Messo ora alle strette, ha finalmente confessato di avere mentito « per non tradire il segreto professio naie». Ricevette infatti nel suo studio la mattina del 2 novembre il Figon, che lo mise al corrente di come si erano svolti i fatti. Ha reso questa confes sione dopo essersi consiglia to con il decano dell'Ordine il quale gli ha fatto osservare che Figon « non si era confidato con l'avvocato ma con l'uomo politico» Ammessa questa tesi, dato che la vita di Ben Barka po tvsidalasbtrrmpdm teva essere forse ancora salvata, l'uomo politico non sentì il dovere di informare immediatamente il ministro degli Interni o qualche altra autorità del governo o della polizia? A questo quesito, che è al centro delle indagini per scoprire eventuali responsabilità a un livello che potrebbe essere molto elevato, risponderà, nell'interrogatorio cui verrà sottoposto domattina, il commissario superiore Jean Caille, capo dei servizi generali di informazione alla prefettura di polizia. L'avv. Lemarchand ha affermato infatti di avergli subito telefonato per comunicargli le rivelazioni che gli aveva fatto Figon. La verità sta comunque facendosi a poco a poco strada nel groviglio dal quale il giudice istruttore sta faticosamente sbarazzandola. E' una istruttoria che deve essere ricostruita pezzo per pezzo, come per la soluzione di un puzzle, ed per questo che risultati sensazionali tardano ad apparire, ma il progresso delle indagini sembra ormai assicurato e tutto -lascia credere che, entro la, settimana, potranno essere annunciate quelle conclusioni che l'opinione pubblica attende con tanta impazienza. Intanto, il giudice istruttore ha ricevuto stamani una lettera inviatagli da Bruxelles da Georges Boucheseiche, il gangster latitante proprietario della villa nella quale venne sequestrato e torturato Ben Barka. Vi è detto, fra l'altro: «Se, dopo la mia prima lettera al vosti-o gabinetto, non ho manifestato la mia presenza presentandomi alla giustizia, è perché teme vo ciò che è successo a Figon: secondo me, Figon non si è ucciso. Io non ac cuso la polizia reale, ma un'altra "polizia", che aveva tutto l'interesse che Figon non dicesse la verità sul rapimento di Ben Barka ». Sandro Volta Il deputato francese Lemarchand intervistato dai giornalisti dopo essere stato interrogato dal giudice Zollinger che dirige le indagini del caso Ben Barka (Tel. A.P.)

Luoghi citati: Bruxelles, Marocco, Parigi