Una condanna a sei anni e due a cinque chieste per la sciagura di Bonassola
Una condanna a sei anni e due a cinque chieste per la sciagura di Bonassola Una condanna a sei anni e due a cinque chieste per la sciagura di Bonassola La requisitoria del Pubblico Ministero sullo scoppio che uccise dieci passeggeri di un treno - Assoluzione dubitativa al quarto imputato - Oggi ultime arringhe di difesa: forse in serata la sentenza (Dal nostro corrispondente) La Spezia, 3 gennaio. Il p. m. dott. Ricciuti, concludendo oggi la requisitoria nei confronti dei quattro ferrovieri imputati del disastro avvenuto il 16 gennaio 1961 a Bonassola, dove uno scoppio uccise i dieci passeggeri di un «accelerato», ha chiesto per Lino Costa un anno e 10 mesi per disastro colposo e 4 anni e 2 mesi per omicidio plurimo colposo (complessivamente sei anni) e la multa di 240.000 lire per lesioni colpose gravi. Per Luigi Basolo e Telemo Beccari un anno e quattro mesi per disastro colposo, tre anni e quattro mesi per omicidio plurimo colposo (complessivamente quattro anni e otto mesi) e 210.000 lire di multa ciascuno per lesioni colpose gravi. Per Luciano Galazzo il p. m. ha chiesto la assoluzione per insufficienza di prove. Inoltre ha domandato l'interdizione perpetua dai pubblici uffici per i primi tre imputati. Nella requisitoria durata tre ore il p. m„ dopo aver esaminato i vari aspetti del processo e analizzato gli elementi emersi dalla perizia d'ufficio, che egli ha ritenuto pienamente valida, si è soffermato sulla colpevolezza di Costa, Basolo e Beccari, senza però tralasciare di esprimere alcune riserve sul comportamento del dirigente Galazzo, al quale nel dibattito era stato mosso l'addebito di non avere informato la stazione di Bonassola dell'arrivo del materiale esplosivo. Per il p. m., tuttavia, questa omissione non riveste 1 caratteri di una responsabilità diretta con la tragedia perché già da due anni il personale viaggiava sul treno-merci che trasportava gli scatolini di gelinite dinamite, e tutti lo sapevano. Subito dopo il p. m. hanno parlato gli avvocati Buttìni. patrono del Beccari, Romanel¬ li per il Costa, Bevilacqua, difensore di Basolo e Galazzo, i quali hanno chiesto che i propri raccomandati siano scagionati da ogni colpa. L'udienza è stata infine rinviata a domattina per le ultime difese degli avvocati Smuragiia e Ricci: in serata, probabilmente, si avrà la sentenza. a. g.
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