«L'antisemitismo tedesco non è ancora scomparso» di Tito Sansa

«L'antisemitismo tedesco non è ancora scomparso» Convegno di studi all'Università di Bonn «L'antisemitismo tedesco non è ancora scomparso» Soltanto il 7 per cento dei tedeschi dichiara apertamente di odiare gli ebrei; ma il 70 per cento rifiuterebbe di sposare un israelita (Dal nostro corrispondente) Bonn, 20 gennaio. «Cè ancora antisemitismo in Germania? ». Alla domanda, posta durante un convegno organizzato all'Università di Bonn dalla società tedesca per la collaborazione cristianoebraica, i convenuti hanno risposto unanimi: sì, esiste (anche se non si vede), ed è molto diffuso. Diversi oratori, socioIoghi, psicologhi, storici hanno tratteggiato le caratteristiche dell'antisemitismo, citando inchieste e sondaggi dell'opinione pubblica. I sondaggi, hanno detto gli oratori, presentano un quadro ottimistico. Da essi risulta che soltanto il "-8 per cento dei tedeschi si dichiara apertamente ostile agli ebrei. La realtà è diversa. Alla domanda « Sposerebbe un ebreo o un'ebrea* », hanno risposto « no > il 64 per cento degli uomini e il 73 per cento delle donne; i « sì * sono stati rispettivamente il 9 e 11 7 per cento. Benché la maggior parte degli interrogati abbia detto di non avere prevenzioni né ostilità verso gli israeliti, il 20 per cento ritiene che sarebbe bene se non vi fossero ebrei in Germania, e oltre il 60 per cento pensa che < sia ora di finirla» con i processi ai nazisti che massacrarono ebrei. Alle circa duecento manifestazioni antisemitiche che avvengono in media ogni anno in Germania (scritte sulle sina goghe, profanazioni di cimiteri, insuiti e lettere minato, rie a quairuno dei 30 mila ebrei residenti in Germania), gli studiosi del problema non attribuiscono soverchia importanza. Più grave è l'antisemitismo silenzioso. L'estremismo organizzato, le manifestazioni si possono combattere; l'ant semitisnio latente è invece di difficile guarigione. Basterebbe una scintilla per fare scoppiare il bubbone « innocuo e invisibile > e far iniziare una nuova « caccia alle streghe >. Un oratore ha caratterizzato con un gioco di parole la discrepanza esistente tra «opinione pubblica pubblica» e « opinione pubblica privata > nei confronti degli ebrei. La prima provoca l'eccesso opposto del fllosemitismo, premuroso e mielate che infastidisce gii israeliti ancor più della diffidenza; la seconda si sfoga di tempo in tempo con eccessi di elementi isolati. Guarire i tedeschi da questa malattia latente sembra difficile, benché non vi siano quasi più ebrei in Germania e benché un certo senso di colpa collettiva sia diffuso, soprattutto tra i giovani, i quali non hanno colpa alcuna e vorrebbero limedìare agli errori dei padri. L'antisemitismo in Germania è vecchio di almeno 150 anni, il nazismo trovò un terreno fertile sul quale esercitare una politica di terrore, e tradusse in spaventose realtà quello che fermentava. Secondo il sociologo Koenig, dire che l'antisemitismo è morto « è molto comodo >; secondo lo psicologo Von Bracken, esso <vìve sotto la superficie». La differenza tra l'antisemitismo odierno e quello nazista è che oggi non vi sono discriminazioni e violenze ufficiali (ma vi sono sempre aziende che trovano un pretesto per rifiutare un posto, vicini di casa che fanno dispetti, genitori che isolano i loro figli da quelli degli ebrei, negozianti di villaggio che danno sfogo a vecchi risentimenti). Anche se l'antisemitismo di oggi non è pericoloso, i socioIoghi lo considerano un fenomeno allarmante. Esso indica che negli animi vi è il bisogno di sfogarsi contro qualcuno. «I tedeschi — ha detto,' tirando le somme, un oratore tedesco non ebreo — non perdoneranno mai agli ebrei di essere morti ad Auschwitz». Tito Sansa cv

Persone citate: Koenig, Von Bracken

Luoghi citati: Bonn, Germania