Wilson parla all'Onu della Rhodesia « Riporteremo la legalità, senza usare la forza» di Sandro Volta

Wilson parla all'Onu della Rhodesia « Riporteremo la legalità, senza usare la forza» Dopodomani il ballottaggio in Francia Lecanuet (4 milioni di seguaci) esorta a non votare per De Gaulle Il candidato del centro era arrivato terzo nelle elezioni del 5 dicembre - Ha preferito non impegnarsi direttamente per Mitterrand, consigliando ai suoi elettori di astenersi - Jean Monnet, « padre dell'Europa », si schiera per il rivale del Generale - Stasera gli ultimi interventi alla tv dei due antagonisti (Dal nostro corrispondente) Parigi, 16 dicembre. , Si chiude domani a mezzanotte la campagna elettorale per l'elezione di domenica del presidente della repubblica. Sui teleschermi della televisione non sono apparsi oggi i due candidati, perché i loro ultimi appelli verranno trasmessi, appunto, domani sera. Oggi, il generale De Gaulle si è limitato a ritrasmettere alla radio la sua intervista televisiva di ieri, mentre Mitterrand ha controbattuto, pure per radio, le affermazioni di quella intervista. La propaganda elettorale non è stata però meno intensa, non soltanto nelle province, ma anche a Parigi, dove il primo ministro Georges Pompidou ha tenuto una conferenza stampa per muovere al candidato dell'opposizione quelle accuse che il Presidente uscente non ha voluto rivolgergli direttamente. H maggiore interesse della giornata è tuttavia nelle prese di posizione di personalità estranee ai due schieramenti politici. Una è di Jean Monnet, che in Francia viene chiamato « il padre dell'Europa » perché è colui che, insieme a Robert Schuman, stabilì fin dall'immediato dopoguerra i piani delle comunità europee. Nel primo turno, Monnet aveva sostenuto il candidato del centro, Jean Leca nuet. Ora, dopo che « martedì sera, alla televisione, il generale De Gaulle ha confermato che propone la cooperazione fra gli Stati, vale a dire rapporti da governo a governo, inevitabilmente precari », in una pubblica dichiarazione ha affer mato che questo concetto « non è l'Europa unita, è l'Europa dei secoli passati », per concludere : «Aven do votato il 5 dicembre per Jean Lecanuet, il 19 voterò per Frangola Mitter rana». L'altra presa di posizione è dello stesso Lecanuet, estremamente importante per i risultati del ballottag gio, perché il candidato del centro aveva avuto quasi quattro milioni di voti il 5 dicembre. In una dichia razione comunicata stamane ai giornali, dopo avere affermato che « Mitterrand ha rinnovato le sue vedute personali a favore di una Europa politica, ma rima ne purtroppo legato all'intesa del primo turno con il partito comunista », è pas sato a esaminare la posizione del gen. De Gaulle. « Si tratti della costruzione economica e politica dell'Europa — ha dichiarato —, delle nostre réla zioni con la Germania e gli Stati Uniti, dell'avvenire della solidarietà occidentale, ossia della nostra sicurezza e della pace del mon do, il generale De Gaulle non ha fatto che ricordare o confermare le sue posizioni tradizionali. A dispetto di un'apparenza con la quale ha cercato di tranquillizzare a fini elettorali, sembra metto disposto che mai ad attenuarle, a rivederle. Non ha tratto dal voto del 5 dicembre nessuna delle conseguenze che, con ogni evidenza, esso comporta. In queste condizioni, non voterò per il generale De Gaulle, e chiedo ai miei elettori di non votare per lui ». L'indicazione è chiara, anche se Lecanuet non ha invitato direttamente a votare per Mitterrand. Non ha potuto farlo perché egli sta ora organizzando il suo nuovo partito, il centro democratico, per il quale ha già raccolto 37 mila adesioni, e non ha voluto iniziare questa attività in polemica con una parte dei suoi sostenitori, riluttanti a unire i loro voti a quelli dei comunisti. Si sa, d'altronde, che nessuno degli aderenti al centro democratico ha proposto di votare per De Gaulle e che si asterranno coloro che non vorranno votare per Mitterrand. Una' dichiarazione che facilita l'adesione degli europeisti alla candidatura di Mitterrand si è avuta anche da uno dei massimi esponenti del comunismo francese, Jacques Duclos, membro dell'ufficio politico del partito. « A proposito del Mercato Comune — ha detto — è possibile che si stabilisca fra il partito comunista, il partito socialista e gli altri repubblicani sostenitori delle istituzioni europee, una cooperazione positiva per la realizzazione di una politica che non sarà quella dei trusts e dei cartelli e che terrà conto degli interessi dei lavoratori contemporaneamente ai nostri interessi nazionali ». E' una dichiarazione che, oltre ad avere un valore elettorale contingente, dimostra l'evoluzione compiuta dal partito comunista francese negli ultimi tempi. Questo insieme di circostanze rende più problematica che mai ogni previsione sui risultati del ballottaggio di domenica: il margine di probabilità a favore del presidente uscente era già molto ridotto e sembra ora assottigliarsi sempre più. Quali possano esserne i risultati, la campagna elettorale che sta per chiudersi avrà una influenza durevole per l'avvenire della Francia. « E' stata spettacolosa e seria allo stesso tempo — scrive Le Monde — e lascerà tracce profonde nella vita pubblica. Il livello degli interventi a cui sono stati invitati ad assistere ogni sera gli elettori francesi è più che onorevole: di questo dovrebbe rimanere qualcosa, non fosse che il sentimento riconfortante che questo popolo non è affatto diventato così indifferente o così stupido come qualcuno si compiaceva di affermare ». Sandro Volta iiiiiiiiiiiiiiiiuiiiiiuiiiiiiiiiHiiiiiunniiiiniiiii