Classi della società e malattie mentali di Remo Cantoni

Classi della società e malattie mentali UN GRAVE PROBLEMA DA AFFRONTARE CON CORAGGIO Classi della società e malattie mentali Psicologia e psichiatria studiano oggi, con particolare attenzione, le connessioni tra il nostro comportamento psichico e i vari fattori economici, storici, culturali o sociali che lo influenzano. Molti intellettuali sostengono che la vita moderna, con la sua mobilità e le sue convulsioni, compromette l'equilibrio psichico dell'uomo e che noi viviamo ormai in una società malata. Le malattie mentali sono forse esistite sotto tutti i cieli e in tutte le civiltà. Assumono tuttavia forme storiche ogni volta diverse, perché nell'uomo gli eventi biologici sembrano in qualche modo intrecciati alle vicende culturali. Gli stessi popoli primitivi, come dimostra l'etnologia più aggiornata, non sono mai vissuti nell'idillio e nella beata Innocenza descritti da Rousseau e da Saint-Pierre. Il a buon selvaggio », l'uomo che in isole felici vive puro nel grembo protettivo di una natura sempre benigna, è soprattutto un mito letterario. La mente primitiva ha conosciuto e conosce anch'essa il male e la colpa, il terrore e l'angoscia, lo squilibrio e la follia, la nevrosi e la psicosi, anche se i suoi disagi e le sue contraddizioni non sono, come è ben comprensibile, i nostri disagi e le nostre contraddizioni Non intendo certo affermare che la condizione umana non muti o che la storia, con le sue metamorfosi, non incida radicai mente sulle nostre reazioni psi chiche. Mi limito a dire che l'avventura di vivere, con l'eccezione forse di rari e brevi interludi, è sempre stata rischiosa. Anche la mente dei nostri antenati è stata chiamata di continuo a fronteggiare situazioni penose o tragiche con forze pre carie e inadeguate. Le nostre inquietudini e le nostre angosce le viviamo in registri» più dolorosi..-9,. ci sembrano più gravi di quelle del passato, perché le soffriamo nel cuore del presente, nella carne fragile della nostra vita quotidiana. Ma frustrazioni e alienazioni, per parlare il linguaggio del giorno, sono la contropartita da mettere sempre in bilancio in ogni iniziativa umana L'arte di immunizzare la psiche dai traumi dell'insuccesso, del dolore, della malattia, della morte, della tensione non è mai stata inventata, sebbene esistano tecniche per attenuare o lenire la sofferenza. Neppure l'odierna terapia dei tranquillanti — una vera rivoluzione nella psichia trial — può esser considerata la panacea per tutti i patimenti e gli squilibri della psiche. * * Nella «Nuova biblioteca scien tifica Einaudi» è apparso, in que sti giorni, un importante studio di August B. Hollingshead, professore di sociologia nell'Univer sita di Yale, e Frederik C. Re dlich, che insegna psichiatria nella stessa università. L'opera s'intitola nella traduzione ita liana Classi sociali e malattie mentali. Tradotto da Giovanni Jervis, che ha anche scritto per l'edizione italiana un ampio e pregevole saggio introduttivo, il libro rappresenta la conclusione di una ricerca realizzata in col laborazione da un gruppo di sociologi e psichiatri, e ha per oggetto lo studio dei rapporti fra stratificazione sociale e ma lattie mentali nella comunità urbana di New Haven nel Connecticut. Gli americani — dichiarami gli autori — preferiscono ignorare l'esistenza delle classi sociali e delle malattie mentali. L'idea stessa di « classe sociale » sembra incompatibile con gli ideali de mocratici e ugualitari, che costi tuiscono il « credo » americano. L'incongruenza tra il sogno e la realtà, per quanto concerne i diversi gruppi sociali, non viene mai accertata e approfondita, e chi la sottolinea o l'analizza criticamente si espone ad aspre e malevole accuse. Come rifuggono dal pensiero molesto dell'esistenza di classi sociali, molto diversamente trattate, cosi gli americani allontanano o non affrontano la realtà, spesso crudele, delle malattie mentali. Hollingshead e Redlich non hanno alcuna prevenzione polemica nei confronti della società in cui vivono. Intendono solo! mettere a nudo alcune contraddizioni che la minacciano. Negare l'esistenza delle classi sociali e ricoprire di ridicolo gli ammalati di mente può tranquillizzare la coscienza di quanti credono, spesso ingenuamente, alla perfetta coincidenza tra gli ideali e la realtà. Tuttavia nascondere i fatti perché spiacevoli e in disaccordo con detcrminati valori e ideali può portare a conseguenze molto più gravi di quelle a cui si cerca di sfuggire sostituendo la fantasia alla realtà. Alcune cifre, riportate dagli autori, indicano la gravità e le proporzioni del problema che essi affrontano. « / tso.ooo individui attualmente ricoverati nelle istituzioni per malattie mentali — essi affermano nella loro inchiesta compiuta nel 1958 — occupano circa il ss % di tutti i posti-letto negli Stati Uniti. Centinaia di migliaia di altri ammalati di mente vengono curati da psichiatri negli ambulatori e nella pratica privata, ma il nu mero degli ospedalizzati aumenta di anno in anno. Durante la seconda guerra mondiale, il 43 % di tutti i congedi per malattia nelle forze armate (980 mila) furono concessi per motivi psichiatrici e 865.000 giovani fu rono respinti alle prove selettive sempre per motivi psichiatri ci. Inoltre, 16 o 17.000 persone si suicidano ogni anno e, secondo le più accurate valutazio ni, vi sono circa 3.800.000 alcoolizzatì ' fra la popolazione adulta. « Abbiamo la certezza che ì pazienti ricoverati nelle istittt zioni per malattìe mentali, som?nati a quelli curati dagli psi chiatri nella pratica privata e nelle cliniche, rappresentano solo una percentuale degli ammalati di mente. Si calcola che vi siano inoltre da 1 a 8 milioni di americani che sono meno gravemente colpiti ma che potrebbero ricavare beneficio da una terapia psichiatrica, se solo potessero usufruirne Sono dati che impressionano Dall'inchiesta dei due scienziati americani risulta che le nevrosi si diffondono prevalentemente negli strati sociali più ricchi. Le psicosi, le forme più gravi di malattie mentali, molto spesso connesse a lesioni organiche, al l'abuso cronico di bevande alcooliche, a disordini mentali che sfociano nella disintegrazione della personalità, nell'impossibilità di ogni recupero o aggiustamento sociali, sono molto più frequenti negli strati poveri. Nella terapia delle malattie mentali, e nella stessa diagnosi, l'appartenenza a un gruppo sociale elevato (come ad esempio i ricchi protestanti di origine inglese, olandese o tedesca) o l'appartenenza a un gruppo sociale povero e disprezzato (immigrati italiani del Meridione, negri, ebrei polacchi, ad esempio) determina discriminazioni radicali. * * Non so fino a che punto l'inchiesta condotta a New Haven, un centro urbano fortemente stratificato, possa costituire un campione valido per conclusioni che riguardano l'intera America. E occorre essere molto cauti nell'applicarc i risultati di Hollingshead e Redlich ad aree culturali extra-americane che presentano diversi problemi, diversa stratificazione sociale, diverso sviluppo dell'industria e dell'urbanesimo. Va tenuto anche presente che la terminologia psichiatrica varia da paese a paese. Ma è certo significativo scoprire quanto siano anacronistiche e arcaiche, anche in paesi molto evoluti, le istituzioni, le strutture, le leggi che tutelano la salute fisica e psichica degli uomini. Classi sociali e malattie mentali, due concetti carichi di risonanze emotive e perciò difficili da analizzare obiettivamente, corrispondono a realtà latenti e drammatiche, troppo spesso occultate. Quando il Titanio, il famoso e « inaffondabile » transatlantico di lusso, urtò contro un iceberg, nel suo viaggio inaugurale un fattore determinante per la morte o la sopravvivenza dei passeggeri fu proprio la classe sociale. « La lista ufficiale delle vittime dimostrò che su un totale di 143 viaggiatrici di prima classe, solo quattro perirono ( delle quali tre avevano scelto volontariamente di rimanere sulla nave). Fra le viaggiatrici della seconda classe, le vittime furono is su 93 e nella terza classe 81 donne su 179 affondarono con la nave. I passeggeri della terza classe ricevettero l'ordine di rimanere sotto coperta e in alcuni casi l'ordine fu fatto eseguire sotto la minaccia delle armi ». Si era allora nel 1912, e oggi siamo nel 1966. Molte cose sono avvenute ne) mondo e a molti mali di un tempo si è posto rimedio. Ma molti drammi umani solo oggi si cominciano a conoscere davvero, forzando la cortina del silenzio. Fame, malattia, morte sono banchi di prova per ogni buon governo, al di là delle ideologie politiche. La salute fisica e psichica di tutti è un bene prezioso per ogni società comunque strutturata e configurata. Ma per vincere la prova occorre conoscere, essere informati, sapere. Per questo motivo lo studio di Hollingshead e Redlich è un documento di intenso valore umano e una testimonianza utilissima per gli stessi americani. Lo è, naturalmente, anche per noi italiani che solo ora cominciamo a studiare davvero le nostre miserie e le nostre piaghe. Remo Cantoni

Persone citate: Einaudi, Frederik C., Giovanni Jervis, Rousseau

Luoghi citati: America, Connecticut, Saint-pierre, Stati Uniti