Caccintrice di frodo ferita da au colpo di mitra sull'auto in fuga che tenta di travolgere i carabinieri di Luciano Curino

Caccintrice di frodo ferita da au colpo di mitra sull'auto in fuga che tenta di travolgere i carabinieri Il drammatico episodio di notte in una riserva di Gabiano Monferrato Caccintrice di frodo ferita da au colpo di mitra sull'auto in fuga che tenta di travolgere i carabinieri La vittima, 49 anni,, è una torinese moglie di un panettiere - Il proiettile l'ha colpita alla schiena provocandole la paralisi - Era partita col figlio ventunenne e un amico per una battuta - Fermati da una pattuglia, il pilota accelera e costringe i militi a gettarsi nel fosso - Riescono a fuggire e a raggiungere l'ospedale di Chivasso dove dichiarano di essere stati assaliti dai banditi, poi confessano - Escludono però di avere voluto investire i carabinieri - Saranno denunciati a piede libero (Dal nostro inviato speciale) (ìabiano Monferrato, 23 die. Bracconieri in fuga — c'era anche una donna — hanno lanciato la loro auto contro due carabinieri, che hanno sparato. La donna è stata colpita alla schiena ed è paralizzata. E' Margherita Quarello, ha 1,9 anni, abita a Torino. Questa notte era venuta a cacciare di frodo alla riserva di Gabiano con il figlio Roberto di 21 anni c l'amico Renato Mazzabb di 88. Tutti saranno denunciati a piede libero. L'imputazione potrebbe essere di tentato omicidio per il Mazzabb e di concorso nello stesso reato per madre e figlio. Inoltre dovranno rispondere di caccia abusiva. La Quarello e il marito Virgilio sono proprietari della panetteria di piazza Vittorio 11,. Il Mazzabb è un muratore e abita in via Cherubini 30 con la moglie e tre figli, l'ultimo di venti giorni. Gente per bene, che gode stima, ritenuta onesta fino allo scrupolo; però alcuni di loro partono di notte per la caccia di frodo, che offre facili prede, ma anche gravi rischi. Ciò è accaduto parecchie volte. Mèta preferita ver queste avventure notturne era la riserva di Gabiano, di cui è proprietario l'ing. Mautiglio di Alessandria. Ci sono la lepre, il fagiano, la pernice. Il Quarello e il Mazzabò sono venuti qui stanotte per procurarsi selvaggina per il pranzo di Natale. Il loro sistema di caccia era semplice. Il Mazzabò guidava la sua « 1500 » a passo d'uomo sulla strada provinciale che fiancheggia la riserva; uno dei Quarello — probabilmente il figlio — puntava un potente faro collegato con la batteria dell'auto e la luce violenta abbagliava, immobilizzava la selvaggina; sflsIdrcs Da destra, Roberto Quarello, di 21 anni, figlio della donna ferita, e Renato Mazzabò, 38 anni, il quale guidava l'auto che ha forzato il posto di blocco (Moisio) la donna, che ha una buona mira, sparava con una carabina cai. 22 munita di cannocchiale. Scendevano dall'auto soltanto per raccogliere l'animale ucciso. Alle 1,1,0, il brig. Idalo Raso, comandante della stazione di Gabiano, e l'appuntato AldoPiacenza erano di pattuglia sulla « provinciale », particoiarmente attenti perché era stata segnalata in questa zona una macchina di rapinatori, forse armati. C'era nebbia. I carabinieri hanno sentito detonazioni: parecchi colpi ad intervalli più o meno lunghi. Il brigadiere da un lato della strada, l'appuntato dall'altro, siso- ni avviati verso il punto dal quale venivano i colpi. In un'ampia curva hanno scorto, 50 metri davanti a loro, una luce abbagliante e un'auto che avanzava lenta. Hanno fatto ancora una decinti, di passi. Poi l'appuntato, che rispetto alla macchina era sulla sinistra, ha alzato la paetta fluorescente per fermare 'auto. Era la <1500> dei bracconieri: subito è scattata in avanti si è avventata sulla strada che era in salita. Quando è arrivato a pochi metri dal'appuntato il Mazzabò (intenzionalmente o perché ha perso U controllo della guida: questo è il putito da accertare) ha sterzato a sinistra. Per non essere travolto, l'appuntato si gettato in un fosso al bordo della strada; anche il brigadiere si è gettato a terra. Entramoi hanno fatto fuoco con i mitra dietro alla « 1500 » che aumentava velocità. Ora, dicono i due carabinieri « Quando abbiamo visto che cercava d'investirci, siamo stati certi che si trattasse dì una macchina di banditi. Abbiamo cercato di colpirla alle gomme Abbiamo sparato colpi intermittenti, non a raffica ». Hanno esploso una decina di colpi. Uno solo ha raggiunto l'auto. E' penetrato nella par- ; te bassa della carrozzeria, di | fianco alla targa posteriore, ha\ attraversato il portabagagli e il sedile imbottito, ha colpito alla schiena la Quarello che erm sul sedile posteriore. Un urlo della donna, il figlio che Margherita Quarello, di -J9 anni, ferita alla schiena volta spaventato: < Mamma, se. ferita? » e il Mazzabò che accelera ancora, la nebbia si fa più fìtta. Hanno portato la Mazzabò che gridava di dolore all'ospedale di Chivasso. « Banditi sulla strada di Casale hanno cercato di fermarci e ci hanno sparato dietro » hanno detto. Il figlio è rimasto con la madre, il Mazzabò è andato a Torino, ha lasciato il fucile in casa dei Quarello (il marito stava confezionando il pane) ed è ritornato a Chivasso. Qui gli hanno detto che la donna era stata trasferita all'ospedale Molinette di Torino perché gravissima. Il proiettile le aveva trapassato la colonna ver tebrale e perforato gli intesti ni, aveva le gambe paralizzate, era in pericolo di vita. L'ufficio « notturno » della Questura è stato informato: « Automobilisti sono stati attaccati da banditi, c'è un ferito grave ». Il dott. Valerio e il dott. Casula hanno iniziato le indagini. Roberto Quarello e Renato Mazzabò hanno insistito sulla loro versione. Ma nella « 1500 » sono stati trovati una decina di bossoli per carabina cai. 22. Poi è arrivato il fonogramma dei carabinieri di Gabiano che dicevano di avere sparato dietro a una « 1500 » in fuga. Alle 7 i due hanno confessato: « Sì, siamo cacciatori di frodo. Eravamo già andati alla riserva di Gabiano una decina di altre volte ». Hanno detto di avere scambiato i carabinieri per guardacaccia, hanno negato di avere cercato di travolgerli. Ma è certo che i'due militi hanno dovuto gettarsi a terra per evitare l'investimento e da terra hanno sparato. Luciano Curino