Il «trapianto degli organi» sta per diventare una realtà

Il «trapianto degli organi» sta per diventare una realtà Il prof. Biancalana al Rotary torinese Il «trapianto degli organi» sta per diventare una realtà Alla riunione conviviale del Rotary Club il prof. Luigi Biancalana, direttore della Clinica di patologia chirurgica, ha parlato ieri sera del « Trapianto di organi in chirurgia ». Argomento di viva attualità, ma anche grave e delicato. L'oratore ha premesso: « Ogni tanto, un incontro con la chirurgia può essere accettabile nelle nostre riunioni. Ma bisogna die non sia troppo lungo e fastidioso, ed io farò del mio meglio ». In realtà è stato un incontro di particolare interesse, anche per i profani. Non è facile definire la chirurgia odierna, ha detto il prof. Biancalana. Basta pensare alle possibilità di arrestare i battiti cardiaci e poi rianimarli, di aprire il cuore e richiuderlo, di fa- vivere un corpo di una vita meccanica e cioè con respirazione e circolazione artificiale: « In meno di cinquantanni, nello scorcio di un'esistenza umana, anche la chirurgia Ita percorso tanto cammino da rendere inadeguata e difficile una definizione aggiornata ». L'oratore ha proseguito: c Tanto più lo è se consideriamo il miraggio prodigioso, il formidabile sforzo di quest'ultimo decennio verso la conquista del trapianto degli organi, che sta per aprire una nuova grande èra della medicina e della chirurgia. Non possiamo ancora prevedere quando si potrà sostituire correntemente organi ammalati o colpiti da alterazioni senili con altri sani, ma siamo convinti che si tratta di even¬ tualità certa e senza dubbio prossima ». Nel mondo si sono già fatti centinaia di trapianti renali, che hanno consentito agli infermi di sopravvivere per qualche anno: «Afa sono stati eseguiti anche trapianti di altri organi: fegato, polmone e persino cuore, benché con sopravvivenze molto più brevi. Durante le Giornate mediche internazionali del giugno scorso si riunirono a Torino i più famosi pionieri di questo campo e fu dedicata un'intera seduta al trapianto del polmonet ormai allo studio da parecchio tempo ed oggetto di esperienze nel mio istituto ». Al congresso il prof. J. Hardy, dell'Università di Jackson nel Mississippi, illustrò i tempi fondamentali del coraggioso trapianto del cuore di uno scimpanzè in un uomo moribondo di 68 anni, eseguito nel '64. L'intervento riuscì perfettamente, tuttavia l'organo trapiantato era insufficiente per la massiccia corporatura dell'infermo e questi mori due ore più tardi: « Nonostante l'insuccesso, si ebbe sul piano tecnico la dimostrazione della possibilità di eseguire questa operazione sull'uomo ». Due trapianti di polmone furono compiuti, uno dallo stesso Hardy nel '63 e l'altro da Magovern l'anno dopo. Il problema più grave in queste ardue imprese «£ di natura essenzialmente genetica ed im munitaria, legato aliincompa abilità fra donatore e ricevente ». Altri aspetti psicologici della questione: «Già al prin cipio della trasfusione di san gue, alcuni spiriti inquieti domandavano se il sangue do nuto non apportasse al ricevente altri caratteri fisici e psichici» dice il prof. Biancalana. Anche gli organi genetici sono felicemente atti al tra pianto, ma ci si chiede se essi non influiscono sulla procrea zione trasmettendo alla prole le caratteristiche del donatore. Sorgono cosi questioni analo glie a quelle della fecondazio ne artificiale. Ma c'è di più: «in questi ul timi tempi si è dimostrato possibile mantenere in vita il cervello isolato. Se in futuro si potrà innestare un tratto di cervello, che cosa sarà della personalità dell'operato? Qua! cuna pensa che tutto di no stessi è iscritto nelle cellule nervose e che il pensiero è una secrezione del cervello. Ci stiamo avvicinando al limite della conoscenza, ai confini del mistero della vita e della morte ». Tornando all'iniziale perplessità nella definizione dell'arte chirurgica, l'oratore ha concluso fra gli applausi: « Quella espressa molti secoli avan ti Cristo dal famoso Hjndù Susruta, appare oggi la meno ambiziosa e la più accettabile la chirurgia è la prima e più alta parte dell'arte del guarire la meno legata alla fallacità e la più pura. La sua dignità le viene dal cielo, ed è la più sicura fonte di fama sulla terra». D# a

Persone citate: Biancalana, J. Hardy, Luigi Biancalana

Luoghi citati: Torino