L'insegnamento delle scienze nelle scuole secondarie italiane

L'insegnamento delle scienze nelle scuole secondarie italiane L'insegnamento delle scienze nelle scuole secondarie italiane Il caso del liceo scientifico: fisica, chimica, biologia e geologia occupano appena l'ottava parte del tempo disponibile per il totale delle lezioni - Riflessi negativi sulla classe dirigente e sulla legislazione Preoccupazioni per il prossimo biennio liceale, destinato ad accogliere i licenziati della scuola media « ...Quella scienza che con i suoi schemi le sue formule le sue leggi i suoi preparati i suoi cadaveri le sue piante disseccate e le sue bestie impagliate è come un mondo di spettri dove l'anima sente il freddo della morte». Non sono parole tratte da un testo medioevale; si trovano nel « Sommario di pedagogia generale.» di Giovanni Gentile. Potrebbero, oggi, farci sorridere se la scuola secondaria superiore italiana non fosse ancora imprigionata nelle strutture imposte ad essa dalla riforma gentiliana. In una società ove le conquiste scientifiche e tecniche richiedono menti consapevoli e personale preparato, gli insegnamenti scientifici nelle nostre scuole (fatta eccezione per gli istituti tecnici industriali), sono costretti entro limiti di tempo assurdamente angusti. Di solito l'interesse del pubblico nei riguardi della scuola si limita al periodo degli esami, mentre vengono sovente ignorate le questioni di fondo, che, in realtà, toccano le famiglie molto più da vicino. Si potrebbe fare l'esempio del « liceo scientifico », nel quale il tempo concesso all' insegnamento delle scienze è poco più di un quarto del totale delle lezioni e, di questo quarto, metà è riservato alla matematica e metà (cioè un ottavo del totale) al complesso di tutte le materie sperimentali (che sono almeno quattro: fisica, chimica, biologia, geologia). Compito della scuola è di orientare gli allievi, di rivelarne le vocazioni, di dare loro l'istruzione necessaria perché possano inserirsi nel mondo del lavoro o possano adire agli studi universitari con una base adeguata. Ed è una amara verità che dal liceo scientifico i giovani escono senza avere un'idea della vera natura della scienza. Di qui i tardivi disinganni nei primo anno universitario, gli affannosi cambiamenti di facoltà o, all'opposto, le prò babili vocazioni che si sarebbero potute rivelare e che invece sono rimaste nascoste. Perdita di tèmpo e smarrimento di intelligenze, che deve allarmare non so 10 le famiglie ma la società intera, perché si risolve, ol tre tutto, in un danno eco nomico. Una piaga dolorosa, che risale sempre all'insufficien za dell'insegnamento scientifico in tutta la scuola secon daria, è l'inadeguata preparazione della nostra classe dirigente in questo campo. E' abbastanza frequente sentire persone, anche di buona cultura, avvocati, let terati, professionisti, dichiarare con una certa civetteria di non aver mai capito nulla di chimica, o di ignorare la biologia. Purtroppo, in Italia, molti di coloro che fanno le leggi la pensano così, coi risultati che conosciamo disboscamenti, alluvioni, frane, disseccamento di pasco li, distruzione di faune e di flore... In realtà il problema è stato affrontato per la scuola media inferiore e risolto con l'introduzione delle «osservazioni scientifiche» (che però meriterebbero un lungo discorso a parte). Come sarà configurato il successivo biennio liceale, destinato ad accoglierne l'anno prossimo i licenziati dalla media inferiore? Non se ne sa ancora nulla, quantunque !e proposte di orari e di programmi si trovino da tempo sul tavolo dei ministeriali. Per 11 settore scientifico se ne è, tra l'altro, occupato un comitato del quale fanno parte maestri elementari, insegnanti di scuola secondaria e docenti universitari: composizione felice poiché permette di esaminare i problemi da tutti i punti di vista. Proposte sono state formulate da persone qualifi cate, che hanno anche stu diato le realizzazioni stra niere in questo campo. Le richieste tengono pure conto delle raccomandazioni dell'Orde sul piano internazionale; il problema degli insegnamenti scientifici ri veste infatti una tale importanza, anche economica, che se ne stanno interessando i massimi organismi internazionali, come appunto l'Ocde (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), della quale l'Italia è uno dei Paesi membri. La scuola italiana non deve dunque trovarsi in condizioni di inferiorità rispetto alle scuole straniere, e questo per ragioni economiche, oltre che di prestigio. Si attendono notizie del biennio. Il pericolo che si prenda una decisione im provvisa, all'ultimo momento, in materia cosi delicata, è grave: e il modo col quale fu realizzata l'attuale scuola media inferiore ce lo insegna. Può essere che questo ritardo sia determinato dal fatto che le nuove prospettive per gli insegnamenti scientifici richiedono un certo sacrificio nell'orario scolastico delle materie letterarie. D'altra parte molto dell'insegnamento letterario può essere alleggerito e modernizzato senza che il valore umanistico di queste discipline vada perduto. Non si tratta di un dissidio tra le « due cultu re », ma solo di raggiunge re un giusto equilibrio tra la parte classica e la parte scientifica dell' educazione. L'apporto dell'insegnamento scientifico, impartito con metodi moderni, ha il significato di essere soprattutto educazione al pensiero scientifico ; ma costituisce anche un'educazione della mente e del era-attere, svi luppando nell'allievo doti di obiettività e di onestà intellettuale. Carla Baldi del Comitato Nazionale per l'Educazione Scientifica

Persone citate: Carla Baldi, Giovanni Gentile

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