Confermate le squalifiche del Railye di Montecarlo

Confermate le squalifiche del Railye di Montecarlo Una coda di polemiche dopo la logorante prova automobilistica Confermate le squalifiche del Railye di Montecarlo Il ricorso della British Motors Corporation è stato respinto - Il successo è così toccato alla coppia Tavoinen-Mikander, su Citroen - Brillante affermazione complessiva delle vetture Lancia - Ieri altri due concorrenti sono stati messi fuori classifica: il francese Greder e l'olandese Skotved (Dal nostro inviato speciale) Montecarlo, 21 gennaio. La commissione sportiva del Rallye di Montecarlo ha respinto stamane il ricorso della British Motors Corporation contro la squalifica subita ieri dalle sue vetture. La Casa inglese ha deciso di rivolgersi al tribunale di appello dell'Automobile Club di Monaco (l'ente organizzatore della competizione), il cui giudizio non sarà noto che fra alcuni mesi. Anche questo estremo tentativo, secondo l'opinione generale, è destinato a cadere nel vuoto. Oggi, ai dieci concorrenti messi «fuori gara», si sono aggiunti altri due compagni di sventura. Sono il francese Greder, che si era classificato all'll" posto, e l'olandese Skotved (46°). Sulla Ford Mustang di Greder è stato montato un impianto di scarico non conforme alle norme, sulla Mini-Cooper di Skotved il sistema di raffreddamento aveva subito profonde modifiche. Sempre in tema di irregolarità, i commissari, durante gli ultimi rilievi tecnici, hanno constatato che la carreggiata anteriore delle vetture di Hopkirk, Aaltonen e Makinen, era superiore a quella del modello omologato. Ai dirigenti britannici, che obiettavano doversi compiere le misure con la macchina sollevata da terra (in questo modo le ruote, liberate dal peso, si riportavano più o meno alla giusta distanza) un commissario ha risposto: «Ma le vostre auto corrono o volano? ». Osservazione scherzosa che mette però bene in evidenza come i responsabili della squadra corse della B.M.C, abbiano cercato, in tutti i modi, di aggirare il codice sportivo. Non sembri la nostra un'osservazione severa: è condivisa da tutti i giornalisti e i tecnici presenti a Montecarlo. In effetti, le tre prestazioni fornite dalle vetturette Inglesi erano incredibili in rapporto alla loro categoria («turismo di serie»). Una 1300 può essere brillante finché si vuole, ma non tanto da battere di circa un minuto, su strade asciutte e con numerosi tratti rettilinei come quelle che portano al Mont Ventoux, auto assai più potenti e veloci, quali le Porsche e le Mustang. Tutto ciò senza considerare l'« affare » dei proiettori. Quanto è accaduto, non infirma minimamente 11 valore dei piloti della B.MC: Makinen. Aaltonen e Hopkirk hanno dimostrato di essere dei ver: as=; del volante, capaci delle acrobazie più spericolate sui ghiaccio e sulle curve del Rallye. La delusione, per loro, è stata grande: avevano rischiato la vita in molte occasioni per arrivare primi a Montecarlo. Se in competizioni come questa, il desiderio — in sé legittime, e naturale — dei costruttori di prevalere sulla concorrenza fosse limitato in partenza dai regolamenti sportivi, i fatti clamo-

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