ASTENSIONI SUPERIORI AL 15 % di Sandro Volta

ASTENSIONI SUPERIORI AL 15 % Com'è avvenuta la rielezione per altri sette anni ASTENSIONI SUPERIORI AL 15 % Tenendo conto dei non votanti e delle schede bianche, risulta che meno della metà degli elettori iscritti approva la politica del Generale - Il prestigio di De Gaulle è ancora grande, ma le sorti future dell'Unione Nuova Repubblica appaiono piuttosto incerte - Tra un anno circa una difficile «c scadenza » per le elezioni legislative: la legge degli apparentamenti potrebbe ora favorire i partiti dell'opposizione Un regime personale Parigi, lunedì mattina. I risultati del ballottaggio in Francia convalidano, in gran parte, le previsioni della vigilia: De Gaulle, cioè, è stato rieletto con una percentuale non larghissima di voti, benché notevole: il 55%. Rammentiamo che alla vigilia un sondaggio ufficiale dell'Istituto francese d'opinione pubblica attribuiva al generale il 55 per cento dei voti. Se però si tiene conto degli astenuti (valutati tra il 15 e il 16%) e di coloro che hanno votato scheda bianca, non si può non constatare che meno della metà degli elettori iscritti hanno approvato la politica del Generale. E' una constatazione che modifica il principio del potere gaullista, fondato sull'incarnazione della volontà popolare, incontrastata e totalitaria. II generale De Gaulle è stato rieletto per sette anni presidente della Repubblica francese e la sua rielezione è perfettamente legale, conseguenza di una votazione che si è svolta nella piena libertà. Tuttavia nell'esercizio del potere, egli dovrà tener conto dell'opposizione che si è manifestata in proporzioni ampie soprattutto al primo turno elettorale. Le circostanze stesse in cui -si è svolta l'elezione e il necessario ricorso al ballottaggio trasformano la posizione del Generale di fronte al Paese. All'inizio della campagna elettorale, infatti, De Gaulle aveva negato al partito di maggioranza, l'Unione per la Nuova Repubblica (U.N.R.) l'autorizzazione di svolgere la propaganda in suo favore. Lo stesso divieto lo aveva rivolto ai suoi ministri ed egli stesso si era limitato a presentarsi sugli schermi della televisione soltanto per annunciare la propria candidatura e per un appello al Paese alla vigilia del primo turno. Voleva mantenersi in posizione di arbitro, al di fuori delle competizioni fra partiti, verso i quali manteneva un atteggiamento di aperta condanna. Questa posizione lo^ortòtaH* sconfitta del 5 dicembre e, allora, dovette mutar tattica: pur confermando la condanna contro i partiti, vennero mobilitati l'U.N.R. e il governo, per svolgere una febbrile campagna elettorale che si è conclusa con il successo di stanotte. La vittoria nel ballottaggio non è dunque la storia di un uomo solo, dell'arbitro: è una vittoria del generale De Gaulle, candidato dell'U.N.R. Questa situazione ne fa l'ostaggio di un partito, di un partito destinato fatalmente a non sopravvivergli? E' difficile prevedere fino a che punto il Generale si piegherà a questa logica. Certo, l'U.N.R. è un partito eterogeneo, senza una propria ideologia, nel quale agiscono interessi contrastanti ed è stato cementato finora soltanto dal prestigio del capo. Malumori e recriminazio4 hi \sT sonò già manifestati nélJe sue file dopo l'insuccesso del primo turno, ma è poco probabile che vi si sviluppino tendenze seces- sioniste o aperte ribellioni, proprio per l'assenza di princìpi ideologici. Senonché, si cominciano già a profilare all'orizzonte le elezioni legislative, ossia la data che potrebbe esser fatale all'U.N.R. Con circa un terzo dei voti, l'Unione per la Nuova Repubblica aveva conquistato la maggioranza dei seggi nell'attuale Assemblea nazionale, grazie al sistema degli « apparentamenti» stabilito dalla legge elettorale della Quinta Repubblica. Ma fra poco più di un anno, quando ci saranno le nuove elezioni — se si sarà consolidato il raggruppamento fra gli altri partiti, che ha dato prova di piena efficienza in queste elezioni presidenziali — gli « apparentamenti > potrebbero giocare contro il partito che detiene ora la maggioranza. Che cosa accadrà allora se il regime gollista si troverà in minoranza al Par lamento? Va rammentato che soprattutto le prospettive fu ture impegnano la linea di condotta dell' opposizione Nessuno dei partiti e dei gruppi politici che avevano presentato candidature alle elezioni presidenziali lo ave vano fatto con la speranza che il loro candidato riuscisse a battere il generale De Gaulle: lo avevano fatto, cioè, in vista dell'aprèsDe Gaulle, ossia di quello che accadrà quando De Gaulle non sarà più al potere. Nell'ipotesi, tutt'altro che campata in aria, del vuoto che si produrrebbe se, senza De Gaulle, l'U.N.R. .dovesse disgregarsi, gli esponenti dell'opposizione hanno approfittato delle elezioni presidenziali per gettare le basi di nuove strutture politiche. I risultati positivi di questa operazione sono il « Centro Democratico » di Jean Lecanuet e la « Federazione della Sinistra democratica e socialista » di Frangois Mitterrand. Il nuovo partito, che Lecanuet sta già attivamente organizzando, mira a riunire le forze confessionali e laiche del vecchio centrodestra, dagli indipendenti di Antoine Pinay ai demo¬ cristiani (M.r.p.), alle frange meno progressiste del radicalismo e del socialismo. Si tratta di un vero partito, che presuppone lo scioglimento di tutti i partiti che entrassero a farne parte: uno degli obiettivi di Lecanuet è di arrivare ad assorbire anche una gran parte di coloro che militano nelle file dell'U.N.R. Il movimento che sorregge Mitterrand, invece, non è un partito, ma una federazione, nella quale i vecchi partiti mantengono in vita le proprie strutture, subordinando però la loro attività a un patto di unità d'azione. Ne fanno parte il partito socialista, il partito radicale, i clubs politici sorti in Francia durante il potere di De Gaulle, e personalità indipendenti, come Pierre Mendès-France : un insieme che dispone già di un centinaio di deputar', all'Assemblea nazionale. In particolari circostanze, potrà convergervi anche il partito comunista, come è avvenuto (e con notevole efficacia) per. la candidatura di Mitterrand nelle elezioni presidenziali. I due organismi arriveranno a fondersi d'accordo, secondo Io sfortunato pro¬ getto di Gaston Defferre? Non si può escluderlo, ma sembra poco probabile, perché un calderone in cui si mescolassero un po' tutti, la destra con la sinistra, i conservatori con i progressisti, finirebbe per perdere ogni -efficienza e, invece di portare via chiarezza nella vita pùfeblfca francese, finirebbe per rènderla più confusa che mai. Il raggruppamento, secondo le due distinte famiglie politiche aprirà invece la via ad un sistema bipartitico che promuoverà il Parlamento francese al livello delle più progredite democrazie dell'Occidente. Sandro Volta Il presidente De Gaulle e la moglie ieri mattina nel seggio elettorale di Colombey-les-deux-Eglises (Tel. A. P.) Francois Mitterrand rrwntre vota a Chàteau-Chinon (Tel.)

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