Quattro giovani confessano a Novara d'avere rapinato con l'auto sei mondane
Quattro giovani confessano a Novara d'avere rapinato con l'auto sei mondane Quattro giovani confessano a Novara d'avere rapinato con l'auto sei mondane Sono tutti fra i 18 e i 21 anni - I carabinieri li hanno « fermati » : li sospettano anche di furti compiuti a Gallarate e Busto Arsizio - Recuperata in una cascina gran parte della refurtiva: per trasportarla in caserma è stato necessario un camion (Dal nostro corrispondente) Novara, 6 gennaio. I carabinieri del Nucleo investigativo di Novara hanno sgominato una « gang » che, in due mesi, ha.compiuto una lunga serie di furti e rapine. Nei primi interrogatori i quattro « fermati > hanno confes¬ sato sei rapine e un numero imprecisato di furti, ma l'operazione è appena agli inizi e si ritiene che, alla conclusione, verranno assicurati alla giustizia gli autori di altre imprese criminose. L'operazione ha preso l'avvio ieri mattina con il < fer¬ mo » di quattro giovani: il lattaio Giovanni Albera di 21 anni, residente alla cascina Randella di Momo, il diciottenne Teresio Gramoni, figlio di agricoltori e abitante alla cascina Mirasole di Caltignaga, il meccanico Marino Marchesin di 18 anni, dimorante a Novara in corso Risorgimento, l'idraulico Domenico Benedetti, an ch'egli diciottenne residente a Novara in via Odescalchi. Secondo le loro stesse ammissioni l quattro avrebbero iniziato ai primi di novembre con una rapina. Benedetti, Marchesin e Gramoni (usando l'auto che il Gramoni aveva ottenuto in prestito dal fra tello), dopo aver invitato una ragazza, Olga Scalise, a salire sulla vettura, avevano minacciato la donna con una pistola automatica rapinandola della borsetta contenente ventimila lire, dì un orologio d'oro e di un anello di valore. Qualche giorno dopo la Sca lise, in seguito all'arresto di tre giovani banditi torinesi, ri tenne di riconoscere in loro gli autori della rapina e ribadì l'accusa nel corso dì un drammatico confronto in carcere Stamane la ragazza si è ricreduta, tanto più che l'orologio era stato ritrovato in possesso del Gramoni e l'anello l'aveva il Benedetti. Il terzetto — completato per altre imprese dall'Albera — dopo il primo « colpo » decise di proseguire nell'attività con la stessa tecnica, usando alternativamente l'auto del Gramoni e quella dell'Albera, avendo cura ogni volta di sostituirne la targa con una falsa di provenienza furtiva. Prese di mira erano le passeggiatrici di Novara, Gallarate e Busto Arsizio. Risulta che nessuna delle « donnine » ha presentato denuncia, eccezion fatta per la Scalise la quale, per aver denunciato di essere stata < rapita >, è stata deferita all'autorità giudiziaria per simulazione di reato. Tra i reati fino ad ora confessati, vi è una serie di furti di automobili, o parti di esse, alcune delle quali recuperate. Gran parte della refurtiva, tanto da riempirne un camion, è stata trovata alla cascina Ramella, dove abita l'Albera. L'autorità giudiziaria ha autorizzato la proroga del fermo dì tutti e quattro, per permettere lo sviluppo delle indagini. Nei loro confronti sono stati accertati i seguenti reati: associazione a delinquere, rapina, furto, tentato furto. Per il Gramoni, inoltre, detenzione e porto abusivo dì arma da fuoco e guida sen^a patente. p. b. / quattro arrestati: Marino Marchesin, da sinistra, Domenico Benedetti, Teresio Gramoni e Giovanni Albera
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