E' troppo semplice il gioco degli scacchi?

E' troppo semplice il gioco degli scacchi? E' troppo semplice il gioco degli scacchi? La strana proposta d'un campione: rendere più interessanti le partite permettendo « l'arroccamento di regina » - Polemiche in Russia (Nostro servizio particolare) Parigi, 9 dicembre. David Bronstein, campione di scacchi di fama internazionale, afferma che il gioco — cosi com'è concepito, secondo i vecchi schemi — sta diventando noioso. Forte di questa convinzione, egli ha scritto qualche giorno fa alle Izvestia proponendo di animare le partite con una regola nuova: l'« arroccamento > della Regina. Se il suggerimento sarà accolto, i! giocatore potrà invertire la Regina on una Torre — ciò che attualmente solo il Re ha il diritto di fare, quando non 10 separi dalla Torre alcun altro pezzo, né sia in posizione di scacco. Non è la prima volta, nella storia millenaria degli scacchi, che gli innovatori partono all'offensiva. 33 se 11 più recente dei « deviazionisti > è un russo, ciò si spiega con i 50 milioni di appassionati che il gioco conta nell'Unione Sovietica. Prima di Bronstein, campioni del mondo come il cubano Capablanca ed il tedesco Lasker avevano sostenuto che ! buoni giocatori — considerata la loro perfetta conoscenza teorica degli scacchi — non potevano evitare il « match nullo ». Capablanca suggerì di allargare la scacchiera e di aggiungere due nuovi « pezzi»: l'Araldo ed il Ministro. Lasker propose di abolire la possibilità di « arroccamento» attribuita al Re, come avviene tra i mongoli. Un medico di Amburgo, il dottor Maack, andò ancora più in là: immaginò di dare alla scacchiera una terza dimensione. Trasforman¬ do il quadrato in cubo, si sarebbe potuto giocare su otto scacchiere sovrapposte. Un professore cecoslovacco, Kratzky, inventò a sua volta un « pezzo » nuovo, l'Aereo, che avrebbe avuto il diritto di sorvolare gli altri. Ma la grande massa degli scacchisti si dimostrò decisamente ostile a queste trasformazioni di un gioco già difficile. E, se è vero che le partite tra campioni di levatura internazionale finiscono sempre più spesso senza vinti nó vincitori, ciò accade in parte perché la paura della sconfitta li induce ad una stretta difesa. Nulla impedisce agli audaci di creare piani strategici nuovi ed « inventare » nuove combinazioni. A dispetto rii tutti gli studi teorici, il gioco — com'è praticato oggi — non darà fondo alle sue risorse di fantasia prima di qualche centinaio d'anni, se dobbiamo credere al grande Tartakower. Le attuali regole sono in realtà praticamente infinite. I matematici hanno calcolato che una partita iniziata alle origini dell'uomo, in etti ogni mossa non fosse compiuta se non dopo un esame di tutte le combinazioni possibili, oggi non sarebbe conclusa neppure se fosse giocata da calcolatori elettronici. Negli incontri tra giocatori comuni, il « match nullo» è raro, e non parrebbe dunque necessario mutare le regole del gioco. La proposta di Bronstein ha tuttavia scatenato una polemica che sta dilagando attraverso tutta l'Unione Sovietica. Il tempo dirà chi ha ragione. r. Copyright «Express - Opera Mundi» e per l'Italia do « La Stampa »

Persone citate: Araldo, Bronstein, David Bronstein, Lasker

Luoghi citati: Amburgo, Italia, Parigi, Russia, Unione Sovietica