Assolto l'operaio accusato di violenza a una sposa in un capanno lungo il Po

Assolto l'operaio accusato di violenza a una sposa in un capanno lungo il Po Assolto l'operaio accusato di violenza a una sposa in un capanno lungo il Po Al Tribunale di Casale - Prosciolto anche dall'imputazione di ratto - L'episodio avvenne una notte d'estate a Frassineto - L'imputato ha 20 anni, la donna 21 (Dal nostro corrispondente) Casale, 2 dicembre. Il giovane operaio di Frassineto — accusato di aver aggredito una sposina in un capanno lungo le rive del Po — è stato assolto oggi in Tribunale dalle imputazioni di ratto e violenza: dovrà soltanto scontare una lieve pena (tre mesi) per aver guidato l'auto senza patente. Nell'estate scorsa, la sera di domenica 1" agosto, 11 muratore ventenne Giovanni Muzio abitante a Frassineto Po sì presentava alla casa dei coniugi Agostino Oliaro di 28 anni e Gianfranca Beccuti di 21, anch'essi residenti a Frassineto. Secondo la versione fornita più tardi dalla Beccuti, il Muzio — aprofìttando d'una brevissima assenza dell'Oliaro — invitò la sposa ad un appuntamento per le 22 dicendo che doveva farle delle comunicazioni relative al lavoro di suo marito. La Beccuti si recò in bicicletta nel luogo fissato e vi trovò il Muzio (che è compagno di lavoro dell'Oliaro) al volante di una « giardinetta ». Sempre secondo l'accusa, l'operaio costrinse la sposa, con la forza, a salire sull'auto. La Beccuti, che dichiara di soffrire di disturbi nervosi che provocano in lei frequenti svenimenti quando è particolarmente agitata, perse subito i sensi. Quando riprese conoscenza si trovò in un capanno di pescatori sulla riva del Po. Tentò di sottrarsi alla stretta del giovane, e perse nuovamente i sensi. Appena rinvenne si trovò proprio nel luogo in cui aveva lasciato la bicicletta. Erano ormai le 23,30. La sposa si recò nella trattoria del padre — Silvio Beccuti — ove trovò anche il marito e raccontò quanto le era successo. I due, infuriati, scorto il Muzio passare in strada, lo invitarono ad entrare nella trattoria, ormai deserta data l'ora tarda. Nacque una lite durante la quale l'operaio riportò alcune lesioni. Il mattino dopo i coniugi Oliaro denunciavano il Muzio per ratto e violenza ai danni della sposina. Il Muzio ammise di aver avuto un incontro sentimentale con la Beccuti, ma sostenne che la donna era stata consenziente. Alla denuncia reagì querelando l'Oliaro e Silvio Beccuti per lesioni e violenza privata. Il fatto suscitò notevole scalpore nel Casalese, anche perché i coniugi Oliaro erano conosciuti. Nell'estate 1962 infatti i genitori della Beccuti (non ancora sposa) avevano scoperto per tre volte — e sempre di notte — Agostino Oliare nella camera da letto della loro figlia. Ne era nata una vertenza giudiziaria conclusa poi dalle nozze dei due giovani avvenute il 2 giugno 1964. Oggi, al processo in tribunale a Casale, le parti hanno sostenuto le rispettive versioni. 11 pubblico ministero, al termine della requisitoria, ha chiesto la condanna del Muzio per ratto a quattro anni di carcere e a tre mesi di arresto per la guida dell'auto sprovvisto di patente. Il Tribunale ha assolto il Muzio con formula piena dall'accusa di violenza e per insufficienza di prove da quella di ratto. Lo ha condannato a tre mesi di arresto per la guida senza patente, revocandogli la condizionale per una precedente lieve condanna. L'Oliaro e il Beccuti sono sta ti condannati (con i doppi benefici di legge) a quindici giorni di reclusione ciascuno per violenza privata. m. v. Gianfranca Beccuti, la giovane sposa al centro della vicenda che ha provocato il processo di Casale

Luoghi citati: Casale, Frassineto Po