Johnson accetta l'offerta inglese di Nicola Caracciolo
Johnson accetta l'offerta inglese Johnson accetta l'offerta inglese 5§Se Hanoi rifiuterà di trattare, nel '66 gli americani invieranno nel Vietnam 500 mila uomini (Dal nostro corrispondente) Washington, 2 dicembre. Il segretario di Stato Dean Rusk ha dichiarato oggi, dopo essersi incontrato con Johnson nel suo ranch del Texas, che gli Stati Uniti sono disposti a partecipare a una conferenza internazionale per il Vietnam, sul tipo di quella proposta dal ministro degli Esteri inglese Stewart a Mosca. Tale conferenza dovrebbe essere una riedizione di quella di Ginevra del 1954. Johnson, da parte sua, ha ripetuto dal Texas la sua offerta per negoziati senza condizioni. Il portavoce del dipartimento di Stato, Robert Me Closkey, ha detto, come Dean Rusk ieri, che gli Stati Uniti sono pronti a rinunciare ai loro bombardamenti contro il Nord Vietnam, ma che prima vogliono sapere che cosa i loro avversari sono disposti a dare in cambio. L'invio di altre truppe americane nel Sud Vietnam sa rebbe comunque inevitabile, secondo il Pentagono, allo stato attuale dei fatti. Si parla di 30 o 40 mila uomini che dovrebbero partire nelle pros sime settimane. A primavera il contingente americano impegnato contro i vietcong rag giungerebbe i 300 mila uomini. E' una cifra che potrebbe ancora essere aumentata fino a 500 mila unità se la guerra dovesse protrarsi per tutto il 1966. Accanto a questo rafforzamento militare continuano i tentativi per agganciare il governo comunista di Hanoi e convincerlo ad accettare negoziati oppure ad accordarsi con esso, come primo passo verso le trattative, per una diminuzione dell'intensità del conflitto. Alle Nazioni Unite il segretario Thant ha dichiarato, smentendo un articolo del New York Times (che nella sua edizione di stamattina aveva affermato che il governo del Nord Vietnam aveva respinto un suo tentativo di mediazione) di non aver avuto « da qualche tempo » contatti con le principali « parti coinvolte nel conflitto ». Quale è la conclusione di questo insieme di notizie? Evidentemente è di nuovo in corso un tentativo di mediazione — o vari tentativi di mediazione — per il Vietnam. Il viaggio dell'inviato di De Gaulle, l'ambasciatore Chauvel, a Pechino, la visita di Stewart a Mosca, i contatti che Thant da anni pazientemente mantiene in Estremo Oriente, rappresentano altrettanti tentativi di sbloccare la situazione. Gli americani non possono fare altro che aspettare: da una parte rafforzandosi militarmente — perché hanno bisogno di farlo, stante la minaccia della Cina — e dall'altra cercando di dimostrare d'essere sinceri nel loro desiderio di negoziare. C'è un altro fattore di cui si deve tenere conto per capire l'atteggiamento americano. Un articolo del corrispondente da Saigon aeWEvening Star riferisce che, nelle scorse settimane, gli americani si erano fatte alcune illusioni sull'andamento dei combattimenti. Se da una parte, scrive il giornale, è vero che l'invio di rinforzi americani ha bloccato l'offensiva del Vietcong durante la stagione dei monsoni, dall'altra è stato anche I dimostrato negli ultimi giorni che 1 comunisti intensificando l'invio di rinforzi nel Sud sono in grado di tener testa agli americani. La prospettiva è quindi quella — se non ci sarà negoziato — di una guerra interminabile (la guerra di «lunga durata» di cui parla Mao Tsetung nei suoi libri di dottrina militare). Nicola Caracciolo
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