Chiesta la scarcerazione dell'antiquario Aprato
Chiesta la scarcerazione dell'antiquario Aprato Chiesta la scarcerazione dell'antiquario Aprato L'inchiesta a Genova sui quadri falsi - La istanza presentata dai difensori - Concessa la libertà provvisoria ad un altro gallerista ( Dal nostro corrispondente) Genova, 12 gennaio. Gli avvocati Luca Ciurlo di Genova e Acciarini di Torino hanno chiesto la libertà provvisoria per Astorre Aprato, l'antiquario torinese arrestato la vigilia di Natale a Cortina d'Ampezzo nel corso dell'inchiesta sul traffico dei quadri falsi. L'istanza è stata presentata stamane al consigliere istruttore del Tribunale di Genova dott. Lucio Grisolia: la decisione del magistrato è attesa nei prossimi giorni. Ieri era stato rimesso in libertà il geometra Davide Morando, proprietario della galleria d'arte genovese « Piccapietra » e cognato di Astorre Aprato. Lo stesso beneficio ha ottenuto nei giorni scorsi (ma la notizia è stata resa pubblica soltanto oggi) anche il titolare della galleria genovese « San Camillo », Renzo Belletti di 29 anni, arrestato dai carabinieri 11 28 dicembre scorso. In effetti, il gallerista e.a già stato riconosciuto estraneo alla clamorosa vicenda, poiché la accuse che lo riguardano e per le quali è stato rinviato a giudizio con rito diretto (tentata truffa e ricettazione) sono circoscritte a un episodio margi¬ nale. Sa tratta •'al sequestro, effettuato alla «San Camillo», d'un dipinto falsamente attribuito a Tommaso Gianquinto e di alcune « tavolette » altrettanto fasulle attribuite invece a autori del medioevo. In attesa del processo, il difensore avv. Romano Raimondo aveva chiesto e ottenuto dal Tribunale la libertà provvisoria, ma il procuratore della Repubblica, ricorrendo in Cassazione, aveva sospeso l'efficacia del provvedimento. li ricorso non è stato tuttavia « coltivato » sicché Renzo Belletti ha potuto lasciare- il carcere. Da Milano è infine giunta notizia che quella magistratura è interessata alle indagini svolte a Genova sul mercato dei quadri falsi perché alcuni degli arrestati a Genova avrebbero conti da regolare anche nel capoluogo lombardo. f. d.
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