Destituito per r«affare» Ben Barka il capo del controspionaggio francese di Sandro Volta

Destituito per r«affare» Ben Barka il capo del controspionaggio francese Destituito per r«affare» Ben Barka il capo del controspionaggio francese De Gaulle ordina di «fare piena luce» sull'assassinio dell'esule marocchino - Il governo dichiara: «Non ci sentiamo responsabili. L'impresa fu montata all'estero con la complicità di criminali » - Non escluse complicazioni diplomatiche con il Marocco: l'ambasciatore di Rabat richiamato d'urgenza in patria - Dubbi sul suicidio del «gangster intellettuale» che sapeva tutto sulla fine di Ben Barka - Un giornale scrive: «Si è ucciso con un colpo sparatogli a bruciapelo» (Dal nostro corrisipondente) Parigi, 19 gennaio. Il presidente della Repubblica ha sostituito il generale Paul Jacquier, direttore dei servizi francesi di controspionaggio, e lo ha collocato a riposo, chiamando al suo posto il generale Guilbaud, attuale delegato alla difesa della Terza Zona d'oltremare (Madagascar). Ha anche disposto la riforma dei suddetti servizi, [che dipendevano finora dal primo ministro, mentre pag sano da questo momento alle dipendenze del ministro delle Forze armate. Queste misure sono state comunicate dal ministro delle Informazioni alla fine del Consiglio dei ministri che si è riunito stamane all'Eli seo. Prima di deciderle, De Gaulle ha voluto essere informato dal Procuratore Generale della Corte d'Appello di Parigi su tutti gli sviluppi dell'» affare » Ben Barka, compresi quei particolari che non sono stati ancora rivelati al pubblico, e, qtian do ne è stato a conoscenza, ha ripetuto con la maggiore fermezza che intende assolutamente che piena luce sia fatta, qualunque possa essere la posizione di colo ro che dovessero risultare in qualche modo implicati nello scandalo. L'energico intervento del capo dello Stato è rivolto a fronteggiare una situazio ne che non poteva prolun garsi più a lungo senza met tere in pericolo l'esistenza stessa del regime gollista. Erano ormai evidenti le responsabilità di altissimi personaggi, non fosse altro nel tentativo di soffocare lo scandalo e, partendo da questa certezza, l'opinione pubblica, vivamente emozionata, aveva finito per avanzare le ipotesi più incontrollate, che mettevano in causa persino i collaboratori più prossimi del presidente della Repubblica. Il suicidio di Figon, per esempio, è stato messo in dubbio da molti, che riten gono sospetta la morte di uno dei principali protagonisti del rapimento e del l'assassinio del capo dell'opposizione marocchina: scomparso Figon, infatti, diven ta ormai molto difficile la ricerca della verità. Alcuni giornali hanno raccolto queste supposizioni e il numero uscito oggi del settimanale umoristico Le Canard enchaìné se ne rende interprete riproducendo su tutta la prima pagina lo stesso titolo (col solo nome del protagonista cambiato) che aveva pubblicato trentadue anni fa, quando l'avventuriero Stavisky si era tolto la vita all'arrivo della polizia andata ad arrestarlo, in circostanze non meno sospette: « Figon si è suicidato con un colpo di rivoltella che gli è stato tirato a bruciapelo ». E' però un sospetto che, allo stato attuale delle cose, non può essere autorizzato da nessun elemento concreto, tanto più che il giudice istruttore ha ripetuto anche oggi ciò che aveva già dichiarato ieri: «Le prime constatazioni permettono di concludere formalmente che Si tratta di un suicidio ». La conferma assoluta si avrà csdaiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiimiiiiimiiiiiiiii i comunque soltanto quando si conosceranno i risultati dell'autopsia del cadavere, attualmente in corso. Per ora, si può soltanto registrare il commento più equilibrato, quello di Le Monde, che afferma: «Si può considerare verosimile ciò che il magistrato ha giudicato certo: il suicidio di Figon, all'ultimo momento, in un istante di smarrimento : psicologicamente è un comportamento possibile. Ma si può, con non minore solidità, considerare che uccidersi non era, se si osa dirlo, il suo interesse... In cambio, ed è ciò che turba l'opinione pubblica, il clima nel quale si è svolta l'inchiesta fa pensare che era l'interesse di certa gente che Figon morisse e non parlasse ». L'intervento del generale De Gaulle fa credere che questo clima debba ora mutare radicalmente. Nel comunicato ufficiale del Consiglio dei ministri di stasera, l'affare Ben Barka è definito «un'impresa criminale, montata all'estero, che ha beneficiato di certe complicità da parte di agenti dei servizi speciali o di poliziotti francesi ». Vi si afferma pure: «Se, in origine, l'inchiesta ha potuto essere disturbata dalle difficoltà o dalle complicazioni dovute alla partecipazione attiva di personalità 0 di servizi esteri, bisogna che la giustizia, che ha l'intera responsabilità dell'istruzione, prosegua la sua opera con la sola volontà di scoprire la verità e cercare 1 colpevoli. Perciò, il governo ha rinnovato le istruzioni formali date precedentemente a tutte le amministrazioni, e specialmente alla polizia e ai servizi di informazione, di mettere a disposizione della magistratura e del giudice di istruzione tutti gli elementi utili a scoprire la verità ». Viene poi lasciato intendere che, se risulterà provata la responsabilità del ministro degli Interni marocchino, generale Mohamed Oufkir, che tutte le testimonianze indicano finora come organizzatore del rapimento ed esecutore materiale dell'assassinio di Ben Barka, un'azione, di cui è difficile prevedere le conseguenze, verrà rivolta anche verso il Marocco. Il comunicato afferma infatti: «Il governo trarrà, sul piano estero ed interno, le conclusioni della istruzione giudiziaria a mano a mano che ne sarà completamente informato ». E' bastato comunque questo accenno a far prendere stasera l'aereo per Rabat all'ambasciatore marocchino a Parigi, che va a conferire con il sovrano Hassan II. Dopo avere esposto per re un termine alla campagna di insinuazioni, cui danno luogo indiscrezioni che violano sistematicamente il segreto della procedura, il governo ha deciso che la magistratura porterà essa stessa regolarmente a conoscenza del pubblico i fatti rivelati dall'istruzione ». Il lungo documento non fa cenno alla sostituzione del direttore dei servizi di controspionaggio, così che sorge spontanea la domanda: quali sono le responsabilità del generale Jacquier ? Vi ha risposto il ministro delle Informazioni, che ha detto ai giornalisti: « Il generale Jacquier, che aveva raggiunto i limiti di età nel giugno 1965, era stato mantenuto nelle sue funzioni. La sua partenza non deve essere considerata come avente un legame diretto con l'affare attuale». Però, il generale Jacquier è stato interrogato stasera per tre ore dal giudice istruttore, il quale lo ha messo a confronto con il suo ex-sottoposto, il comandante Marcel Leroy, detto « Finville », che era stato sospeso dalle sue funzioni nei giorni scorsi perché implicato nello scandalo. Il ministro delle Informazioni ha anche dichiarato: « H governo non è affatto a disagio : è un affare molto semplice, che ha per protagonisti dei furfanti ». Sandro Volta iiiuuiuuuiiiuiiiuiiiiiuimuiuuiiiuiiiiiiuiiiiii sommi capi la riforma dei servizi di controspionaggio e il riordinamento nelle funzioni della polizia, il comunicato conclude con questa dichiarazione : « Per mette¬ Il gen. Jacquier, sostituito alla direzione del controspionaggio francese (Tel.) uuiuiuiiiuuuiuiiiiiimiiiiiiiiiiimiiuiimuiii

Luoghi citati: Madagascar, Marocco, Parigi, Rabat