E' fuggito dopo l'investimento resterà in prigione otto mesi

E' fuggito dopo l'investimento resterà in prigione otto mesi In Pretura un altra processo per direttissima E' fuggito dopo l'investimento resterà in prigione otto mesi L'incidente sei giorni fa in via Nizza - L'imputato dovrà subire un altro processo per lesioni Ha detto: « Non posso sopportare la vista del sangue e sono scappato » - Negata la condizionale Si è svolto ieri in pretura (giudice Gamba, cane. Cicerale, p. m. Molletti) il procosso per direttissima, contro Domenico Amarù, 53 anni, da Caltanissetta, ambulante di frutta e verSura, imputato — in stato di arresto — di omissione di soccorso e fuga. L'incidente avvenne la vigilia dell'Epifania, poco dopo le 18, in via Nizza. L'Amarù, alla guida di un motofurgoncino, investi il giornalaio Luigi Tngliabue, 69 anni, privo di una gamba, che ha un'edicola in via Nizza 250. Il furgone, dopo l'investimento, non si fermò. Sembra anzi che abbia aumentato la velocità, fuggendo a fari spenti. Un automobilista lo rincorse e riuscì a rilevare il numero di targa. 11 ferito, che non dava segni di vita e perdeva sangue anche dalla testa, fu trasportato con una ambulanza della Fiat alla clinica neurochirurgica: i medici lo ricoverarono con prognosi riservata per frattura della base cranica; è tuttora in gravi condizioni. La polizia Identificò l'Amarù e trovò il suo indirizzo: via Candiolo 65, intomo 36. Gli agenti, in sua assenza, gli lasciarono un biglietto di invito. L'ambulante si presentò al commissariato la mattina di venerdì. Fu arrestato e rinviato a giudizio per direttissima per omissione di soccorso e fuga, ma in seguito dovrà subire un altro processo per le lesioni causate al Tagliabue. Domenico Amarù, difeso dagli a\.ocati Romagnoli e Rossomando, è comparso in manette davanti al pretore. Ha detto, per giustificarsi: « Non ho visto il pedone, ho sentito un colpo e delle urla. Mi sono reso conto di aver investito qualcuno, e mi sono impressionato. Non posso sopportare la vista del sangue e la mia presenza sarebbe stata inutile. Per questo ho proseguito, tanto più che sul posto, attorno al /erito, si stava formati- do un capannello di persone » Pretore — E' vero che se ne andò a fari spenti? Amarù — No, dissi una cosa del genere alla polizia, ma in seguito mi ricordai che ti avevo accesi. Pretore — Lei non si è preoccupato delle conseguenze del suo gesto? Amarù — C'era molta gente ed ero sicuro che qualcuno avrebbe soccorso il ferito. Mi presentai subilo al commissariato quando mi mandarono a chiamare. Non volevo sottrarmi alla giustìzia. N ai ho nemmeno tentato di far riparare il motofurgone e anzi lo portai, ancora ammaccato, alla polizia. Dopo l'investimento scappai perché ero sconvolto: sono sposato ed ho quattro figli. Franco Carriola è l'automobilista che inseguì il furgoiu. « lo non vidi l'incidente — dice. Giunsi sul posto pochi istanti dopo e qualcuno mi gridò: "Lo insegua, ha ammazzato un uomo". Non ebbi difficoltà a raggiungere il motomezzo, che andava abbastanza piano. Non so se avesse le luci spente. Certamente la targa non era illuminata: per leggerla dovetti accendere i mezzi fari ». Pretore — Lei non ha tentato di fermare il furgone? Carriola — No, mi sono limitato a rilevare il numero di targa. La difesa ha osservato che. in questa vicenda, non sì può parlare di « omissione di soccorso » in quanto l'Amarù se ne andò con la certezza che attorno al ferito c'erano persone in grado di farlo ricoverare, con la dovuta urgenza, all'ospedale. «L'Amarù è un anziano lavora loie, serio e onesto, e la sua azione non può essere para gonala a quella dei due gio vani clic, l'ultima notte dell'an no, abbandonarono una donna lungo la strada di Orbassano dopo averla investita, e poi se ne andarono a ballare ». Il pretoro non ha accolto la tesi difensiva ed ha condannato l'Amarù, complessivamente, a 8 mesi di carcere: 5 mesi e 10 giorni per l'omissione di soc< corso e 2 mesi e 20 giorni per la fuga. Gli ha pure inflitto 40 mila lire di ammenda, con il ritiro della patente per tre anni. Inoltre, come già era accaduto il 5 gennaio scorso nel processo contro i giovani Giorgio Franco Eduardo Siesto, che travolsero Cecilia Bertone, 54 anni, In corso Unione Sovietica e poi la abbandonarono priva di soccor so nei pressi di Stupinigi, l'Amarù sì è vista negare la condì zionalo. Resterà in carcere in ittesa del processo per lesioni. La severità della magistratura torinese nei due recenti episodi è assai significativa. I giudici, evidentemente, intendono argi nare con chiari esempi il col pevole e cinico comportamento di coloro che, dopo aver cau sato un incidente, sperano di sottrarsi con la fuga alle loro responsabilità. Il pretore dott Gamba, nella sua ordinanza preliminare, con la quale ha respinto lo eccezioni della difesa sulla legalità della « direttissima », ha tra l'altro osservato: « Il reato di fuga è permanente c quindi la flagranza esiste fino al momento dell'arresto». Ciò significa che, in casi del genere, la punizione immediata sarà sempre possibile. Il magistrato ha concluso sottolineando la di sumana inciviltà di chi scappa quasi sempre approfittando del le menomate condizioni dì chi giace terito in mezzo alla strada. Domenico Amarù, 53 anni

Luoghi citati: Caltanissetta