Il musicista austriaco Andergassen nega ogni atto terroristico in Italia

Il musicista austriaco Andergassen nega ogni atto terroristico in Italia Il processo a Milano contro i dinamitardi altoatesini Il musicista austriaco Andergassen nega ogni atto terroristico in Italia Appena chiamato dal Presidente della Corte si è messo a tremare - «Simpatizzavo con il Bas, ma non ho fatto nulla di male» - Ha smentito le confessioni scritte nei lunghi memoriali durante l'istruttoria Ai termine dell'interrogatorio ha detto : « Ora capisco che il terrorismo ostacola la soluzione dei problemi » l a e a i . i ni ¬ (Dal nostro corrispondente) Milano, 18 gennaio. E' continualo oggi in Corte d'Assise il processo contro i terroristi alto-atesini. La lunga udienza è stata occupata dall'interrogatorio del dott. Gunther Andergassen, nato in Alto Adige ma cittadino austriaco, il quale dagli atti di imputazione è indicato come uno dei pezzi grossi del Bas che si nascondeva dietro il nome di battaglia di Ludwig. Gunther Andergassen, trent'anni, alto, stempiatissimo, tremava quando è salito al pretorio tanto che il presidente Lantieri ha dovuto rincuorarlo con queste parole: « Si rilassi, stia calmo, siamo qui per fare giustizia, non altro ». L'imputato — uno dei dieci in stato d'arresto — di profes sione fa l'agente turistico a Innsbruch, dove abita, ma la sua passione è la musica ed è compositore. Parlando in italiano, ma con forte accento tedesco, ha ricordato le riunioni nel seminterrato della Templsirasse ad Innsbruclc: la prima volta, nel '62, aveva portato alcuni litri di vino, perché gli era stato detto che vi si sarebbe svolta una festa. Solo dopo si era reso conto della reale situazione, ma non si era ritirato. «Tuttavia — ha precisato — chiamai da parte Hemberger (uno degli organizzatori) e gli dissi che non volevo prendere parte ad azioni di forza ». «Come mai nei manifestini chiedevate l'annessione all'Austria? » — gli ha contestato il presidente. «Perché per avere mezzo salame — ha risposto — bisogna chiedere un salame intero ». Un po' di suspense si è avuta in aula durante la prima fase dell'interrogatorio di Andergassen. Si è udito un impercettibile picchiettio che poteva essere quello di una bomba a orologeria. Il Presidente ha sospeso l'udienza, mentre t carabinieri si sguinzagliavano nel Palazzo di Giustizia. Nessuna bomba: il rumore sospetto era causato da colpi di martello di operai. Andergassen ha negato che si fossero decisi atti terroristici o attacchi contro la po polaziove. Ha mantenuto il suo atteggiamento negativo. Anche quando, proprio per cercare di metterlo di fronte a fatti precisi, sono stati letti in aula i testi integrali di tutti i verbali da lui resi davanti al giu¬ dsgcimszaddocepmtpdcodnalTdsgC a a o e o e i i ru¬ dice istruttore, più quelli, dei suoi cinque « memoriali », lunghissimi, di decine di pagine, che scrisse nei quindici giorni immediatamente successivi al suo arresto, avvenuto a Venezia il 2 aprile 1964. Nei memoriali l'imputato aveva soritto: « Sono membro del Bas: agisco dai primi mesi del '62 con compiti precisi di organizzazione politica delle cellule dell'Alto Adige. Sono entrato nell'organizzazione su proposta di Kurt Welser. Nel marzo del '62 creammo un triunvirato: Welser si occupava delle armi e della tattica degli attentati, Amplatz del reclutamento, io con funzioni di organizzazione politica. Quando parlammo di organizzare nuovi attentati era presente anche Alois Oberhammer, allora consigliere regionale del Tirolo, il quale disse che sopra di noi vi erano più alte responsabilità e che da Vienna giungevano i suggerimenti su dove e come compiere gli attentati. Ritengo la stessa Alta Corte viennese ci fornisse i mezzi e i consigli ». «In Italia — è detto ancora nel memoriale — su incarico del Bas, mi incontrai con Hans Dietl deputato del Svp (la cui attività sarà oggetto di un nuovo processo in seguito all'autorizzazione a procedere concessa ieri). Parlammo di attentati e lui sostenne la necessità di un lavoro preparatorio. Ritengo che Dietl volesse l'internazionalizzazione della provincia di Bolzano e un plebiscito... Era un nostro con sigliere e favoreggiatore e so steneva la necessità dì una azione terroristica per appog giare quella politica ». Ma oggi Gunther Andergassen ha negato persino di aver assunto il nome di battaglia di Ludwig ed ha così concluso il suo interrogatorio: « La prego di credermi, signor Presidente, pensavo di poter giovare alla mia patria ma adesso ho capito che così facendo contrastavo la soluzione di molti problemi. Oggi sono convinto che una lotta contro il materialismo e l'ateismo avrebbe mag giormente giovato ». La difesa si è affrettata a consegnare alla Corte un certificato medico che parla di « disturbi di carattere neuropsichico con fasi temporanee di esaltazione » di cui VAndergassen avrebbe sempre sofferto. Il processo continua domani, g. m. Vrcdes«sussddatcl

Persone citate: Alois Oberhammer, Amplatz, Dietl, Gunther Andergassen, Hans Dietl, Kurt Welser, Lantieri, Welser

Luoghi citati: Austria, Bolzano, Innsbruclc, Italia, Milano, Tirolo, Venezia, Vienna