Qualcuno aspettava in agguato il tassista per ucciderlo ferocemente con 8 colpi di pistola di Luciano Curino

Qualcuno aspettava in agguato il tassista per ucciderlo ferocemente con 8 colpi di pistola Si concreta l'ipotesi della vendetta nel delitto di Cairo Montenotte Qualcuno aspettava in agguato il tassista per ucciderlo ferocemente con 8 colpi di pistola Prima di partire la vittima fece il « pieno » come se dovesse compiere un lungo viaggio - Poi si inoltrò nella strada che non ha vie d'uscita - Lì era atteso dal criminale che ha sparato dal finestrino aperto, colpendolo al petto e al capo - Forse si tratta di ricatto o di un regolamento di conti (Dal nostro inviato speciale) Cairo Montenotte, 17 dicembre. Per cinque giorni si è cercato il passeggero che ha ucciso a rivoltellate il tassista Ettore Dessino. Ora si dice: « Forse non c'era nessun passeggero: Dessino sarebbe caduto in un agguato ». Questa nuova ipotesi — e vedremo come i carabinieri ci sono arrivati — ha fatto approfondire le indagini sulla vittima, sulle sue ultime ore. Ettore Dessino lavorava in fabbrica la notte, dormiva il mattino, andava il pomeriggio con il suo taxi davanti alla stazione. Aspettava. Ci dicono che come tassista lavorasse poco o niente. Affari magri (una corsa di poche centinaia di lire, quando andava bene) che non sembravano giustificare tante ore passate in attesa dietro i vetri del bar <Haiti» o in macchina a son¬ necchiare con il capo sul cruscotto. Nemmeno negli ultimi tre mesi, dopo che gli era nata la primogenita. Cinzia, rimaneva molto in casa. Il suo ultimo pomeriggio — sabato 11 dicembre — è stato ricostruito oggi con il cronometro alla mano. Ma c'è un vuoto di dieci minuti. Quel giorno è particolarmente freddo e Dessino sta al caldo nel bar « Haiti ». Parla con qualcuno, sembra del solito umore. Esce alle 17,20 e va con la sua « 1300 » al vicino distributorio di Ernesto Gorra, fa il pieno. Ha ancora benzina, più di quanto gli occorre per una delle sue corse, ma si rifornisce come se dovesse affrontare un lungo percorso. Poi va davanti alla stazione. Il treno da Alessandria deve arrivare alle 17,41: ha quattro minuti di ritardo e giunge alle 17,45. Nessuno vede il Dessino cari- care qualcuno sulla sua auto Pochi secondi dopo l'arrivo del treno, un impiegato delle Poste vede il taxi partire, ma non può affermare se il Dessino è solo o se c'è qualcuno con lui, perché t vetri sono appannati dal freddo. Una cosa, comunque, è certa: tutte le finestrelle dell'auto sono chiuse. Ore 17,55. Due giovani che scendono in auto dalla frazione S. Anna vedono il taxi fermo in mezzo alla strada, ha le mezze luci, la seconda marcia ingranata, la finestrella dalla parte della guida è abbassata a metà. Dessino è riverso sul sedile, morto. Fino a ieri si è pensato che quei due giovani fossero stati i primi ad incrociare la tragica « 1800 ». ilfa stamane un automobilista è andato dai carabinieri a dire di essere salito sabato per quella strada e di essere passato vicino al taxi fermo e con le luci accese. Non è sceso per guardare, ha proseguito, ma, nemmeno dieci metri dopo, ha scorto una « 1100 » chiara uscire da uno slargo della strada e scendere verso Cairo, passando naturalmente vicino al taxi. A bordo c'era soltanto il guidatore. Questa rivelazione ha fatto pensare ad un agguato. Già era sembrato poco probabile che il Dessino fosse stato ucciso da un cliente. La strada per la quale si è avviato, e dove è stato ucciso, arriva a quattro o cinque casolari e finisce lì. Assai erta, non asfaltata, in rovina, senza luci. Chi conosceva Ettore Dessino assicura che egli avrebbe diffidato se un cliente gli avesse chiesto di essere portato, in un'ora buia, su quella strada. Ma c'è dell'altro. Il tassista è stato ucciso con una rivoltellata alla tempia sinistra, poi colpito con due colpi al capo e cinque al petto: assassinato quindi da qualcuno che stava fuori dal la macchina, non seduto a destra o dietro l'autista. Questa è la nuova ipotesi: Dessino è caduto in una trappola, è stato attirato lassù con un pretesto, forse aveva un appuntamento con l'assassino. Ha abbassato il finestrino per parlare, l'altro gli ha sparato. Ciò escluderebbe l'omicidio per rapina, anche se alla vittima è stato portato via il portafogli (polizia e carabinieri non danno troppo peso a questa circostanza, ritenendo che il portafogli con poche migliaia di lire sia stato rubato per sviare le indagini). Se si esclude la rapina, restano altre supposizioni: vendetta, regolamento di conti, forse una storia di ricatto. Per questo si continua a scavare nella vita del Dessino. Per quattro giorni si è interrogata la moglie, lei ha continuato a ripetere: « Non ho mai tradito Ettore ». afa la giovane vedova — forse perché sconvolta dagli eventi o perché impressionata dagli interrogatori — non avrebbe dimostrato quell'ansia di collaborare all'inchiesta che si aspetta da una donna cui hanno assassinato il marito. La signora Dessino oggi non è stata convocata in caserma, ma è probabile che i carabinieri la interroghino ancora nei prossimi giorni. Le indagini sono continuate in altre direzioni. A Cortemilia. il paese della vittima, e a Piana Crixia. dove è nata la moglie. Gli inquirenti hanno raccolto una voce, secondo cui il tassista avrebbe fatto non molto tempo fa un'assicurazione sulla vita. La vicinanza con il porto di Savona aveva fatto pensare ad eventuali legami del Dessino con l'ambiente del contrabbando. Ora questa possibilità sembra esclusa: in un piccolo centro certe cose non restano segrete a lungo, se il tassista avesse avuto traffici illeciti si sarebbe saputo. Una manciata di bossoli sparati da una « 7,65 » — lo stesso calibro dell'arma del delitto — trovati ieri in un angolo della cittadina aveva fatto sospettare che vi fossero stati gettati dall'assassino. Ma un esame balistico (che ha confrontato questi bossoli con quelli trovati nella macchina) lo ha escluso. Un'altra speranza che cade. Gli inquirenti aspettano una lettera anoni ma, una telefonata da qualcuno che sa qualcosa. Ma nes suno sembra sapere niente che possa aiutare a riempire quel vuoto di dieci minuti: dalle 17,45 alle 17,55. Luciano Curino La vedova del tassista ucciso fotografata ieri a Cairo Montenotte con la figlioletta di tre mesi (F. Moisio)

Luoghi citati: Alessandria, Cairo, Cairo Montenotte, Cortemilia, Haiti, Piana Crixia, Savona