I corpi straziati dei passeggeri sparsi sul ghiaccio a 35 sotto zero di Luciano Curino

I corpi straziati dei passeggeri sparsi sul ghiaccio a 35 sotto zero I corpi straziati dei passeggeri sparsi sul ghiaccio a 35 sotto zero Prime testimonianze delle guide e dei piloti degli elicotteri addetti ai soccorsi: «L'aereo, la gente, tutto polverizzato» - L'apparecchio è esploso e il vento ha portato fino alla Val Veni lettere e cartoline del sacco postale di bordo (Dal nostro inviato speciale) Chamonix, 24 gennaio. Centodiciotto persone sono morte In un aereo Indiano che si è schiantato contro la vetta del Monte Bianco stamane poco dopo le 8. 1 corpi straziati (« polverizzati », ci dice una delle guide che oggi pomeriggio è arrivata lassù con l'elicottero) sono sparsi tra la neve, 1 ghiacciai, le rocce, per un raggio di parecchie centinaia di metri, nel versante francese e in quello italiano. L'aereo era un quadrigetto « Boeing 707 » della Air India: una macchina collaudatissima, adottata dalle principali compagnie aeree. Ed era affidato a uno dei piloti più sicuri: J. T D'Souza. che conosceva assai bene questa rotta e che l'anno scorso era stato scelto come secondo pilota del volo che aveva portato Papa Paolo VI in India. Il « Boeing 707 » è partito da Bombay ieri alle 22,50 ora italiana. Ha fatto scalo a Nuova Delhi, poi a Beirut. Qui, un piccolo incidente: la hostess Ludi non si sente bene, ha male di stomaco, comunque vorrebbe continuare il volo. Ma lo steicart avverte il comandante, e Ludi resta a terra, il suo posto è preso dalla collega Eranee. L'aereo decolla e punta verso l'Europa. Il prossimo scalo è Ginevra, ore 8,32. Il gigantesco aereo solca la notte, il suo volo è regolare. L'equipaggio è composto di undici persone a ci sono centosette passeggeri. Quasi tutti dormono. Uomini, donne, ci sono anche bimbi. Venti di loro dovrebbero scendere a Ginevra, cinquantaquattro a Parigi, ventiquattro a Londra e gli altri a NewYork. Vanno incontro alla stessa morte, ma storie diverse li hanno portati su questo aereo. La hostess Eranee perché una collega si è ammalata. C'è il fisico nucleare dott. Homi J. Bhaba, massimo dirigente del centro atomico indiano, che va a Ginevra per un convegno internazionale. Anche il ministro indiano per l'Irrigazione, K. L. Rao, va a Ginevra per un congresso. Ci sono quarantasei marinai indiani: dovrebbero scendere a Parigi, per proseguire per Brema e imbarcarsi. Il Boeing 707 si rianima alla prima luce. Le hostess passano a dare il buon giorno, accompagnano i bimbi a lavarsi. Il volo è sempre regolare, monotono, qualcuno incomincia a essere stanco, guarda l'orologio: le 7. Un'ora e mezzo poi si è a Ginevra. Le hostess portano i vassoi con la colazione. Ancora uno sguardo a queste centodiciotto persone che fra meno di un'ora moriranno: quasi tutte le donne vestono il sari, i bimbi sono molto belli e bruni, molti marinai hanno il turbante, gli uomini d'affari prendono dalla reticella la loro borsa e sfogliano carte. Si chiacchiera da sedile a sedile 7,30. Quelli che dovranno scendere a Ginevra comin¬ ciano a raccogliere le loro cose, le infilano nella borsa nera con scritto Fly Air India e il disegno dell'indù felice su un tappeto volante. Pochi minuti prima delle 8 l'aereo sorvola Torino. Subito dopo il pilota trasmette a Cointrin, l'aeroporto di Ginevra: * Lasciamo ora il cielo di Torino e pensiamo di arrivare in perfetto orario. Sotto di noi una gran massa di nubi ». Ore 8. II comandante D'Souza chiede alla torre di controllo di Cointrin il permesso di abbassarsi dalla quota 9800 alla quale vola, fino a quota 5700. Gli danno l'O. K. mentre l'addetto al radar dell'aeroporto segue sul quadrante fluorescente il puntino luminoso che corrisponde al c Boeing 707 ». 8,02. Il puntino si spegne di colpo sul radar. E' questa la testimonianza della catastrofe. L'aereo ha picchiato contro la cima del M. Bianco, sulla sinistra verso il rifugio Vallot. Porse, soltanto il pilota, all'ultimo istante, ha visto pochi metri davanti a sé la vetta, un immenso pilastro nel cielo, ed ha saputo che la morte era Imminente. Il «Boeing 707» è esploso. Corpi straziati e bruciacchiati, frammenti del velivolo sono stata lanciati per un raggio di oltre un chilometro, affondando nella neve, che è alta otto metri. L'aeroporto di Ginevra ha dato l'allarme. Dai centri di soccorso di Linate e di Aixen-Provence sono partiti aerei ed elicotteri verso il Bianco, la zona dove vi era stata l'interruzione di contatto fra il « Boeing > e Cointrin. L'andare e venire dei velivoli che cercavano fra queste montagne ha allarmato Courmayeur e Chamonix. E' corsa la voce: « E' precipitato un aereo ». Dall'Italia e dalla Francia si sono puntati i binoccoli sulle cime e sulle creste. Ora non c'erano più nubi, il cielo era terso, le nevi scintillavano. La montagna appariva solenne, immutabile, come se nulla fosBe accaduto. Poi in Val Veni si sono trovati brandelli bruciacchiati di lettere scritte in inglese e in indiano, lembi di stoffa, uno scialle di seta: lanciati sin qui dall'immenso soffio dell'esplosione. Alle 11,30 un ricognitore italiano che perlustrava la vetta del Monte Bianco ha visto, ad un centinaio di metri dal versante francese, verso il Glacier des Bossons, una massa scura sulla neve. Si è abbassato. Era un pezzo d'ala. Tutto attorno vi era una rosa di puntini, migliaia di cose scure, grandi come un pugno o poco più grosse. Le guide di Chamonix che sono state portate lassù con gli elicotteri sono inorridite fra quella rosa di puntini. « L'aereo, la gente: tutto polverizzato », ci ha detto uno di loro. Luciano Curino Il pilota dell'aereo precipitato comandante D' Souza. A destra Z'hostess Doris Ludi che si è salvata perché per un'indisposizione è scesa allo scalo di Beirut (Tel. A.P.) t

Persone citate: Bianco, Brema, D' Souza, D'souza, Doris Ludi, Homi J. Bhaba, Ludi, Paolo Vi