Urgente la nuova legge sull'adozione che dia una famiglia a tutti i bimbi

Urgente la nuova legge sull'adozione che dia una famiglia a tutti i bimbi E' inadeguala l'assistenza aUin/anzia abbandonata Urgente la nuova legge sull'adozione che dia una famiglia a tutti i bimbi I maltrattamenti inflitti ai bambini di Prato, che sono, purtroppo, solo uno dei pochi episodi conosciuti di una lunga e ignorata serie di crudeltà, hanno finalmente destato l'attenzione delle autorità e della pubblica opinione. Ma chi conosce appena le disorganiche leggi in materia non si meraviglia affatto dei gravissimi casi di violenza commessi ai danni di innocenti bambini, né della presenza di numerose istituzioni, prive dei minimi requisiti igienico-sanitari, che spesso si ammantano del nobile appellativo di enti di carità, e nelle quali il trattamento dei fanciulli è contrario alle più elementari norme pedagogiche e assistenziali. Fra i tanti incredibili fatti pubblicamente denunciati, gioverà ricordare, ad es., quanto disse in un recente convegno il Giudice tutelare di Roma: «Ho visto, in contrade non lontane da Roma, fanciulli abbandonati dai genitori e figli di genitori non conosciuti affidati dagli enti cui la tutela è deferita a famiglie dimoranti in ambienti primitivi e che dall'affidamento traggono motivi di lucro per la loro esistenza; fanciulli che dormono in pagliericci e in indecorosa promiscuità, con evidenti segni di involuzione psichica e di rassegnazione, e per i quali la scuola d'obbligo è un traguardo che vive a volte solo nei loro desideri. Ho visto istituti ove i locali tetri e spersonalizzati, i dormitori di settanta o cento posti letto, i parassiti, i pregiudizi, la corruzione, il vitto insufficiente e scarsamente commestibile denunciano l'assenza di ogni efficiente sistema di controllo ». Nello stesso convegno e in un recente servizio della « Tv 7 » col significativo, titolo «violenza e bambini» veniva tra l'altro affermato che nella provincia di Roma il Giudice tutelare aveva ordinato la chiusura ài'ben 114 istituti nonostante i contrasti tentati dalle autorità amministrative. Gravissimi fatti di crudeltà furono segnalati nell'istituto « Opere di bene » di Pesca ra; nei pressi di Torino (a Vernone) funzionarono fino al giugno 1965 classi speciali interne presso un istituto in condizioni ambientali assolutamente inadeguate e con disumano trattamento verso molti fanciulli. E la serie potrebbe continuare facilmente! II primo torto di questo incredibile stato di cose è dello Stato, che dimostra una sconcertante trascuratezza dei problemi sociali attinenti all'infanzia e che tiene in vita leggi superate! L'assistenza ai minori nati fuori del matrimonio, abbandonati o esposti all'abbandono, è affidata dalla legge alle Provincie. La gestante nubile è di solito assistita dall'Onmi che provvede al suo ricovero. Avvenuto il parto, è accolta col bambino nell'istituto provinciale per l'infanzia. Se la madre ritira e alleva il bambino, fruisce di un sussidio; altrimenti, l'infante è ricoverato fino al terzo anno di età in un brefotrofio o altro istituto o dato a baliatico o in allevamento esterno. Dal terzo anno fino al 15° anno il fanciullo è ricoverato in un istituto dipendente dalla Provincia o affidato a un allevatore esterno, per mercede. Dal 15° anno di età e fino al 18° anno il fanciullo passa alle dipendenze deH'Onmi e quindi all'Eca. Queste leggi sono illogiche, inique e creano una situazione di confusione. La distinzione vigente tra assistenza all'infanzia legittima e a quella nata fuori del matrimonio è una assurdità morale e una flagrante iniquità, violatrice dei fondamentali principii delle Dichiarazioni dei diritti dell'uomo e del fanciullo e della nostra stessa Costituzione, che hanno sancito la pari dignità ed eguaglianza di tutti i cittadini. Le prestazioni assistenziali, poi, devono ispirarsi a identici principii, non possono tollerare sperequazioni, oggi possibili per l'assoluta discrezionalità delle amministrazioni e per le arbitrarie distinzioni di enti e di competenze, per il mutare di luoghi di ricovero, fonte, ciò, di dispersione di energie, di mezzi, di denaro. In tutti i convegni di stu¬ di assistenziali sono stati, infine, deplorati i gravi inconvenienti che si riscontrano nel trattamento dei minori dimessi dai brefotrofi. Questi sono affidati, al terzo anno di età, a istituti o a famiglie mercenarie: nel primo caso, si tratta per lo più di istituti che offrono, in corrispettivo di una retta modesta, scarsissime garanzie per la formazione educativa, culturale e professionale dei giovani (anche per la mancanza di personale specializzato competente) e che aggravano quelle deformazioni di carattere dovute alla carenza di cure familiari; nel secondo caso, l'affidamento spesso non è accompagnato da una preventiva seria valutazione delle condizioni igieniche, sanitarie e morali e delle possibilità educative della famiglia affidataria. La mancanza, poi, di un adeguato servizio sociale impedisce successivi controlli. Al momento della dimissione, gran parte di questi fanciulli si trova in condizioni di insufficienza economica lavorativa, senza titoli di studi, e la situazione non migliora certo col passaggio delle competenze prima all'Onmi poi all'Eca. A tale grave situazione fa riscontro una assoluta inefficacia dei controlli. Troppe leggi prevedono precisi controlli ! Ispezioni periodiche dovrebbero compiere il Ministero dell'Interno e quello della Sanità; compiti di vigilanza e di coordinamento sono affidati all'Onmi e all'Eca, ai comitati provinciali di assistenza e di beneficenza, alle commissioni di vigilanza, ai Prefetti, ai consiglieri da lui delegati, a speciali ispettori dei brefotrofi; ma questi organi e enti sono, per la massima parte, nella impossibilità di esercitare le loro attribuzioni perché privi della necessaria organizzazione di uffici e di servizi specializzati cui affidare l'esecuzione effettiva dei vari compiti di controllo; parecchi organi e enti, poi, hanno ben scarsa vitalità, quando addirittura non esistono (come « gli ispettori speciali»)! Nella pratica realtà, dunque, la protezione della infanzia abbandonata non trova alcuna efficace realizzazione, come l'esperienza, purtroppo, insegna! Ma è disumano continuare nell'attuale posizione di passività'e di grave trascuratezza; il problema va affrontato in radice per il rispetto che si deve alla dignità del fanciullo e nell'interesse stesso della società! Numerosi studi hanno concordemente dimostrato che il ricovero in istituto è la peggiore soluzione e che i minori internati soffrono gravemente della mancanza di cure familiari e che tutto ciò intacca il loro carattere e colpisce il loro stesso equilibrio psico-fisico. E' da questa schiera di infelici, immiseriti fisicamente e moralmente, disoccupati, caratteriali, è da questa infanzia ferita che escono in massima parte gli asociali, i delinquenti,- le prostitute, se non interviene un'opera ri¬ sanatrice graie ! E la migliore opera non consiste solo in una riforma delle leggi sulla protezione dell'infanzia (alcuno misure potrebbero essere immediatamente attuate con beneficio dei fanciulli), tanto meno consiste nel palliativo delle deplorevoli ricorrenti amnistie, ma nel dare a ogni bambino una famiglia quale ambiente naturale e insostituibile per il suo armonioso sviluppo; la legge sulla adozione, da troppo tempo invano invocata, è un preciso urgente dovere del Parlamento. La società ha il dovere di dare il meglio di se stessa ai fanciulli abbandonati, né ha alcun rilievo il pretesto della insufficiente disponibilità finanziaria fino a quando si assiste allo stanziamento di somme anche rilevanti per riforme assai meno urgenti e di nessuna utilità sociale! Emilio Germano Presidente 1« sezione del Tribunale di Torino tenace intc-

Persone citate: Emilio Germano

Luoghi citati: Roma, Torino, Vernone