Lieto successo de «Il giorno della tartaruga» di Garinei e Giovannini con musiche di Rascel
Lieto successo de «Il giorno della tartaruga» di Garinei e Giovannini con musiche di Rascel La rappresentazione ieri sera al Teatro Alfieri Lieto successo de «Il giorno della tartaruga» di Garinei e Giovannini con musiche di Rascel Un litigio fra coniugi, vivace e realistico, costituisce il tema dello spettacolo Il titolo è tratte da una cantilena popolare - Il pubblico torinese si è divertito Rappresentato per la prima volta a Roma sulla fine di ottobre del '61,, e replicato per parecchi mesi, Il giorno della tartaruga è rimbalzato a Parigi (nell'interpretazione di Annie Girardot e di Philippe Nicaud) e in altre capitali europee ancor prima di approdare a Milano e a Torino. Nel frattempo, i versatili Garinei e Giovannini, che con Magni e Franciosa sono gli autori di Questa commedia musicale, hanno varato a Roma il loro nuovo spettacolo, Ciao, Rudy, del tutto diverso da quello che è stato presentato ieri sera all'Alfieri. Qui infatti, al posto delle tredici attrici rotanti intorno a Mastroianni-Valentino, due attori soltanto tengono banco per quasi tre ore. Si direbbe una scommessa, già vinta nella prosa dove le commedie a due personaggi hanno avuto negli ultimi anni un ritorno di popolarità, ma forse non ancora in una commedia musicale dove, oltre a recitare, si canta e si balla. E venendo dopo il fastoso e affollato Rugantino, questo Giorno della tartaruga ha anche tutta l'aria di una sfida a non ripetersi che Garinei e Giovannini abbiano lanciato a se stessi. Lo spettacolo deriva il suo titolo da una cantilena popolaresca, che il coretto di Franco Potenza esegue come introdtizione, e dalla presenza sulla scena di una vera tartarughina, la quale, come se non bastasse, aggiunge altra esca ad mia lite coniugale che dura all'incirca quanto dura la rappresentazione. E lo spettacolo consiste appunto in questo lun¬ go battibecco di cui i due co niugi narrano l'antefatto attraverso i ricordi, ora dolci ora amari, di tre anni di matrimonio. Il litigio è divertente, e abbastanza realistico. E' probabile che molte coppie si riconoscano nel geometra Lorenzo Lombardo e in sua moglie Maria che, in una piovosa sera di maggio, incominciano a beccarsi per un non/nulla — Lui è deluso dal regalo per il proprio compleanno ignorando che Lei gli riserva il dono più grande dell'annuncio di un lieto evento — e finiscono col passare in rassegna tutta la loro vita in comune con una serie di cinematografici «flashbacks>. In questi episodi, intervengono anche altri personaggi: uno sfrontato marinaio, un portalettere impiccione, uno spassoso fraticello e, d'altro canto, una focosa madre romagnola, una zia mettimale, una cugina sofisticata. Ma costoro sono sempre interpretati, con buffi travestimenti, dai due protagonisti. Renato Rascel e Delia Scala sono dunque sempre in scena, dal burrascoso inizio sino alla lieta conclusione che li vede riconciliati e tuttavia già pronti a ricominciare con un nuouo pretesto: il nome per il nascituro. Ora soli, ora con nove coppie di ballerini che, oltre a danzare nelle eleganti coreografie di Buddy Schwab, recitano anch'essi o si trasformano in « servi di scena » per gli ingegnosi e veloci cambiamenti a vista previsti dalla fantasia dello scenografo Coltellacci, i due attori offrono una prova di bravura, ma alt¬ che di resistenza, se si considera che viene ripetuta ogni sera, e ormai da due anni. La vicenda è lieve, come si addice a una commedia musicale, anche se non mancano i risvolti drammatici, che tuttavia il fiuto infallibile degli autori ha saputo contenere nei giusti limiti di patetiche divagazioni. E il testo è scritto con garbo e proprietà. Se talvolta, come è inevitabile, allenta la sua presa, o perde qualche colpo, l'abilità degli interpreti basta a riempire i vuoti. Rascel è assai bravo, il suo senso di misura è perfetto, la sua comicità senza forzature. Sue sono anche le gradevoli musiche fra le quali spiccano due romantiche canzoncine («Aspettando che spiova* e «L'orchestra di Villa Baie stra>) che all'uscita gli spettatori già fischiettavano. Delia Scala è rimasta sulla cima toccata con My fair Lady, confermandosi non soltanto la mi gliore delle nostre soubrettes — che sarebbe lode non gran¬ de — ma un'attrice che sa danzare e cantare. Il giorno della tartaruga è piaciuto anche al pubblico torinese, come attestano le risate, gli applausi a scena aperta per i simpatici protagonisti e i loro compagni, le numerose chiamate alla fine dei due tempi. Questa sera si replica e per molte sere ancora. a. bl. Delia Scala e Renato Rascel in scena nel Giorno della tartaruga rappresentato ieri sera al Teatro Alfieri
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