Nominato il successore di Giannantonio alla Procura di Corte d'appello di Roma di Guido Guidi

Nominato il successore di Giannantonio alla Procura di Corte d'appello di Roma E9 mn pauitf ambiti* per l'autorità ehv ne deriva Nominato il successore di Giannantonio alla Procura di Corte d'appello di Roma Il Consiglio Superiore della Magistratura ha designato il dott. Giuseppe Lattanzi - Secondo YAvanti! il candidato con maggiori probabilità sembrava il dott. Ugo Guarnera, valdese - Ma sarebbe stato escluso per aver presieduto l'Associazione magistrati che di recente aveva accusato di « prepotere » la Cassazione (Nostro servizio particolare) Roma, 26 novembre. Giuseppe Lattanzi è il nuovo procuratore generale presso la Corte d'Appello di Roma in sostituzione del dott. Luigi Giannantonio nominato due settimane or sono primo presidente aggiunto della Corte di Cassazione. Il Consiglio Superiore della Magistratura, presieduto dal Capo dello Stato, l'ha eletto a grande maggioranza: se non chiederà di essere trasferito, Giuseppe Lattanzi potrà mantenere il suo incarico sino al 20 aprile 1969 quando andrà in pensione al settantesimo anno di età. E' nato a Vico nel Lazio in provincia di Frosinone il 20 aprile 1899, è sposato, ha due figli, è in magistratura dal maggio 1923, è attualmente presidente della seconda sezione penale della Cassazione, ha percorso quasi l'intera carriera nel ramo «giudicante» per cui accettare il passaggio in quello « requirente » ha costituito per lui motivo di notevole perplessità. E' un acuto studioso di diritto ed autore di un pregevole commento al codice penale e a quello di procedura penale. L'elezione del procuratore generale presso la Corte d'Appello di Roma è stata particolarmente laboriosa prima che i ventiquattro componenti del Consiglio Superiore della Magistratura si orientassero nella scelta. Il problema sorse all'inizio dell'anno allorché inaspettatamente il dott. Luigi Giannantonio presentò la domanda perché gli venisse as segnato l'incarico di primo presidente aggiunto della Cas sazione (è il secondo grado della Magistratura) in sostituzione del dott. Vista che andava in pensione. Nessuno prevedeva, infatti che il dottor Giannantonio avrebbe lasciato la Procura Generale dove gli era stato possibile assumere iniziative clamorose come quella di incriminare Felice Ippolito, Do menico Marotta, Giordano Giacomello ed, in epoca recentissima, Livio Patrizi, direttore dell'Istituto di medicina del traffico, con il proposito chiaramente espresso di « moralizzare » la vita pubblica italiana. . Chi sarebbe stato il suo successore? Presiedere la Procura Generale presso la Corte d'Appello di Roma è un incarico ambito, importante e delicato nello stesso tempo: non è difficile comprenderne il motivo. Ventiquattro magistrati decisero di presentare la domanda per partecipare all'elezione. Un tempo, gli incarichi giudiziari di maggiore rilievo venivano affidati dal Consiglio dei ministri: ora la legge stabilisce che la scelta è compiuta dal Consiglio Superiore della Magistratura, presieduto dal Capo dello Stato, e com posto dal primo presidente e dal procuratore generale della Cassazione, che ne fanno parte di diritto, da sei magistrati di Cassazione, da quattro consiglieri di Corte d'Appello e da quattro giudici di tribunale eletti dai loro colleghi, da sette cittadini indicati dal Parlamento. Tra coloro che avevano presentato la domanda, uno soprattutto sembrava avere 1 requisiti più adatti per essere il successore del dott. Giannantonio: il dott. Ugo Guarnera, presidente aggiunto della seconda sezione penale della Cassazione, già procuratore generale presso la Corte d'Appello di Bari, già presidente della Corte d'Assise d'Appello a Roma che condannò all'ergastolo il medico palermitano Girolamo Lo Verso, e assolse Giuseppe Venanzi; già Pubblico Ministero nel processo ad Amai do Graziosi e a Rodolfo Gra ziani; di religione valdese. Ma, secondo quanto pubbli ca questa mattina il quotidia no socialista Avanti!, la eventualità che un incarico così importante venisse affidato ad Ugo Guarnera non avrebbe incontrato il « gradimento » di numerosi magistrati della Cassazione i quali rimproveravano al loro collega di essere stato il presidente della Associazione nazionale magistrati che ha sostenuto e sostiene la necessità di apportare profonde riforme nell'ordinamento giudiziario. Fu allora che i dirigenti dell'Umi (l'altro organismo che, composto di • quasi tutti consiglieri di Cassazione, si contrappone all'Anmi difendendo tesi conservatrici) avrebbero indotto Giuseppe Lattanzi, che tra l'altro è vice presidente dell'Unione magistrati italiani, a presentare la propria candidatura da contrapporsi a quella del dott. Guarnera che avrebbe portato per la prima volta un magistrato non cattolico alla dire zione della Procura generale di Roma. Sul dott. Lattanzi si è orientata facilmente la grande maggioranza del Consiglio superiore della magistratura. Tra quindici giorni, il nuovo procuratore generale si insedierà nel suo ufficio lasciato libero dal dott. Giannantonio. In teoria — l'ipotesi non sa- tatrmsolicsistciavfidgeglnedotochval'iMlibeingimgel'uasaIIdsdvdqqfiscdcmcesrebbe neanche da formulare tanto appare impossibile — potrebbe revocare il provvedimento preso dal suo predecessore perché nel processo a Felice Ippolito in Corte d'Appello sia sostenuta una tesi piuttosto che un'altra. In teoria, cioè, il dott. Lattanzi potrebbe avere una sua opinione e riaffidare al sostituto procuratore generale dott. Donato Di Migliardo l'incarico di accusatore nel processo Ippolito che il dott. Giannantonio gli aveva tolto quando s'era reso conto che il magistrato non intendeva seguire le sue direttive nell'impostazione della accusa. Ma è una eventualità che in linea di massima non dovrebbe realizzarsi: sarebbe una iniziativa che, per quanto legittima perché degli atteggiamenti assunti dalla Procura generale risponde il capo dell'ufficio che esplica poi la sua attività attraverso i sostituti, sarebbe troppo polemica nei confronti del dott. Giannantonio. Il dott. Gabriotti, il sostituto P.G. che sosterrà l'accusa nel processo Ippolito, ha cominciato a studiare gli atti. Non è difficile intuire la sua preoccupazione: il materiale da esaminare è complesso e poco il tempo a' disposizione. Il dott. Giannantonio, come ultimo suo provvedimento quale procuratore generale, ha dato incarico ai tre sostituti che svolsero a suo tempo la istruttoria (il dott. Saviotti, il dott. Bruno, il dott. Ilari) di aiutarlo con la loro esperienza specìfica perché egli sia in grado di sostenere in dibattimento che Felice Ippolito esautorò gli organi direttivi e di controllo del Cnen per compiere quei reati dei quali è stato ritenuto responsabile: peculato ed interesse privato in atti d'ufficio. Non è diffìcile supporre che il dott. Lattanzi rispetterà an¬ che questo provvedimento: non è facile prevedere invece se egli Insisterà nelle iniziative che hanno caratterizzato l'attività triennale alla Procura del suo predecessore. Guido Guidi

Luoghi citati: Bari, Frosinone, Roma, Vico Nel Lazio