Il medico negro che governa il Malawi ha fiducia nel capitalismo e nell'Occidente

Il medico negro che governa il Malawi ha fiducia nel capitalismo e nell'Occidente UN PICCOLO PAESE IMPORTANTE Al CONFINI DELLA RHODESIA Il medico negro che governa il Malawi ha fiducia nel capitalismo e nell'Occidente Il dottor Hastings Banda è il più prudente degli statisti africani, ed il più amico degli inglesi - Non parla la lingua della sua gente: faceva il medico a Londra, quando fu richiamato in patria per dirigere il movimento nazionalista - Nella lotta per l'indipendenza, si meritò il titolo di «leone del Malawi»; salito al potere, ha dimostrato un lucido realismo - « Dobbiamo trattare bene gli industriali e gli agrari: se non guadagnano, se ne vanno » - Ha detto di no ai comunisti ed alla Cina; ricerca l'assistenza europea: «Perché l'Italia non fa di più nel nostro paese?» - La sua è l'unica strada, afferma, per il progresso dell'Africa (Dal nostro inviato speciale) Zomba (Malawi), dicembre « Keniatta ed io siamo i più seri combattenti per la causa africana », mi dice il dott. Hastings Kamuzu Banda, primo ministro e capo incontrastato del Malawi, l'ex Nyasaland degli inglesi. Per arrivare in Questo paesino e nella sua microscopica capitale Zomba, bisogna affrontare un non agevole viaggio (tranne un unico collegamento diretto alla settimana con Salisbury, del quale non potei approfittare) su venerabili Dakota che non fanno altro che decollare ed atterrare su piste d'emergenza in mezzo a villaggi di capanne: ma ne vale la pena. Piccolo, intanto, il Malawi non è se non su scala africana: è grande come un terzo dell'Italia senza contare il lago Niassa, che sarà ottanta o novanta volte il Garda. Ed è splendido: a scendervi dai monotoni pianori della Rhodesia o dello Zambia, semina di arrivare in un eden ricco di tabacco, dj profum„tlaalmi boscni di eucalipti. nifi eucalipti, di sterminate aiuole smeraldine di pianticelle del tè. I suoi abitanti, sia perché tra i più miti ed intelligenti del Continente, sia perchè troppo numerosi (tre milioni, e cioè una popolazione quasi pari a quella dello Zambia che ha una superficie sette volte mag giore), emigrano per periodi di qualche anno in tutti i vicini paesi, dal Sud Africa alla Rhodesia, dove sono più di centomila oggi sotto minaccia di espulsione da parte degli indipendentisti di Salisbury. In Malawi però io sono venuto soprattutto per incontrare quest'omino nero, vestito di nero, che mi riceve con gli occhiali neri in una stanza quasi completamente al buio (fuori, il sole picchia, acceca, brucia). Il dott. Banda, a parte l'immodestia della dichiarazione iniziale, merita davvero di essere conosciuto come uno dei grandi protagonisti della lotta per l'indipendenza africana ed al tempo stesso come uno dei più prudenti («reazionari ». direbbero le sinistre) reggitori di Stati giunti alla sovranità. Nel suo paese. Hastings Banda c'è stato poco, tanto che ne conosce male la lingua cinianga e quando parla al popolo ha bisoijno di un interprete clic traduca dall'inglese. A quindici anni — ora ne ha, semina, sessantatré — era già a Johannrsburg a far prima il' garzone di garage poi il fattorino Gli ispiratori americani della Chiesa metodista episco pale africana dimostrarono di aver la mano /elice quando scelsero questo timido ragazzetto negro del Nyasaland per mandarlo negli Stati Uniti a studiare fino a laurearsi in medicina nel '37 Il sogno del neo dottore era però quello di trasferirsi in Inghilterra, e, con l'aiuto di pie donne protestanti scozzesi, ci riuscì alla vigilia della guerra ottenendo l'abilitazione ad Edimburgo e mettendosi ad esercitare a Londra. Era passato un quarto di secolo da quando aveva lasciato la sua terra, ma gli improvvisati capi dei primi movimenti nazionalistici che anche nel Niassa andavano sviluppandosi durante la crisi bellica, non si erano dimenticati del loro più dotto ed illustre connazionale, e continuavano a scrivergli chiedendone gli autorevoli consigli: Banda rispondeva, ospitava i pochi che capitavano a Londra, trovava qualche piccolo aiuto finanziario, scriveva lettere al Times invocando l'autonomia per la sua gente. Solo la nascita nel '53 della Federazione delle due Rhodesie e del Nyasaland portava ad occuparsi più di politica che di medicina il quieto, moderato, ormai cinquantenne dottore Egli nel nuovo organismo vedeva, come tutti i nazionalisti, solo uno strumento per perpetuare l'assoggettamento delle masse africane dei tre paesi ai più forti e decisi bianchi di Salisbury (« Fra tutti gli europei del continente — Banda scriveva allora al Colonial Office, e mi ricorda oggi — sono quelli che hanno maggior antipatia per noi, che più ci considerano esseri inferiori»;. Di abbandonare Londra per tornare nel Nyasaland — ansi, nel Malawi come i nazionalisti cominciavano a chiamare il paese, dal nome delle principali tribù del lago — il dottore non aveva nessuna voglia, nonostante le insistenze crescenti degli agitatori locali ("«Tale è la natura umana — gli scriveva classicamente da Blantyre uno di loro, Chipembere — che per il trionfo di una causa politica occorre avere un eroe da adorare»). Solo nel 1958, dopo quarantadue anni di assenza ininterrotta, si decise a riprendere la strada di casa, a godere gli onori del trionfo da parte di una folla impazzita. Anche lui, abbandonata la valigetta professionale, ricoperto della pelle di leopardo simbolo della dignità tribale, sembrò trasformarsi: la violenza della sua campagna contro la Federazione, contro gli inglesi, contro tutti, fece tremare i bianchi del Niassa, gli procurò dagli africani il titolo di « leone del Malawi ». Gli mancava solo la frequenza di quell'altra università — d'obbligo per ogni capo nazionalista africano che si rispetti — che è il carcere, e le autorità britanniche glie la assicurarono mettendolo dentro per qualche mese. Dei tro paesi federati, il Malawi (dato anche l'esiguo numero di bianchi) era il primo ad ottenere — il 6 luglio 1964 — l'indipendenza; ed il suo primo ministro non poteva essere altri che il dottor Banda, freneticamente osannato dai suoi e dagli altri africani. Di colpo, lo straordinario personaggio dava inizio ad una terza fase della sua vita: cessava di essere l'estremista ad oltranza, diventava il più prudente dei governanti africani. Ai suoi luogotenenti che chiedevano l'interruzione dei traffici col Sud Africa e la Rhodesia, rispondeva non solo negativamente, ma allacciava rapporti diplomatici anche con i colonialisti portoghesi del Mozambico. A quelli che appoggiavano la domanda della Cina di aprire un'ambasciata (appoggiata dall'offerta di un prestito di una trentina di miliardi), replicava che lui di comunisti in Malawi non ne voleva. Ai suoi seguaci tutti che reclamavano promozioni, cariche e prebende, chiariva che non avrebbero ottenuto un bel niente, se non avevano altro titolo di merito da mostrare che il colore nero della pelle. In realtà, non rispondeva, non replicava, non chiariva niente; si limitava a dire: « My boys, ragazzi miei, state buoni, lasciate fare al dottore ». / luooofetienfi irritati 'iinno provato a dargli bat taglia in Parlamento, e sono stati sconfitti: qualcuno — come quel Chipembere che aveva invocato il ritorno dell'eroe — ha provato ad organizzare la guerriglia, e so¬ no stati spazzati via; ora sono tutti chi in Zambia, chi in Tanzania, chi negli Stati Uniti. E Banda continua a comandare, facendo sfilare quando è il caso esercito e polizia (sempre al comando di inglesi) e soprattutto la sua fedelissima Malawi Youth, organizzazione paramilitare giovanile. « Cosa vuole — mi dice, e mi sembra che si sia trattenuto in tempo dal chiamare anche me " my boy" — devono mettersi tutti in testa che la conquista del potere politico con l'indipendenza è essenziale (e per questo io mi sono scatenato a quei tempi) ma non sufficiente, che per creare un paese nuovo occorre lavorare, sudare, progredire. E' vero, 1 salari sono bassi, troppo bassi (io gli avevo chiesto come fa la sua gente a vivere con paghe tra le cinque e le dieci mila lire al mese): ma prima di pensare ad aumenti dobbiamo provvedere . a moltiplicare 1 posti di lavoro, specie In questo paese che manda ogni anno all'estero trenta o quarantamila emigranti. E se la Rhodesia, come minaccia di fare, mi respingesse qui i nostri centomila lavoratori? E poi gli industriali e gli agrari non sono dei missionari: se non guadagnano, se ne vanno; e se se ne vanno, ci rimettiamo tutti e specialmente i poveri. Piuttosto sarebbe bene che un paese come il mio, l'Occidente si decidesse ad aiutarlo; ed a proposito sono proprio arrabbiato con l'Italia: è tanto che chiedo che vi decidiate a costruirmi una strada lungo il Iago, e non riesco ad avere una risposta positiva ». Questo integrale seguace bantu di Adamo Smith ha, come si vede, le idee chiare e non ha paura di enunciarle. Figuriamoci di che simpatie gode tra i suoi vicini africani, dal tormentato Nierere della Tanzania al pur moderato Kaunda dello Zambia: ma lui non se ne cura. Ai suoi agitati colleghi del continente che parlano di spedizioni armate contro la Rhodesia, ha detto fin dal primo momento — e me lo ripete oggi — di non fare stupidaggini se non vogliono buscarne; contro i ribelli rhodesiani, che evidentemente condanna, bastano a suo avviso le misure economiche che Wilson cerca di applicare. Il colloquio doveva durare dieci minuti, ed è più di una ora che fluisce l'eccellente inglese dell'omino nero, vestito di nero, con gli occhiali neri, nella stanza buia. Finalmente si interrompe: t II resto che vuol sapere sul paese, lo chieda ai quattrocento italiani di qui, tutti bravi, e soprattutto al più vecchio e ricco pioniere, al Conforzi (un personaggio del quale converrà davvero far cenno). E. mi raccomando, dica a Roma di farmi la strada sul lago » Il dottor Banda scompare nel buio; io mi ritrovo sotto il sole che picchia su Zomba, su questa straor¬ dinaria capitale fatta di poche villette-ministeri gremite di funzionari e segretarie inglesi, di molte capanne africane affollate all'inverosimile. Può far sorridere questo paesino agli ordini del suo dottore più liberista in economia che liberale in politica. Ma se un giorno le redini dovessero sfuggire di mano a Hastings Banda, potrebbero essere guai: guardate la carta geografica, è come una lancia, il Malawi, che dagli indipendenti Stati africani dello Zambia e della Tanzania guizza verso il cuore del Mozambico, colonia del portoghesi, avamposto orientale dell'Africa bianca contro l'Africa nera. Giovanni Giovannini li IDI) 2011 500 Il Malawi (ex Nyasaland, colonia britannica) è dal luglio 1964 Stato indipendente del Commonwealth. Grande meno di un terzo dell'Italia (kmq. 95.500); ha una popolazione di circa tre milioni di abitanti (tredicimila asiatici, novemila europei). Non ha risorse oltre l'agricoltura, ma la sua produzione di tabacco, tè, cotone, "è notevole. La capitale è Zomba; il principale centro economico è Blantyre. .... j. I TI primo ministro del Malawi, Hastings Banda, a sinistra, fotografato con Keniatta, presidente del Kenia iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiini umili i iiimmiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii i iiiiiiiiiiiiiiiiiiniii iiiiiiiiiiiiiiiiinii n iiiiiiiiiiiiiiiiu iiiiiiiiiiiiiiiuii