L'assassino di Domodossola arrestato di notte in una baita sulle montagne
L'assassino di Domodossola arrestato di notte in una baita sulle montagne A quarantott'ore dalla tragica sparatoria L'assassino di Domodossola arrestato di notte in una baita sulle montagne L'immigrato, ventinovenne, si era rifugiato sulle alture di Calasca Castiglione, in Valle Anzasca - I carabinieri, fra la neve e il ghiaccio, circondano la capanna all'Alpe Lavarecchio e lo catturano: benché armato di pistola e coltello non oppone resistenza - Ai militi dice: «Ho ucciso il mio compaesano durante una lite per una ragazza» (Dal nostro corrispondente) Domodossola, 11 gennaio Il bracciante ventinovenne Carmelo Nucera, nativo di Condofuri (Reggio Calabria) e ricercato per aver ucciso un compaesano domenica sera sul piazzale della stazione di Domodossola, è stato arrestato stanotte alle S dai carabinieri in una baita dell'Alpe Lavarecchio, a quota 1600, sulle montagne di Calasca Castiglione, in Valle Anzasca. La sera del delitto i carabinieri ricevevano una informazione da Villadossola che se¬ gnalava il Nucera in quella iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii località: verso le Zi, della domenica, infatti, lo sparatore era entrato in un'osteria chiedendo un caffè e raccontando di essere stato sorpreso dalla Finanza che gli aveva sequestrato l'auto ed un carico di sigarette. Lo strano episodio insospettì l'esercente che avvertì i militi di Calasca. Nel frattempo il Nucera — che conosceva la zona per averci lavorato al taglio degli alberi — aveva preso la via dei monti attraverso un aspro e ripido sentiero ricoperto di neve e lastroni di ghiaccio. Venti carabinieri, col tenente Paradiso e i brigadieri Dodarò e Moscatelli, accorrevano sul posto da Domodossola (che è distante 30 chilometri), perlustrando ad una ad una le capanne che si trovano lungo il pendio. Finalmente, stamane alle S.1S, da una baita in fondo all'Alpe Lavarecchio vedevano brillare una fioca luce e un filo di fumo salire al di sopra del tetto di sassi. Circondata la baita il Nu cera è stato invitato ad usci re. Sulle prime si è mostrato indeciso, « perché — dirà più tardi — temevo che fossero gli amici della mìa vittima ». Poi Quando si è accorto che erano i carabinieri, non ha opposto resistenza. Al momento dell'arresto portava con sé la pi stola calibro 22 con il carica tare innestato ed un coltello. Trasportato sotto buona scorta a Domodossola, Carme lo Nucera è rimasto in caserma fino al pomeriggio di oggi; poi è stato internato nelle carceri mandamentali in attesa di essere trasferito a Pai lanza. Il giovane ha ricevuto la visita della madre e dei fratelli. Nel primo interrogatorio ha detto che dopo avere sparato sette colpi al bracciante Antonino Nucera, anch'egli calabrese (è omonimo ma I non parente), imboccò cor U° Moneta e discese a pied ' fino in fondo a via Galletti o a o o . a a i e o e i a i e o all'uscita sud della città. Li rubò una bicicletta da donna appoggiata al muro di una osteria e così arrivò prima a Villadossola e poi in Valle An asca, giungendo in località Cimamulcra. Da Cimamulera, con un percorso di sei chilometri, proseguì a piedi fino a Calasca Sul suo incontro con la vit tima e sull'uccisione, Carmelo Nucera Ita dichiarato che An tonino Nucera era giunto a Domodossola il 28 dicembre scorso, c-jii l'intento di siste mare la vecchia questione di una ragazza per la quale i due avevano già avuto modo di scontrarsi anni fa a Milano Antonino Nucera pretendeva infatti dal suo rivale la «maz zetta», termine che in gergo oalabrest significa versamenti periodica di denaro: in cambio dei soldi ./irebbe dimenticato che Cam. IllPètdSCdctlarcIto» la radazza. laeè-, gli aveva «soffia |mg. b. Id Carmelo Nucera condotto in carcere a Domodossola
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