Cadono le scomuniche fra cattolici e ortodossi di Filippo Pucci

Cadono le scomuniche fra cattolici e ortodossi Annullati gli anatemi reciproci del 1054 Cadono le scomuniche fra cattolici e ortodossi L'annuncio ufficiale sarà dato congiuntamente domani in S. Pietro durante una cerimonia alla presenza di Paolo VI, e a Istanbul, davanti al Patriarca Athenagoras - Come si giunse, 900 anni fa, alla rottura fra Papa Leone IX e Michele Cerulario Città del Vaticano, lun. matt. La acomunica che nel 1054 gli esponenti della Chiesa cattolica e della Chiesa ortodossa si scambiarono Irosamente, sanzionando in modo definitivo' una divisione che doveva durare fino ai nostri giorni, sarà domani ritirata in modo solenne ad Istanbul ed a Roma. E' un gesto di per sé superato dagli avvenimenti, perché l'abbraccio tra Paolo VI e il Patriarca Atenagora in Palestina e tutti i contatti tra le due Chiese hanno ormai espresso e tradotto in pratica la volontà di annullare diffidenze ed ostilità del passato. Ma è un fatto che non si trascura alcuna occasione per sottolineare il sentimento di reciproco perdono, nel riconoscimento delle reciproche colpe, che anima le due Chiese, lungo la lenta e graduale via che dovrà un giorno, almeno si spera, portarle all'unione. Da qualche tempo una commissione mista di teologi e storici cattolici ed ortodossi si era riunita ad Istanbul «per studiare gli avvenimenti del lOSlf > e per elaborare un progetto di dichiarazione comune. Essa è stata sottoposta alla approvazione finale del Papa e del Patriarca Atenagora ed un comunicato congiunto ufficiale, diffuso a Roma e dalla sede del Patriarcato ortodosso a Costantinopoli, ha annunciato ieri che «la dichiarazione sarà letta simultaneamente a Roma, durante la sessione pubblica del Concilio del prossimo 7 dicembre, e ad Istanbul, durante una sacra liturgia celebrata lo stesso giorno ». Una missione pontificia, capeggiata dal cardinale Shehan, arcivescovo di Baltimora negli Stati Uniti, e della quale fa parte anche l'arcivescovo di Bari Nicodemo, presenzierà alla lettura del documento a Costantinopoli, e la stessa cosa farà una emissione patriarcale > in San Pietro, in posto d'onore, prossimo al trono del Papa. I fatti del 1054 ebbero a protagonisti il cardinale Umberto di Selva Candida, inviato di Leone IX, ed il patriarca di Costantinopoli Michele Cerulario. Quest'ultimo, dopo varie vicende, era giunto a far chiudere le chiese cattoliche, e soprattutto si era rifiutato sdegnosamente di comparire alla presenza del cardinale inviato dal Papa, per spiegare il suo atteggiamento. II cardinale Umberto era un antibizantino dichiarato, e aveva un carattere dispotico e superbo; il Patriarca Michele Cerulario non era da meno, e soprattutto nutriva forti ambizioni. Oggi lo riconoscono tutti i testi di storia ecclesiastica, per spiegare uno scontro che decretò la divisione tra Roma e Costantinopoli. L'episodio finale avvenne il 16 luglio 1054: il cardinale Umberto, visto che Michele Cerulario rifiutava di presentarsi al suo giudizio, depose a Costantinopoli, sull'altare di Santa Sofia, una bolla di scomunica contro di lui, < infarcita di ingiurie > come asseriscono i testi, e prese poi subito la strada del ritorno verso Roma. Quando questo avveniva, Papa Leone IX, che aveva autorizzato il cardinale Umberto a fulminare la scomunica in suo nome se non avesse trovato comprensione e pentimento, era da poco morto. Quale valore aveva dunque quella scomunica mentre era venuta a cessare l'autorità che l'aveva determinata? Michele Cerulario comunque non stette a pensarci due volte: radunò a sua volta il Sinodo e scomunicò pertanto il cardinale Umberto e coloro che lo avevano mandato, anche il Papa dunque, alla memoria. Questa mattina il Concilio al è riunito in San Pietro per la centosessantottesima congregazione generale: è stata l'ultima, giacché domani e dopodomani si avranno due « sessioni pubbliche » destinate rispettivamente alla promulgazione degli ultimi documenti conciliari (quelli sulla libertà religiosa, sulla vita ed il ministero sacerdotale, sull'attività missionaria, e sulla Chiesa nel mondo moderno) ed alla cerimonia di chiusura, alla presenza di un centinaio di delegazioni straordinarie, rappresentative di governi di tutti 1 continenti. Subito dopo avrà inizio l'annunciato « Giubileo » che — ha detto il Papa ieri a mezzogiorno rivolgendosi alla folla convenuta in piazza San Pietro per la consueta benedizione domenicale — «mira principalmente a divulgare le conoscenze e la applicazione delle deliberazioni conciliari ». Sempre nella giornata di ieri, si è svolta nella basilica vaticana la beatificazione del monaco maronita libanese Charbel Maklouf, morto alla fine del secolo scorso. Filippo Pucci