L'Inter ha eliminato la Dynamo dalla Coppa dei Campioni (2-0)

L'Inter ha eliminato la Dynamo dalla Coppa dei Campioni (2-0) Ieri allo stadio di S. Siro in un emozionante confronto L'Inter ha eliminato la Dynamo dalla Coppa dei Campioni (2-0) I neroazzurri avevano perso l'incontro di andata a Bucarest per 1-2 - Mazzola realizza la prima rete al 24' della ripresa All'ultimo minuto il terzino Facchetti ottiene il goal decisivo per la qualificazione ai quarti di finale del torneo (Dal nostro inviato speciale) Milano, 16 dicembre. La partita tra Inter e Dy namo per la Coppa dei cam pioni (gara di ritorno dell'in contro perso a Bucarest per 2-1 dai nerazzurri) è stata povera, di contenuto tecnico, ma merita di essere raccontata tutta. L'avvenimento deve es< sere suddiviso in tre parti distinte. La prima si è svolta merco ledi sera. Eravamo accorsi in parecchi a San Siro, malgrado la nebbia fitta. Non ci si poteva fidare delle voci. Bisognava attendere le notizie le decisioni ufficiali dell'arbitro austriaco e delle due parti in causa. E lassù, dove non ci si vedeva a distanza di quattro o cinque metri, tanto fitta era la cortina fumogena, venne deciso, dopo lunghe discussioni che si sarebbe tentato di giocare il giorno dopo alle ore 12,45. L'ora che pareva un po strana, risultò poi saggiamente scelta, perché era la sola nella quale, in una città come Milano, il sole pareva poter imporre il proprio impero sull'umidità che c.ui ha il comando quasi costante del periodo invernale. Tutto il primo tempo fu una grande delusione per i sostenitori dell'Internazionale che rappresentavano un buon 90 per cento dei presenti. Essi cominciarono rispondendo all'invito di certi dirigenti nerazzurri imprecando contro ogni mossa riuscita dei rumeni. Inizialmente poi quando questi spettatori videro con i propri occhi come andavano le cose, venne un grande silenzio. Le cose, dopo qualche minuto iniziale di prevalenza dell'undici locale presero l'aspetto che si può descrivere con una frase sola: gioco disordinato ed inconcludente dell'undici nerazzurro, e difesa calma e bene organizzata della squadra ospite. Quest'ultima si difendeva con sei, sette uomini, è vero, ma il suo lavoro era improntato ad un senso di ordine e di disciplina che finiva per imporsi, L'Internazionale non la ss vedeva. Giunta in area di rigore, era come se non ci fosse. C'era Jair, l'uomo che provoca grandi illusioni, che sostenuto a gran voce dalla folla partiva ogni volta come se dovesse travolgere tutto, e poi non concludeva o non trovava chi concludesse. Gli altri nerazzurri sbagliavano tutto. La mezz'ala. Mazzola non la si vedeva. Particolarmente Domenghini mancava un'occasione d'oro a qualche minuto dal riposo di metà tempo: il centravanti nerazzurro, venuto a trovarsi con tre quarti dello spazio della porta avversaria a piena disposizione, buttava t delittuosamente » direbbe un collega nostro abituato a dir male di tutti, fuori bersaglio. Si sperava in una vigorosa e severa ripresa dei nerazzurri nel secondo tempo. Invece il gioco continuava sulla stessa falsariga di prima. Anzi i rumeni, come incoraggiati dall'andamento delle cose, per un buon quarto d'ora aprivano il loro gioco e si peritavano di contrattaccare con qualche velleità di successo. Dopo che un paio di pericolose mischie si erano verificate proprio davanti alla porta rumena, l'ala sinistra della Dynamo, ben servita da un lungo traversone dell'ala destra, sfuggito a ogni controllo avversario,' mancava una occasione ,di segnare addirittura madornale, l'unica a dire il vero — degli ospiti in tutta la durata dell'incontro. Ed un minuto dopo, esattamente alla metà del secondo tempo, l'Internazionale potevafinalmente andare in vantag-gio su di un calcio di rigore. Suarez entrando in area ve-niva palesemente sgambettato dal terzino sinistro Popa. Maz-zola con un preciso tiro bat-teva il portiere Dactu. L'uno a zero era una bella cosa, per i neroazzurri. manon era sufficiente per assicu-rare ai medesimi il progressonella competizione. La lotta diventava spasmodica, in certi momenti addirittura furiosa. Sostenuta dal pubblico, diventato anche in parte meno cri- 'tico, l'Inter si rovesciava tutta ' all'attacco e premeva, premeva ! su di una rocca che un po' [per una ragione, un po' per j un'altra e molto anche per il !caso pareva insormontabile, j Ad un dato punto, a portieI re battuto, un terzino respin- i geva la palla proprio sulla ] linea della porta. Pra il pub| blicc già si incominciava a ! discutere sulla località che • sarebbe stata prescelta per la partita definitiva, la cosiddetta « bella >, quando, proprio alla precisa distanza dal fischio finale che aveva provocato il risultato di Glasgow il mese scorso, ad un minuto e mezzo dal termine cioè, saltava fuori, inatteso ormai da tutti quanti, il punto che doveva salvare l'Internazionale da ogni ulteriore fastidio. Un calcio d'angolo per i padroni di casa sulla loro destra, una ripetizione del medesimo, un pronto movimento di Jair, che, aggirando un paio di avversari, centra preciso ed alto, il portiere Dactu che scatta sulla sua destra, e la testa di Facchetti che spunta dalla mischia e spedisce la palla nella rete sulla sinistra del portiere stesso. Mai un sospiro di sollievo fu sentito uscire dai petti dei sostenitori dei neroazzurri cosi violento come in questo caso. Era la fine di un incubo, perche mai da tempo si era visto giocare un undici neroazzurro in modo cosi sconclusionato. Così l'Inter va avanti nella competizione che essa detiene. La squadra che doveva stravincere non la si è vista. Ma, per il rotto della cuffia, essa ha finito per imporsi. Come andamento di gioco bisogna riconoscere che la cosa è giusta. L'avversario, tutt'altro che ingenuo, si è difeso bene ed ha messo in mostra, in difesa ed a metà campo, delle eccellenti capacità tecniche. Ma l'Internazionale ha deluso: ha lasciato l'impressione di una squadra stanca, rotta, fuori forma. Tanto che nel corso dell'incontro veniva quasi fatto di sostenerla, di aiutarla, come se essa fosse caduta in preda di un qualche fenomeno morale che ne avesse decurtato le capacità. Le k andata bene, si può dire, per quanta superiorità abbia dimostrato nel complesso della partita. E il pubblico, dopo qualche esagerazione iniziale, si è portato lodevolmente. Vittorio Pozzo Inter: Sarti; Burgnich, Facchetti; Bedin, Guarneri, Picchi; Jair, Mazzola. Domenghini. Suarez, Peiró. Dynamo Bucarest: Dactu; Popa, Nunweiler III; Ghergheli. Ivan, Nunweiler IV; Pircalab. Fratila, Ene. Stephan, Haidu. Arbitro: Mayer, della federazione austriaca. Reti: Mazzola su rigore al 23' e Facchetti al 44' della ripresa. Facchetti con un colpo di testa segna la seconda rete dell'Inter a S. Siro (Tel.)

Luoghi citati: Bucarest, Glasgow, Milano