Attento alle cadute e agli sforzi chi va in sci "una volta tanto,,

Attento alle cadute e agli sforzi chi va in sci "una volta tanto,, VACANZE NILLA NEVE, MA CON CAUTELA Attento alle cadute e agli sforzi chi va in sci "una volta tanto,, Questi sono i giorni dello sci invernale: più di un milione di iniziati, e più di centomila sciatori « nuovi », vanno sulla neve per cercare sport e benessere. Una gran trovata per la salute: un modo per respirare aria buona, per fuggire la città, per restare o per sentirsi più giovani. In meno di 50 anni il vecchio sci di legno curvo, fatto per le pianure dei paesi nordici e per qualche «originale» sportivo nostrano, è diventato uno strumento di precisione, una lamina di acciaio e di fibra, una macchina complessa con tiranti, meccanismi di sicurezza e serrascarponi da palombaro. Ha conquistato le folle, ha trasformato le montagne Naturalmente, su ogni giornale, ogni anno, c'è un articolo per ricordare che, con lo sci. ci si può anche far male: e c'è un elenco dei soliti consigli sulla ginnasti | ca presciistica, sulla aedi matazione, sui rischi del 1 freddo, della fatica, dell'esa¬ gerato dispendio di energie, sui pericoli della stanchezza, sulle fratture. Questi consigli, di solito, sono troppo ovvi per interessare gli sciatori esperti; che sanno cos'è lo sci, e di esso temono solo quei rischi che considerano imprevedibili ed inevitabili. Caso mai il discorso dovrebbe valere, invece, per gli sciatori nuovi o inesperti. Basta guardare qualcuno di questi ultimi nelle loro furibonde lotte per la discesa e la risalita dei « campetti » o giù per certe piste — che dovrebbero accuratamente evitare — per rendersi conto che la legge « uno sciatore su cento si rompe » è ancora relativamente benigna. Non si può concepire lo sci — che è tecnica scientifica, razionale, antiistintiva — come una serie continua di tentativi di discesa che si concludono con altrettante ì obbligatorie cadute. Non ci si può «buttare» sperando ' che qualcosa ci fermi: per¬ ché quel tipo di arresto non può realizzarsi che contro un pericoloso mucchio di neve fresca, o contro una roccia o un albero o un altro sciatore. Non si possono acquistare, senza pagarli, né istinto né esperienza L'elenco dei rischi e dei pericoli è lungo; e le attrezzature moderne servono, da una parte, a ridurlo, e, dall'altra, ad allungarlo. Lo scarpone moderno, rigido ed alto, risparmia certamente le caviglie ma può «trasferire» un punto di frattura alla gamba. Un attacco di sicurezza risparmia il 30% delle fratture agli arti inferiori ma aumenta il rischio dei traumi alla faccia ed agli arti superiori. Uno scontro tra sciatori — a qualsiasi velocità avvenga — è un terribile intreccio di lamine di acciaio, di punte perforanti, di braccia, di gambe e di teste. Lo scarso allenamento, la stanchezza muscolare, il pasto troppo abbondante continuano a far registrar». in certe precise ore del pomeriggio, il maggior numero di incidenti. I bambini di regola, sono palle di gomma che possono rimbalzare ed ammortizzare senza danno; ma l'uomo di mezz'età, quando scia male, lotta con fragili ossa contro la durezza di tutto ciò che lo circonda e che si porta addosso. E non sono da dimenticare i rischi, talora improvvisi e brutali, di chi, impreparato o in non perfetta efficienza fisica, chiede troppo lavoro al suo organismo e al suo cuore. Ci sono molte cose, dello sci, che non si possono imparare leggendo un giornale. Un medico può dire che lo sci, visto da un pronto soccorso, è diverso da quello che si yode sui campi e sulle piste. E può, con convinzione, insistere sulla necessità della prudenza, delle graduali esperienze, dell'educazione, dell'allenamento e della scuola sportiva. il dottor X

Persone citate: Nilla Neve