Le confidenze di Quarantotti Gambini e la lezione poetica di Umberto Saba

Le confidenze di Quarantotti Gambini e la lezione poetica di Umberto Saba Le confidenze di Quarantotti Gambini e la lezione poetica di Umberto Saba « Sei stato un poco, quando eri giovanissimo, un mio "scolaro", non per l'arte dello scrivere, che in te è innata, e — necessariamente — diversa dalla mia, ma perché, (se non m'illudo) ti ho un poco agevolato il cammino facendoti presente quanto costi il successo »: cosi, in data 5 gennaio 1957, Umberto Saba settantaquattrenne e prossimo a morire scriveva al quarantasettenne amico Pierantonio Quarantotti Gambini, morto anch'egli la primavera dell'anno scorso. E le parole del caro poeta triestino — con quelle spezzature e quegli incisi di un discorrere lento, da vecchio saggio — sono, in certo senso, la chiave del carteggio che ora leggiamo amorosamente raccolto da Linuccia Saba sotto il titolo di II Vecchio e 11 Giovane.- cinquanta lettere del primo e ventisette del secondo, dal e giugno 1930 al 15 gennaio 1951. Poco importa che, per forza di cose, la raccolta sia incompleta: mancandovi, con una sola eccezione, le missive di Quarantotti Gambini dal principio del sodalizio sino alla fine della guerra, conservate dal più illustre corrispondente sinché, perseguitato per motivi « razzia- ri», egli dovette fuggire da Trieste e i nazifascisti gli devastarono la casa. (« Tut- to mi portò via 11 fascista abbietto - ed il tedesco lurco»). Lo stesso, per certi tagli onestamente segnalati nel corso delle pagine. Malgrado queste lacune, infatti, qui abbiamo un ritratto vivacissimo di tutti e due gli interlocutori, e prezioso non tanto come compiuto documento biografico quanto come immediata, schietta e spesso commovente rievocazione della loro personalità. Così, nelle confidenze del romanziere Quarantotti Gambini — intonate a signorile rispetto già nell'uso del «lei», che mai si accompagna a ossequiosa reticenza — imol- fissimi spunti delle vicende in atto della sua carriera di scrittore hanno il domestico contrappunto di una cronaca quotidiana, e gli avvenimenti possono risultare in sé gravi, drammatici — quando, per esempio, lui democratico e antifascista viene «epurato» subito dopo la Liberazione per aver diretto durante la guerra la Biblioteca Civica di Trieste — o riflettere amarissimi turbamenti della nostra vita nazionale — lo sdegno contro il poeta francese Paul Eluard. firmatario di un proclama inneggiante al maresciallo Tito e clamorosamente accolto in Italia —; op¬ pure rientrano nel giro di ben più minute e private no tizie: « Ho avuto una con gìuntivite, e praticamente una congestione all'occhio sinistro, penosissima (...) ». Ma la varietà dei sentimenti, dei temi, delle circostanze, è poi riassorbita nella coerenza di uno stato d'animo sempre fedele a una ansiosa tenerezza: che è, poi, il bisogno del giovane di fare i conti con se stesso esponendo al vecchio maestro gli avvenimenti maggiori e minori della propria umana avventura, quasi scoprendone un segno più profondo nel momento stesso della loro descrizione. E il maestro? Il maestro, forse più qui che nelle pieghe più affettuose di tanta sua poesia, è l'uomo assetato di vulnerabilissimo amore, in cerca di evasioni da un'amarezza che o gli diventa eieaia o lo soffoca. Sì che il lettore anche meno dotato di pazienza farà presto a ricostruire l'immagine di un Saba smarrito nella Milano ilei dopoguerra, diviso fra deludenti fervori e angosciose malinconìe: « Sarebbe meglio per me morire»; «Accolgo male le persone per necessità di difesa»; «Prega Iddio che mi tolga presto da questo inferno, e poi abbia misericordia di me che, se ho peccato, non l'ho mai fatto per malvagità di cuore ». Sembrano lamenti, gemiti di un'animo delusa e affaticata: a. peggio, incantati rovelli. Ma sono, dettati dalla limpide voce di un intrepi¬ do cuore, le lezioni di un'alta esperienza poetica: giunta a scoprire nel dolore il segreto più solenne del mondo. Ferdinando Giannessi UMBERTO SABA e PIERANTONIO QUARANTOTTI CAMBINI: Il Vecchio e ti Giovane, Carteggio 1930-1957, Ed. Mondadori; 184 pagine. 1500 lire.

Persone citate: Ferdinando Giannessi, Linuccia Saba, Paul Eluard, Pierantonio Quarantotti, Quarantotti Gambini, Umberto Saba

Luoghi citati: Italia, Trieste