I 5 del Mec rinnovano a Parigi l'invito a riprendere i negoziati di Sandro Doglio

I 5 del Mec rinnovano a Parigi l'invito a riprendere i negoziati Nuovo appello al termine della riunione di Bruxelles I 5 del Mec rinnovano a Parigi l'invito a riprendere i negoziati II comunicato esprime «rammarico» perché la Francia non ha ancora risposto all'appello del 27 ottobre, e speranza in una sollecita ripresa delle trattative - Il documento trasmesso da Colombo all'unico delegato francese presente a Bruxelles Dal 1° gennaio i dazi doganali ridotti del per cento (Dal nostro corrispondente) Bruxelles, 30 novembre. I miniatri dei cinque Paesi del Mercato Comune hanno rinnovato alla Francia l'invito a riprendere il suo posto al Mec e a mettere fine senza indugi alla crisi che dal giugno scorso travaglia la Comunità europea. H ministro italiano del Tesoro, Colombo, è stato incaricato dal Consiglio di far conoscere al governo di Parigi la posizione dei Cinque. Si dice che un incontro Colombo - Couve de Murville potrebbe avvenire nei prossimi giorni, quando il ministro francese si recherà a Roma per le cerimonie di chiusura del Concilio. Nel comunicato pubblicato stasera al termine della sessione del Consiglio, svoltasi a Bruxelles, si legge che i rappresentanti di Germania, Belgio, Italia, Lussemburgo e Olanda hanno « preso conoscenza dell'accoglienza che il governo francese ha riservato alla lettera del Presidente del Consiglio del 27 ottobre» Era la lettera ufficiale in cui si invitava la Francia a riprendere il proprio posto a Bruxelles, al tavolo di lavoro del Mec, e Colombo ha precisato che le «reazioni» di cui parla il comunicato sono rappresentate essenzialmente dalle dichiarazioni ottimistiche e di stensive fatte in alcune occasioni dal portavoce del Consiglio francese Peyrefitte. « / cinque — continua la nota diffusa stasera dal Mec — hanno dato mandato al presidente in carica del Consiglio, Colombo, di far conoscere al governo francese la posizione comune dei cinque governi. Essi continua no a ritenere che i problemi in discussione devono risolversi nella fedeltà alle regole dei trattati e nel qua)dro delle istituzioni ». Nella parto finale il documento è ancora più rigido: «/ cin que governi si rammaricano che il governo francese non abbia ritenuto di poter riprendere fin da ora i negoziati interrotti il 30 giù gno. Essi rinnovano il loro appello del 27 ottobre per che il governo francese ri prenda il suo posto in seno alle istituzioni comunitarie e perché la sessione straordinaria del Consiglio possa tenersi a Bruxelles, U più rapidamente possibile ». « La Francia dovrà dare una risposta scritta oppure vi accontenterete di una risposta verbale? » ha chiesto un giornalista a Colombo, subito dopo la lettura del documento del Consiglio, fatta dal nostro Ministro nel corso della abituale con ferenza stampa al termine dei lavori. Colombo ha risposto : « Non è in discussione la forma: vogliamo una risposta ufficiale ». Ci si attendeva a Bruxelles questa presa di posizio ne. Il documento letto da Colombo al termine della sessione ministeriale viene giudicato un successo per coloro che sono fautori di una politica rigida nei con fronti della Francia: si ritiene che il governo di Parigi non possa ora sfuggire all'interrogativo se vuole o no riprendere la costruzione del Mercato comune nel quadro del Trattato di Roma (ma il discorso tenuto stasera da De Gaulle lascia poche speranze). D richiamo a Bruxelles, come sede della eventuale conferenza interministeriale a sei, è pure un sintomo — si afferma — che i Cinque pur non pretendendo ovviamente che la Francia venga a Canossa, intendono ribadire la loro fedeltà al lavoro intrapreso nel 1958, e che finora ha dato frutti considerevoli. Accettare un'altra sede, all'infuori forse di Lussemburgo, sarebbe cedere a certe pretese francesi, secondo le quali l'incontro di rappacificazione tra i Sei deve avvenire in un luogo e su temi che escono dal quadro comunitario. Illustrando il compito affidatogli dal Consiglio dei ministri del Mec, Colombo ha ancora affermato che dovrà « soprattutto esporre le opinioni dei cinque qovemi. E'avrò il piacere — ha aggiunto — di ascoltare quali saranno le opinioni del gp«bbdvQbvspcsvmgriritd governo francese, in modo più definitivo e preciso ». « La riunione a sei potrebbe già avvenire in dicembre ? », gli è stato ancora domandato. Risposta: « La vedrei molto volentieri. Quanto alle concrete possibilità, da parte dei Cinque vi è la volontà di fare questa riunione il più presto possibile, mentre per quanto riguarda la Francia abbiamo la speranza che anch'essa senta l'urgenza di risolvere la crisi ». Colombo, sempre nella sua qualità di presidente del Consiglio del Mec, ha ricevuto stasera stessa prima di partire in aereo per Roma il vice-rappresentante permanente francese, Ulrich, l'unico diplomatico del governo di Parigi che sia rimasto a Bruxelles dopo la crisi del 30 giugno. A Ulrich Colombo ha consegnato copia della dichiarazione dei Cinque, e lo ha informato dello svolgimento dei lavori del Consiglio. La Francia è così già informata del nuovo passo compiuto dai cinque governi. Il documento politico essendo stato concordato fra i Cinque durante una riunione extra-consiliare (soltanto la stesura definitiva è avvenuta inel corso della seduta plenaria del Consiglio dei ministri), gran parte della seduta odierna è stata dedicata dai rappresentanti dei vari Paesi a problemi di natura tecnica. Uno, in particolare, assume notevole importanza: i Cinque hanno deciso di applicare fedelmente, nonostante l'assenza della Francia, la norma del Trattato di Roma che prevede per il 1° gennaio prossimo un ulteriore abbassamento del 10 per cento dei dazi doganali ancora esistenti fra i sei Paesi. Dall'inizio dell'anno prossimo, pertanto, i prodotti in transito alle frontiere interne del Mec saranno colpiti da dazi il cui livello sarà dell'80 per cento inferiore a quello esistente all'inizio del Mercato comune, nel 1958. La riduzione del 10 per cento decisa oggi — secondo informazioni attendibili — dovrebbe essere accettata senza discussioni anche dal governo di Parigi. Un altro gran passo verso la creazione effettiva del Mercato comune nella « piccola Europa » sarà co sì compiuto. Sandro Doglio

Persone citate: De Gaulle, Peyrefitte, Ulrich Colombo