Le condizioni del prof. A. M. Dogliotti sono soddisfacenti e inducono a cauto ottimismo di Giorgio Lunt

Le condizioni del prof. A. M. Dogliotti sono soddisfacenti e inducono a cauto ottimismo Dopo l'intervento chirurgico nella clinica dì Zurigo Le condizioni del prof. A. M. Dogliotti sono soddisfacenti e inducono a cauto ottimismo Il prof. Krayenbuehl dichiara: «Il decorso procede, come speravo, nei limiti previsti dal quadro operatorio. Ritengo che la permanenza nella clinica non debba superare i 10-15 giorni. Le previsioni a lunga scadenza non sono possibili » - Il professor . Malan afferma: « Non si tratta di una metastasi » - L'illustre infermo ha riacquistato perfetta lucidità, ha voluto leggere i giornali e ha ricevuto due colleghi svizzeri - Un affettuoso telegramma del presidente Saragat e l'interessamento del Papa Uno dei nostri inviati ci telefona da Zurigo: Il prof. Achille Mario Dogliotti forse potrà trascorrere il Capodanno nella sua abitazione a 'l'orino. Lo hanno annunciato ieri mattina la figlia, signora Lucetta, e il genero, prof. Morino, direttore della Clinica Chirurgica dell'Università di Parma. Sui loro volti la tensione e l'ansia di questi giorni avevano lasciato tracce evidenti, ma nei loro occhi si leggevano ottimismo e fiducia. Erano appena usciti dalla camera dell'illustre chirurgo, ci hanno dichiarato: «Il professore ha trascorso una notte tranquilla, ha riposato senza accusare sofferenze malgrado l'intervento sia stato lungo c delicato. Ha riacquistato la perfetta lucidità, stamane per prima cosa ha voluto leggere i giornali per sapere come avevano descritto l'operazione. Ha chiesto una tazza di tè, è in grado di nutrirsi normal- Loj o a a o n i e oue mente, sia pure con le cautele del caso. Natale lo trascorreremo qui, tutti insieme. Ma il Capodanno, se il decorso post-operatorio proSe(7Mc come si è iniziato, contiamo di festeggiarlo a Torino ». Una speranza, non una certezza. Ma legittimata dalle condizioni generali del prof. Dogliotti. Uguale ottimismo abbiamo rilevato nel prof. De Nunno e nel prof. Ruffo, che sono rimasti ad assistere il loro maestro accanto ai familiari (alla consorte, signora Nellina, alla figlia Lucetta e al genero si è aggiunta la figlia minore, signora Ornella). Martedì stesso, poche ore dopo l'intervento, erano invece ripartiti per Milano il neurochirurgo prof. Maspes e per Torino il prof. Biancalana con il fratello e la cognata dell'infermo, prof. Giulio Cesare Dogliotti e signora Thelma. Ieri hanno lasciato Zurigo anche i professori Ciocatto, Fasano e Malan. Quest'ultimo ci ha detto : « Non posso che confermare il buon esito dell'operazione, che ha consentito di escludere la presenza di una metastasi, come si temeva. Che le condizioni del prof. Dogliotti sono soddisfacenti lo dimostra la mia partenza. Se esistesse qualche minaccia, non abbandonerei certo il capezzale del mio grande maestro ». Nel pomeriggio, il direttore della Clinica Neurochirurgica dell' Università di Zurigo, prof. Krayenbuehl — che ha effettuato l'intervento con la perizia dello scienziato e l'affetto fraterno che lo lega al collega torinese —, ha cortesemente accettato di rispondere ad alcuni quesiti riguardanti il dramma del prof. Dogliotti. « Il decorso — ha premesso — procede come speravo, be ne inteso nei limiti previsti dal quadro operatorio. Sarei lieto di condividere l'ottimismo dei familiari circa la brevità della degenza a Zurigo, tuttavia non mi sento di ridurla a una settimana o poco più, vale a dire alla vigilia di Capodanno. Se le condizioni dell'amico Dogliotti lo consentiranno, tanto meglio. Ad ogni modo ritengo che la sua permanenza nella clinica non superi i dieci, quindici giorni». L'etica professionale e lo scrupolo dell'uomo di scienza non permettono al prof. Krayenbuehl di addentrarsi in particolari tecnici né di fare previsioni a lunga scadenza. Accenna all'asportazione di parte del lobo frontale destro del cervello, ammette che i disturbi del prof. Dogliotti erano causati da un tumore che i primi esami — per quanto accurati e minuziosi — non avevano rivelato. Alla domanda [sulla possibilità che il suc¬ cddlspcpmnpscbppzdcevczTrcmtlI cesso dell'operazione preluda a una completa ripresa dell'attività da parte del valente chirurgo torinese, risponde onestamente di non poterlo affermare. « Tutti ce lo auguriamo, per lui e per l'umanità che gli deve molto. Ma pronostici, del genere sono impossibili anche per chi ha superato una crisi assai più lieve, figuriamoci se sono in grado di stabilirlo per il reduce da un'operazione così scria, tanto più che si tratta di un paziente affaticato da decenni di insegnamento e di sala chirurgica. Posso senz'altro escludere un .secondo intervento, penso non sarà necessario ricorrere a irradia,' zioni o a cobaltoterapia. Tenderemo piuttosto a una rieducazione dell'organismo con una cura a base di stimolanti ». Ieri sera — e specialmente nella notte successiva all'operazione — si erano diffuse voci di un improvviso aggravamento del prof. Dogliotti. Avevano qualche fondamento? Il prof. Krayenbuehl sorride, allarga le braccia. «Probabilmente — spiega — qualche mio accenno alle eventuali complicanze che incombono su ogni operato al cervello nelle ore che seguono l'intervento, è stato frainteso e deformato. Capita spesso. Nei giorni scorsi, per esempio, mi è arrivala da San Francisco la lettera di un ex paziente. Aveva appreso, non so da chi, che ero gra vissimo, non avrei più po luto operare. A mia moglie, invece, è arrivato addirittu ra un telegramma di condoglianze: si era sparsa la notizia della mia morte ». Al prof. Achille Mario Dogliotti continuano a giungere da ogni parte d'Italia e dall'estero messaggi augu rali e attestazioni di soli darietà. Non solo da parte di colleghi e personalità della scienza, ma anche di sconosciuti che ammirano la valentia del chirurgo e la sua abnegazione verso i sofferenti di ogni classe sociale. Stamane è giunto un te legramma del Presidente della Repubblica: « Con l'espressione della mia affettuosa solidarietà, formulo fervidi voti per la sua sa-. Iute e per il suo completo ristabilimento », scrive Giuseppe Saragat. Un altro è del ministro per la Sanità, sen. Mariotti, che « esprime vivissimi auguri per la riuscita dell'operazione e per la pronta, completa guarigione onde possa tornare a svolgere la preziosa opera unanimemente apprezzata ». Dal Vaticano ha inviato un affettuoso augurio il Pontefice Paolo VI, per mezzo di mons. Dell'Acqua della Segreteria di Stato. Per non affaticare troppo il prof. Dogliotti, il neurochirurgo che l'ha operato vieta per ora le soste di estranei al suo capezzale. Uno strappo alla regola lo ha fatto stamane consentendogli di intrattenersi con due amici e colleghi: il prof. Nissen di Basilea e il prof. Sònning, cardiochirurgo della clinica universitaria di Zurigo. Anche questo è un confortante sintomo di ripresa. Giorgio Lunt

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