I rari francobolli risorgimentali noti come «Cacciatori del Tevere»
I rari francobolli risorgimentali noti come «Cacciatori del Tevere» R I S P OSTE SI È ETTORI I rari francobolli risorgimentali noti come «Cacciatori del Tevere» Vennero usati dai volontari che, nel settembre-ottobre 1860, invasero alcune zone dello Stato Pontificio - Le truppe recavano con sé francobolli del Governo provvisorio toscano e se ne servirono per la propria corrispondenza; gli annulli erano quelli papali - Specialmente ricercati i «pezzi» conservati sulle lettere originali In un articolo pubblicato su questa pagina il 10 dicembre scorso abbiamo trattato, rispondendo ad alcune domande dei nostri lettori, del grande interesse storico dei f-ancobolli emessi dal governo provvisorio toscano nel 1859- 60, ed accennavamo agli eccezionali usi di posta militare che quegli stessi francobolli ebbero in taluni casi. Vediamo le cose più da vicino. Il 7 settembre 1860 una colonna di volontari chiamati < Cacciatori del Tevere » iniziava, al comando del colonnello Luigi Masi d'accordo con Cavour, l'invasione dello Stato Pontificio muovendo da Chiusi au Città della Pieve, dove era nominato un Governo Provvisorio. La colonna occupava successivamente Orvieto (il 12 settembre), Bagnorea, Celleno (il 16), Monteflascone (il 18), Viterbo (il 21) dove si era pure costituito un Governo Provvisorio, Civitacastellana e Corneto (il 24), Rignano Flaminio, Castelnuovo di Porto e Fiano Romano (il 2 ottobre) ed infine Poggio Mirteto, il 5 ottobre. Stabilitosi in questa località, Il colonnello Masi spediva degli inviati al generale piemontese Brignone, che era in Terni, per sapere se poteva proseguire la marcia verso Roma, ma la risposta fu negativa Si doveva abbandonare l'impresa e sgombrare i territori pontifici, ciò che avvenne tra l'8 ed il .20 ottobre I «Cacciatori del Tevere» avevano portato con sé un quantitativo di francobolli del Governo Provvisorio di Toscana da 1, 5. 10, 20 e 40 centesimi e se ne servirono per affrancare le proprie corrispondenze, affidandole per l'inoltro agli uffici postali locali, che annullarono gli esemplari con i bolli pontifici di loro dotazione. Qualche francobollo venne anche fornito alla direzione postale di Viterbo, che talvolta ne fece pure uso come segnatasse a tergo di lettere non affrancate. E' palese e grandissima l'importanza storica e filatelica dell'uso in Umbria di questi francobolli, che sono conosciuti come «Cacciatori del Tevere»; essi sono molto rari, specialmente se conservati su corrispondenze originali. Reparti di volontari toscani presero anche parte nel 1860- 61 alla campagna per la liberazione delle Provincie Napoletane, partecipando al famoso assedio di Gaeta (ottobre '60-13 febbraio '61), ed in tale occasione portarono con sé del francobolli da 20 centesimi del Governo Provvisorio di Toscana. Questi valori furono annullati con i bolli degli uffici n. 9 e 10 delia Posta Militare Sarda, che erano appunto al seguito delle truppe toscane, e sono rarissimi. Giulio Bolaffi Dall'alto in basso e da sinistra a destra: la più bella delle due uniche affrancature miste conosciute del Governo Provvisorio di Toscana e d'Italia 1862; un 20 centesimi con il bollo della Posta Militare Sarda n. 10 del 21 gennaio '61 (assedio di Gaeta); IfO centesimi frazionato, usato a Narni; coppia del 10 cent, usata dai « Cacciatori del Tevere » con l'annullo pontificio a griglia di Orvieto
Persone citate: Brignone, Cavour, Giulio Bolaffi, Luigi Masi
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