Non è dello spazzino la pistola che uccise di Franco Marchiaro

Non è dello spazzino la pistola che uccise 88 delitto di Cairo Montenotfe Non è dello spazzino la pistola che uccise Anche se dello stesso calibro, l'arma trovata in casa del sospettato è estranea all'assassinio - Il giovanotto (forse un mitomane) ò stato rilasciato - Cinque auto alla stessa ora sulla stradina dove il tassista fu abbattuto? Nostro servizio particolare Cairo Montcnotte, lun. matt. Dopo 24 ore di fermo, Romolo Forgetti, di 29 anni, 11 netturbino di Cairo Montenotte che giovedì dichiarò d'aver rinvenuto in un luogo di decenza nei pressi di Porta Soprana, non molto lontano (600 metri) dal luogo dove l'operaio - tassista Ettore Dessino venne ucciso con otto colpi di rivoltella, i bossoli di sei proiettili calibro 7,65 (lo stesBO dell'arma del delitto), è stato rilasciato nelle prime ore di Ieri. Interrogato dal maresciallo Ciuffardi, che dirige le in dagini sul feroce assassinio,' lo spazzino è risultato estraneo alla morte del Dessino: l'arma sequestratagli in casa non è sicuramente quella del delitto; ed è quindi logico che sia stato rimesso in libertà. Ha corso comunque una brutta avventura, anche perché 1 carabi nieri avevano stabilito che ac quistò 25 cartucce 7,65, e sospetti so di lui, almeno per qualche ora, furono molti. E' stato denunciato, a piede libero, per detenzione abusiva dell'arma che non era denun ciata. Non è stato possibile invece stabilire se sia stato lui a deporre nel diurno i sei bossoli e a simulare poi il rinvenimento, per 11 piacere di finire sul giornale. Forgetti nega questa circostanza, ma non tutti sono convinti; comunque è certamente estraneo al grave fatto di sangue. Se a Romolo Forgetti il quarto d'ora di notorietà, con la foto sui giornali accanto ai grossi titoli che annunciavano gli sviluppi del clamoroso caso, ha giocato un brutto scherzo, non si può dire che nep pure la posizione degli altri testi usciti nelle ultime ore sia molto chiara. Si è detto e ripetuto qui a Cairo che la scoscesa stradina che sale alla frazione S. Anna — un pugno di casupole sparse sul fianco della collina — è praticamente sempre deserta in questa stagione; al massimo vi si può incontrare qualche coppietta d'innamorati. Ora invece viene fuori che all'ora del delitto, una sera fredda e pungente, con il cielo terso delle rigide giornate invernali, su quella stradetta in terra battuta, larga sì e no tre metri, tutta curve e avvallamenti, con paurosi precipizi sui fianchi, c'era un intenso movimento di auto più che nella via principale della città, quella che parte da Porta Soprana e che un collega ha definito la «Montenapoleone* di Cairo Montenotte. Vi era. è naturale, il tassì «1300» della vittima, Ettore Dessino, e fin qui nulla dì nuovo; si aggiunga l'auto guidata da Gastone Sossella, il quale scendendo da Cairo ha scoperto il delitto, e questo nessuno lo metterà in dubbio. Ora però sono saltate fuori, grazie alle testimonianze giunte quanto meno con molto ritardo, altre tre vetture: una «1100» e due «600». Su una delle «utilitarie», si dice, doveva essere il teste sbucato fuori cinque giorni dopo la scoperta del delitto, sulla «1100» l'assassino reduce dall'aver scaricato otto colpi di pistola contro il tassista; sull'altra «utilitaria», che si afferma facesse strani segnali con i fari, avrebbe viaggiato un complice dell'omicida. Non sembra un po' eccessivo questo andirivieni di auto su una strada che, isolata fin che si vuole, corre pur sempre molto vicino alla città? Noi riteniamo di sì e pensiamo che, come sempre avviene in questi casi, troppa gente venga fuori con il passar dei giorni per fornire indicazioni fantasiose. Non si presenta invece nessun testimone a dire di aver visto il Dessino partire, verso le 17,45 di sabato 11 dicembre, diretto al luogo dove era in agguato la morte. Franco Marchiaro

Persone citate: Ciuffardi, Dessino, Ettore Dessino, Gastone Sossella, Romolo Forgetti

Luoghi citati: Cairo, Cairo Montcnotte, Cairo Montenotfe, Cairo Montenotte