La meravigliosa foresta che ispirò il film «Bambi» di Guido Piovene

La meravigliosa foresta che ispirò il film «Bambi» Straordinarie montagne dell'Argentina La meravigliosa foresta che ispirò il film «Bambi» (Dal nostro inviato speciale) Buenos Aires, dicembre. Vorrei spiegare meglio una speciale sensazione che mi accompagna in Argentina. Cominciando dal luogo scelto da Walt Disney per farvi un film che tutti ricordano: Bambi. E' San Carlo di Barilochc, che si usa chiamare semplicemente Barilochc, o, per essere più precisi, è l'isola Victoria nel lago di Nahuel Haapi, all'inizio del quale sorge quella grossa borgata. Mi è stato difficile andarvi. Difficile perché molte persone cercavano di dissuadermi. « Cosa va a fare a Barilochc? E' molto bello, ma non c l'Argentina. E' come la Svizzera. (Altra versione: come la Norvegia). Lei poi che sta a /Milano non vorrà essere venuto fin qui per andare a vedere quello che trova a Como o a Stresa ». Ma quasi tutti quelli che parlavano in questo modo non c'erano mai stati. Barilochc é all'inizio della Patagonia, presso al confine con il Cile. Il viaggio in treno, con orari capricciosi, dura due giorni ed è poco raccomandabile. L'automobile è un'avventura. Bisogna andarci in aeroplano. Il « Caravelle » ci mette due ore e mezzo, gli altri aeroplani un paio d'ore di più. Ho volato quattro ore e mezzo, perché il mio «Caravelle» era stato sostituito, all'ultimo momento, e senza spiegazioni, da un apparecchio più lento. Sotto, prima la solita fascia di pampa verde, poi la pampa desertica, ocra, sempre più vuota, percorsa da sentieri e piste che dall'alto sembrano enigmi, perché non se ne scopre la necessità. Nell'ultimo tratto, montuosa. Anche scendendo all'aeroporto, non si ha ancora un'idea di quello che vedremo a poca distanza. E' al margine del deserto, quasi sempre battuto da quei venti impetuosi che soffiano dal Pacifico scavalcando la Cordigliera. Basta questo a respingere molto lontana l'immagine della Svizzera. Se anche fosse tale e quale,' una Svizzera che sorgesse improvvisamente dal nulla con laghi, foreste, montagne, su cui si sboccasse d'un tratto dopo mille chilometri di deserto assoluto, sarebbe intrinsecamente diversa Altro contesto, altro rapporto col mondo circostante Adesso mi è difficile descrivere questo lago di Nahuel Haapi. al centro di un parco nazionale Per me è uno dei luoghi pili belli che abbia visto al mondo, e di una bellezza originale, differente da tutto ciò che ho conosciuto, metafisica, per insistere su un aggettivo che mi accorgo di avere adoperato spesso. .Ma descrivere la bellezza pura è quasi impossibile Si muta subito in concetto, si sottrae al mondo visivo Dà pochi appigli descrittivi, che diventano convenzionali appena sono espressi. Dice rutto quanto ha da dire in un rapporto estatico, quasi bianco, di ammirazione e meraviglia, e la sua astrattezza é imprendibile dalla parola che descrive, sempre dimuiuente L'unica cosa che può farsi è l'aggiungere qualche informazione in margine Se si parla di una Svizzera dell'Argentina. é soprattutto perché qui al passato si concentravano albergatori svizzeri (secondariamente, tedeschi) per dare a questa zona un assetto turistico secondo il loro stile. Vi hanno costruito infatti qualche perfetto albergo, circondato di vasti parchi e praterie fiorite, e tenuto alla maniera svizzera: ma una maniera svizzera conservata in vitro, quella di cinquantanni fa Ancora alla line del secolo scorso un pioniere, tentando di far conoscere il lago di Nahuel Haapi. invitò a sue spese duecento persone di Buenos Aires Si misero in viaggio, su carri attraverso la pampa: ne arrivarono sette, le altre voltarono cammino Oggi i turisti sono molti, ma si deve dire per loro lo stesso che si è detto per gli alberghi di tipo svizzero. E' un turismo all'antica, contemplativo, un po filtrato; frequenti gli americani del Nord, e abbastanza gli inglesi. Venire a Bariloche da Buenos Aires è ancora troppo costoso per attirare il turismo di massa La popolazione é composta di gente d'ogni razza, origine e religione. Vi sono poi molti fioristi, e la specialità è una marmellata di rose Quello di Nahuel Haapi e un lago labirintico, che sfugge da ogni parte in meandri tortuosi, tra i picchi delle Ande. Nelle immediate vicinanze esiste un'altra quarantina di laghi; e ancora altri, anche più grandi, nell'Argentina verso Sud. o nel Cile vicino; Quasi tutti, mi dicono, stupendi, ma non li ho veduti. Sulle rive, dopo il deserto, la vegetazione scoppia trionfante, quasi tropicale. La gerbera, rosa, gialla, azzurra cresce allo stato selvaggio. Anche dove sono conifere, le piante sono conifere trasformate: tutte picchiettate di fiori, pigne, racemi ciondolanti. Ne pendono matasse di vischio di color giallo: e le aggredisce un parassita, il llao-llao, formando intorno ai rami e ai tronchi grossi bozzi legnosi, che li stringono e strozzano simili a manicotti. Non so perché, questo parassita omicida ha dato il nome all'albergo più noto. Su questa vegetazione violenta scendono poi, fino a toccarla, i ghiacciai delle cime andine; maschere bianche, dappertutto dove si guarda, sovrastano la foresta. Il lago è tutto popolato di grandi isole selvose che, viste dalle alture, digradano in fughe prospettiche, simili alle immagini che si ripetono all'infinito in uno specchio; ma non 10 si vede mai finire, ma internarsi tra cime ghiacciate a remota distanza; l'impressione finale è di vedere qualche cosa che si ripete presentandosi in mille scorci, in mille variazioni dovute alla differenza di prospettiva, vicino o lontano, ma sempre lo stesso Per rifarmi all'inizio dell'articolo, il film tiawbi fu preparato da Walt Disney nell'isola Victoria, che é la più estesa del lago. Vi restano le due capanne fatte costruire allo scopo. L'isola ospita tre specie di cervi, una originaria, e le altre importate, tra queste la specie di Bamht, di pelo fulvo, quasi rosso Wall Disney voleva anche alberi dello stesso c lore. e li trovò nelle arayanes Un bosco di arayanes, piante rarissime quasi scomparse dalla terra, secondo gli argentini si trova soltanto in quest'isola, tolto un altro gruppo più piccolo nell'Estremo Oriente asiatico: informazione che non posso, naturalmente, controllare Sono inoltre, queste arayanes, un altro esempio di quegli alberi di fantasia, di cui non so nemmeno se siano veramente alberi, benché ne abbiano l'aspetto; e qui evidentemente non parlo per i botanici, che certo troverebbero molto da dire. Ma niente in Argentina mi affascina di più di questi alberi, per cosi dire, alsi. Il grande bosco millenario contiene soltanto arayanes, e perciò è tutto rosso; ma avvicinandosi i tronchi sono piuttosto d'un colore cannella, dorato e luccicante. Le arayanes rimangono sole non perché parassiti, che aggreiiscono le altre piante direttamente; ma perché spingono le radici in profondità, il doppio della loro parte scoperta, sotto igni altra vegetazione. In basso poi le radici si uniscono. Tutto 11 bosco vive in simbiosi, come un individuo unico, formando un'intercapedine ermetica che non lascia giungere stilla di umidità alle piante di un'altra specie e ne provoca cosi la morte Ma la specialità, mi dicono, delle arayanes, è che anche la parte visibile è fatta come la radice in modo che si tratta di un; radice sola, sotterra per due terzi, e scoperta il resto; sulla parte scoperta, si riveste in alto di foglie d'un verde un po' azzurrognolo come negli alberi normali 11 tronco, come le radici, non ha corteccia, ma una pelle leggiera, che serve anche ì difendersi dai parassiti; lo strano essere vegetale, se un parassita vi si posa, lascia cadere un lembo e così se ne libera La pelle é poi setosa. morbida al tocco, proprio come una pelle umana, insistendo sulla sensazione, più che una morbidezza umana, la pelle ha la morbidezza lei ghiaccio Come una crostina di ghiaccio, è infatti fredda e scivolosa Lo pseudo-tronco che sta sotto questa pellicola fredda come i cadaveri non serve come legno, ne per farne lavori, né pet bruciarlo; messo al fuoco diventa come un coccio Sono legate a questi luoghi storie di tribù originarie, di missionari c anche leggende i il regr favoloso dei giganti pallidi, la famosa citta incantata che cer cavano gli esploratori1 ma non m'interessano molto 11 luogi tende a eliminarle, e mi sugge- risce piuttosto un altro genere di stona. Un lago che contiene un'isola, che contiene un secondo lago, che contiene un'altr'isola e avanti senza fine Le giornate erano perfette, e pensavo a una primavera risorta, lontanissimo, in terre prive d'ogni mitologia. Forse per qualche iato si poteva pensare a un'Engadina proiettati' in un altro pianeta, moltiplicata, astrale. Sempre la stessa sensazione. d'Europa non Europa. L'impressione ultima era quella di vivere in un globo di vetro, o in una bolla di sapone, su cui si disegnassero acque, alberi, ghiacciai. Chi ha potuto dirmi che questo paesaggio e estraneo all'Argentina? * * Ancora un'impressione analoga. Ma questa in un'altra regione, ad Alta Gratia presso Cordoba. Un monastero abbandonato. Entro, salgo fino alla loggia. Attraverso una porta aperta, vedo una cella diventata un'abitazione privata. Mobili accatastati, letti, una cucina, un frigidaire, un tavolo con bicchieri e una grande bottiglia di Coca-cola vuota, ma nessun essere vivente. Scendo le scale, e solo allora, in cima alla loggia, fissandomi, esce una donna grassa di mezza età. che potrebbe essere napoletana La chiesa accanto è chiusa, e un ragazzetto vi sta accovacciato davanti. Mi apre di sua iniziativa, attraversa la chiesa, esce per una porta in fondo Lo seguo per dargli una mancia, e mi trovo in una sacrestia deserta. Il ragazzetto é spanto, non compare più Poi. fuori della chiesa, in piazza, alcune donne giovani con le labbra molto dipinte, una sposa che spinge un carrozzino per bambini, un pointer che si ruzzola nel prato centrale Più avanti, nella spianata davanti a un albergo dai loggiati a colonne, quaranta o cinquanta ragazzi in maglietta, tutta una scuola, che prendono lezione di ginnastica, comandati da un istitutore Niente di straniero, di esotico, niente che abbia un particolare carattere, ne una persona né una casa che non mi sembri d'aver visto a Napoli, in Lombardia, in zone per me familiari Sotto la loggia dell'albergo esce da una porta il sosia di un mio conoscente di Roma, ma non è lui. mi guarda con indifferenza. Qui comincio a sentirmi strano Uscito dall'albergo mi fermo a un crocicchio con un cartello indicatore su cui è scritto- « Villa del Lago ». proprio come in Italia. Ma arriva un gruppo di persone, e uno legge: « Vigia del Lago » pronunciando al modo argentino il doppio < I » spagnolo Ho provato un leugiero brivido. Ecco qui l'Argentina, quella che anche la letteratura riflette Tutto è Europa, ma con un'altra chiave, con un'altra pronuncia; come un'altra Europa che viva, con i suoi stessi personaggi con me. con noi, con la donna napoletana, in un altro mondo di cui non mi hanno detto il vero nome Guido Piovene

Persone citate: Disney, Walt Disney