Fisici contro scrittori per l'opera di Durrenmatt

Fisici contro scrittori per l'opera di Durrenmatt Vivace dibattito al Gobetti Fisici contro scrittori per l'opera di Durrenmatt «I letterati non hanno alcun diritto a parlare di problemi scientifici. Possono divertirci con le loro finzioni di tanta sia, non ci dicono nulla di se rio». «Gli uomini di scienza hanno una idea cinicamente aristocratica del loro lavoro. Non possono pretendere di avere il monopolio della ve rita » Queste posizioni estre me riassumono il dibattito che si è svolto ieri pomeriggio al Gobetti, fra uomini di scienza e di teatro su «I fisici» di Diirrenmatt, a cura della rivi sta «Pianeta» e dello «Stabile» di Torino. Neppure gli organizzatori pensavano che la discussione potesse toccare del le punte polemiche così acute, con uno scontro frontale fra i due gruppi invitati alla tavola rotonda. I nomi dei partecipanti ave vano richiamato un vivacissimo pubblico, che gremiva la sala sotto i riflettori della televisione (il dibattito sarà trasmesso in uno dei prossimi nu meri di «Anteprima»). Per il teatro erano il regista Franco Enriquez, che aveva allestito la commedia di Diirrenmatt, l'attore Glauco Mauri e il cri' tico Gianrenzo Morfeo; per la scienza il prof. Romolo Dea glio, preside della Facoltà di scienze matematiche fisiche e naturali dell'Università di To rino, il prof. Mario Verde, ordinario di fisica e il prof. Silvio Ceccato, direttore del centro di cibernetica presso l'università di Milano. Presiedeva l'avv. Carlo Martino, presidente del Tribunale civile e penale di Torino. L'intervento più polemico è stato quello di Mario Verde: « Diirrenmatt non pensa solo di dilettarci, ma pretende di porgerci un messaggio di verità — egli ha detto —. Que sto è un argomentare troppo frettoloso, che noi non possiamo prendere in considerazione. Anzi, lo respingiamo re cisamente. I letterati non sono in grado di affrontare il mondo del reale. Noi abbiamo una sola risposta, davanti ad ogni problema. Loro hanno sempre risposte diverse, e contraddittorie. Se i letterati vogliono il nostro consenso non devono avanzare la pretesa di indicarci la strada della verità. Possono solo lenire le no stre fatiche consolandoci con le loro divertenti finzioni che, alla fine di mia giornata, ci permettono di dimenticare tante situazioni spiacevoli ». La durezza dell'attacco ha provocato vivaci reazioni, non solo fra gli esponenti del tea tro, sul palcoscenico, ma an che fra il pubblico in sala, che si è diviso nettamente in due parti, con scambi di battute ad alta voce da fila a fila. Il risentimento dei «letterati» è stato espresso da Azelia Arici, che ha chiesto la parola per un intervento personale: «Afi sono sentita offesa nel vedermi relegata fra coloro che devono solo divertire, e fare i giulia ri. Perché questo antagonismo fra uomini di lettere e uomi ni di scienzaT ». La domanda non ha avuto risposta. g. c.

Luoghi citati: Milano, Torino